Canapa Caffè: a Roma un locale a misura di paziente

Canapa Caffè: a Roma un locale a misura di paziente

Luigi Mantuano e Carlo Monaco nella sede di un CIP Luigi Mantuano e Carlo Monaco nella sede di un CIP

E' un locale dove la cannabis e le sue virtù hanno trovato casa, nel quale anche i pazienti in possesso di regolare ricetta, possono recarsi per la propria terapia. E' il Canapa Caffè, un progetto a cura di Carlo Monaco e Luigi Mantuano, tra i fondatori dei CIP, i Canapa Info Point, realtà che si sta diffondendo in tutta la penisola per dare informazioni dirette, sul territorio, alle persone interessate. Nel Canapa Caffè invece si potranno trovare prodotti derivati dalla canapa in tutte le sue accezioni, puntando su quelli alimentari anche per il loro valore nutraceutico, ma anche una sala a disposizione per i pazienti in possesso di regolare prescrizione medica che vogliamo assumere la propria medicina. Ne abbiamo parlato con Carlo Monaco che ci ha raccontato come si evolverà il progetto.

Come è nata quest'idea?
Sono 3 anni che sono tornato dalla Spagna con una prescrizione medica e ho fatto parte di diverse associazioni antiproibizioniste. Stando molto tra la gente mi sono accorto di come sia facile ad esempio dare maggiori informazioni sulla canapa quando hai un prodotto alimentare da mostrare e far assaggiare. Si chiacchiera di più e si creano relazioni più facilmente anche perché, essendo in Italia, il cibo è sempre un'ottima fonte di comunicazione. I banchetti del CIP quando hanno iniziato ad avere prodotti alimentari di canapa hanno iniziato a raccogliere più persone. Poi siamo partiti con un progetto di cene di canapa nei centri sociali che sono state molto partecipate. Con una laurea ed un master era un anno e mezzo che lavoravo in una piadineria mentre anche Gigi ha fatto tanti lavori manuali ed è un bravissimo chef: con il terzo socio ed i fondi necessari siamo partiti.

Perché avete pensato alla sala per i pazienti?
Come fa un malato come me ad utilizzare il farmaco? Credo che sia un diritto fondamentale della persona quello di potersi curare e quindi noi diamo solo uno spazio affinché ciò avvenga. Se io lavoro tutto il giorno in un posto come posso fare per assumere il farmaco? Devo affittarmi una casa vicino al posto di lavoro per poterci andare quando ho bisogno? E una cosa che serve ai pazienti. Noi vogliamo semplicemente permettere ai pazienti in possesso di prescrizione regolare e con il certificato di acquisto dall'estero o lo scontrino della farmacia, in maniera che sappiamo che non ci sono contraffazioni per dare modo alle persone di poter assumere la propria cannabis.

Che messaggio volete mandare?
Il messaggio è quello di sdoganare l'utilizzo terapeutico della cannabis. Abbiamo subito poco tempo fa l'ennesima persecuzione a danno di pazienti e abbiamo persone che utilizzano un farmaco per poter condurre una vita migliore: questo è il fatto. La mia intenzione è quella di un fare un passo in avanti verso la normalizzazione dell'uso terapeutico della cannabis e che i pazienti abbiano un punto di riferimento per informazioni sulle prescrizioni, inoltre ci sarà spesso un medico presente. Stiamo pensando di fare un incontro di pre-apertura con medici e politici a settembre, per poi inaugurare il locale ad ottobre. Anche perché nel Lazio stiamo ancora aspettando una legge regionale, se ne parla da anni ma ancora non c'è. E senza una legge ed un rimborso almeno parziale diventa davvero problematico potersi permettere l'accesso alle cure a causa del costo elevato. Penso che a Roma possa essere un'iniziativa forte.

Mario Catania

10 agosto 2016
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