L'importanza degli endocannabinoidi dal concepimento allo svezzamento

L'importanza degli endocannabinoidi dal concepimento allo svezzamento

Pubblichiamo qui di seguito un articolo di Nature Going Smart, testata scientifica online fondata dalla ricercatrice Viola Brugnatelli, laureata in Neuroscienze e specializzata in Neurofarmacologia, a firma di Gregor Zorn, biologo che lavora anche come consulente in materia di cannabis.


Gli endocannabinoidi sono molecole messaggere lipidiche che svolgono un ruolo chiave nelle nostre vite, favorendo e mantenendo l’omeostasi nel corpo. Il loro ruolo è così importante da influenzare ogni singola fase dello sviluppo umano, dal concepimento all’impianto dell’embrione, dalla nascita ai primi giorni di vita. Gli endocannabinoidi consegnano il loro messaggio legandosi ai recettori dei cannabinoidi (CB1 e CB2) per venire poi degradati da enzimi (FAAH, MAGL) o riciclati dalla cellula.
Per ulteriori informazioni sul funzionamento degli endocannabinoidi, puoi approfondire l’argomento nel nostro articolo: “Attenzione: la comprensione del Sistema Endocannabinoide potrebbe cambiare la tua vita!”

Attività sessuale
Recentemente sono stati condotti degli studi su topi per comprendere il ruolo degli endocannabinoidi in relazione al comportamento sessuale maschile.
Questi studi hanno dimostrato come la somministrazione dell’endocannabinoide Anandamide (AEA), stimoli l’attività sessuale in maschi con difficoltà di copulazione, (1) riducendo, inoltre, le soglie di eiaculazione nei soggetti sessualmente apatici. (2)
Questi effetti dell’Anandamide sono mediati tramite l’attivazione dei recettori CB1 e vengono riscontrati anche nei topi in salute. Inoltre, gli effetti di questo endocannabinoide variano molto rispetto ai dosaggi, con effetti anche opposti. (3)

Fertilità maschile
Entrambi i recettori CB1 e CB2 sono presenti negli spermatozoi.
"Il livello di Anandamide è fondamentale per il controllo della percentuale di spermatozoi vivi e mobili (vitalità e motilità), per la modulazione della spesa energetica e per il controllo del numero di cellule che producono testosterone (anche chiamate cellule di Leydig)".
Queste funzioni sono controllate dal recettore CB1, mentre l’attivazione dei recettori CB2 è responsabile dell’avviamento della produzione di spermatozoi e la regolazione della velocità di movimento di questi. (4)

Impianto dell’embrione
Praticamente ogni evento inerente il sistema riproduttivo femminile è interessato da uno o più elementi del sistema endocannabinoide, dato che le cellule e i tessuti degli organi riproduttivi femminili sono dotati di un sistema endocannabinoide completamente funzionante. (7)
Sia l’Anandamide che il 2-AG sono stati individuati nell’utero e la corretta messa a punto dei loro livelli è essenziale per un passaggio embrionale di successo attraverso l’ovidotto e l’impianto nell’utero. Tale processo avviene grazie ad una degradazione enzimatica da parte di FAAH e MAGL dei due endocannabinoidi (AEA e 2-AG) in momenti cruciali per lo sviluppo e l’impianto embrionale. (5)
Come le ricerche hanno dimostrano, il ruolo di questi enzimi è fondamentale e potrebbero anche fornire un nuovo strumento diagnostico. Infatti, donne soggette ad aborti spontanei hanno riportato bassi livelli di enzimi FAAH se confrontate con donne che hanno portato a buon fine la gravidanza. (6)

Sviluppo fetale
Il recettore CB1 svolge un ruolo cruciale anche nella formazione del cervello del feto. Questi recettori sono infatti responsabili per la differenziazione delle cellule progenitrici neuronali in neuroni o cellule gliali.
I CB1 agiscono inoltre da “guide” per le connessioni tra cellule neuronali (assoni), indicando il giusto percorso da seguire e dove creare connessioni con altre cellule. (5)
"La vita senza i recettori cannabinoidi semplicemente non è possibile. È stato infatti dimostrato come la rimozione forzata del gene di codifica della sequenze del recettore CB1 (in maniera tale da ottenere un CB1 KO nei topi), prevenga lo sviluppo embrionale e la sopravvivenza di questo alla nascita".

Uso della cannabis durante la gravidanza
Le ricerche hanno dimostrato l’importanza del sistema endocannabinoide descrivendolo come un macchinario perfettamente sintonizzato e capace di regolare gli aspetti più importanti di ogni fase del ciclo riproduttivo. Una persona potrebbe quindi assumere che qualsiasi interazione con modulatori esterni del sistema endocannabinoide, come i fitocannabinoidi, possa avere un effetto dannoso sulla gravidanza. "La domanda sorge quindi spontanea: è veramente sicuro consumare cannabis durante la gravidanza?"
Sono varie le motivazioni per le quali la cannabis viene usata durante la gravidanza, da quelle prettamente legate alla salute come la riduzione della nausea e vomito, l’aumento dell’appetito o per altre condizioni croniche, a motivazioni di carattere spirituale o ricreativo.
Nausee e/o vomito sono particolarmente diffusi nelle donne incinte e la cannabis viene spesso efficacemente usata come rimedio terapeutico a queste condizioni. In un sondaggio condotto in Canada, la cannabis è stata valutata come “efficace” o “estremamente efficace” dal 92% dei partecipanti che la avevano utilizzata per contrastare nausee e vomito. (10)
Che la cannabis possa avere un effetto benefico sulle madri è stato dimostrato, ma una serie di dubbi ancora rimangono in merito agli effetti che questa abbia sul bambino o bambina in grembo.

Gli studi
In Jamaica è stato condotto dal Dr. Dreher uno studio volto a confrontare le differenze neuro-comportamentali tra bambini nati da madri che assumevano cannabis durante la gravidanza e bambini di madri che non la utilizzavano. Dopo 3 giorni di vita nessuna differenza, positiva o negativa, è stata riscontrata nel comportamento dei neonati ma ad 1 mese dalla nascita evidenti differenze sono venute a galla. "I bambini nati da madri che assumevano cannabis durante la gravidanza hanno dimostrato una maggior stabilità fisiologica e si sono resi disponibili più facilmente degli altri nel coinvolgimento in giochi organizzati e nella socializzazione". (11)
Va reso inoltre noto che, molte delle madri consumatrici di cannabis, oltre che a fumarla, la consumavano sotto forma di tè.
A 5 anni di distanza è stato inoltre condotto uno studio di follow-up sugli stessi bambini. Tale studio non ha mostrato alcuna differenza significativa relativa allo sviluppo tra i bambini nati da madri consumatrici di cannabis e non. (12)
Successivamente, un altro studio sulla mortalità infantile ha mostrato risultati ancor più sbalorditivi. 2.964 neonati sono stati esaminati dividendoli in gruppi diversi a seconda del fatto che risultassero positivi o meno ai test di rilevanza di droghe (cannabinoidi, oppiacei e cocaina) nel loro organismo.
Il tasso di mortalità dei bambini risultati negativi ai test era di 15,7 morti ogni 1000 nati vivi mentre il gruppo di neonati risultati positivi alle droghe hanno riportato una mortalità media minore: 8,9 morti ogni 1000 nati vivi. Di questi, i 157 neonati risultati positivi esclusivamente ai cannabinoidi sono tutti sopravvissuti, portando il tasso di mortalità media a 0. (13)
Questi risultati sembrerebbero incoraggiare l’uso di cannabinoidi durante la gravidanza, ma ulteriori studi sono assolutamente necessari prima di trarre una conclusione certa.
Quello che già è certo è che assumere cannabis fumando va evitato ad ogni costo, in quanto l’atto di fumare annulla gli effetti protettivi della cannabis stessa, come approfondito in questo altro articolo “Cannabis, Alcohol & Cigarettes; The Good, the Bad and the Deadly”.

Gli scienziati teorizzano che il consumo materno di cannabis abbia notevoli effetti sulla prole, ma che questi rimangano spesso celati. I ricercatori ipotizzano che questo sia dovuto agli intricati requisiti temporali e spesso bifasici degli (endo)cannabinoidi. (5)
"In fin dei conti, decidere cosa è meglio per il bambino o bambina dovrebbe essere una scelta della madre. Con i succhi di cannabis, ovvero estraendo a freddo l’estratto di foglie e fiori, le madri possono usufruire di una vasta gamma di antiossidanti benefici, terpeni, flavonoidi e cannabinoidi acidi senza dover provare effetti psicotropi. Per i problemi legati alle nausee mattutine è consigliato iniziare con l’uso di cannabinoidi acidi, in particolare modo il CBD acido (CBDa). E’ stato dimostrato come il CBDa non si leghi direttamente ai recettori cannabinoidi per svolgere i suoi effetti anti-emetici (14, 15)".
Per approfondire l’argomento dei cannabinoidi acidi ti invitiamo a leggere il nostro articolo sui succhi di cannabis: “Cannabis Juicing: the green elixir of life” o a salvarti questo video sul THC acido per dopo.

Riflessi neonatali e stimolazione dell’appetito
Una volta abbandonata la comodità del grembo materno, gli endocannabiodi continuano ancora ad essere importantissimi per la sopravvivenza del neonato. Si è infatti scoperto che nel latte materno sono presenti endocannabinoidi, ossilipine ed altri composti simili, (8) e che il 2-AG (2-arachidonoilglicerolo), l’endocannabinoide più abbondante nel latte umano, è fondamentale per stimolare l’appetito nei neonati ed aiutarli nell’allattamento.
Studi su topi hanno rivelato il ruolo cruciale del 2-AG per la corretta innervazione dei muscoli della lingua del piccolo e la contemporanea stimolazione dell’appetito legandosi ai recettori CB1. (5)
Quando i ricercatori hanno “bloccato” i recettori CB1 con un antagonista, ovvero una molecola che anzichè attivare i recettori previene il loro funzionamento, la crescita dei cuccioli si è interrotta, portandoli alla morte nell’arco di una settimana. La semplice co-somministrazione di delta-9-THC nei cuccioli, riattivando i recettori cannabinoidi, ha invertito quasi completamente gli effetti provocati dal farmaco antagonista. (9)

Conclusione
Gli endocannabinoidi coprono un ruolo chiave in tutte le fasi del ciclo riproduttivo ed i fitocannabinoidi (i cannabinoidi provenienti dalle piante) non sembrano avere un impatto negativo in questo processo. Anzi, i fitocannabinoidi potrebbero addirittura dimostrarsi utili per le coppie in fase di concepimento.

Fonti

Fonte: naturegoingsmart.com

1. Anandamide transforms noncopulating rats into sexually active animals. Canseco-Alba et al.2013, The journal of sexual medicine

2. Anandamide reduces the ejaculatory threshold of sexually sluggish male rats: possible relevance for human lifelong delayed ejaculation disorder. Rodríguez-Manzo G 2015, The journal of sexual medicine

3. Low anandamide doses facilitate male rat sexual behaviour through the activation of CB1 receptors. Canseco-Alba et al. 2014, Psychopharmacology

4. The role of endocannabinoids in gonadal function and fertility along the evolutionary axis Battista et al. 2012, Molecular and Cellular Endocrinology

5. Multiple Roles for the Endocannabinoid System During the Earliest Stages of Life: Pre- and Postnatal Development Fride et al. 2008, Journal of Neuroendocrinology 20 (Suppl. 1), 75–81

6. Relation between decreased anandamide hydrolase concentrations in human lymphocytes and miscarriage Maccarone et al. 2000, Lancet (London, England)

7. Endocannabinoid signaling in female reproductive events: a potential therapeutic target? Maccarone et al. 2015, Expert Opinion on Therapeutic Targets, Volume 19, Issue 11, 2015

8. Oxylipins, endocannabinoids, and related compounds in human milk: Levels and effects of storage conditions. Wu et al. 2015, Prostaglandins and other lipid mediators

9. Endocannabinoids, feeding and suckling – from our perspective. Mechoulam et al. 2006, International Journal of Obesity

10. Survey of medicinal cannabis use among childbearing women: patterns of its use in pregnancy and retroactive self-assessment of its efficacy against ‘morning sickness’. Westfalla et al. 2006, Complementary therapies in clinical practice

11. Prenatal Marijuana Exposure and Neonatal Outcomes in Jamaica: An Ethnographic Study. Dreher et al. 1994, Pediatrics

12. Five-year follow-up of rural Jamaican children whose mothers used marijuana during pregnancy. Hayes et al. 1991, West Indian Medical Journal

13. Mortality within the first 2 years in infants exposed to cocaine, opiate, or cannabinoid during gestation. Ostrea et al. 1997, Pediatrics

14. Cannabidiolic acid prevents vomiting in Suncus murinus and nausea-induced behaviour in rats by enhancing 5-HT1A receptor activation. Bolognini et al. 2013, British Journal of pharmacology

15. A comparison of cannabidiolic acid with other treatments for anticipatory nausea using a rat model of contextually elicited conditioned gaping. Rock et al. 2014, Psychophramacology

17 luglio 2017
Altro da leggere
AttenzioneLe informazioni su questo sito sono presentate a solo scopo informativo, non possono costituire in alcun caso la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento. Pertanto non possono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente o la visita specialistica. Leggi il Disclaimer