Torino: petizione dei Radicali per poter coltivare cannabis terapeutica

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cannabis-terapeutica-1A Torino è iniziata il primo maggio la raccolta firme ad opera dei Radicali a sostegno di una petizione popolare che richiede al Comune del capoluogo piemontese di avviare un “progetto pilota” per la coltivazione di cannabis a fini terapeutici. Risale infatti a metà gennaio la delibera sulla legalizzazione della cannabis ad uso terapeutico, presentata dai consiglieri Grimaldi e Viale di Sel e Radicali.

Come ricordato in quell’occasione, in Italia, anche nelle Regioni dove la cannabis è stata legalizzata come farmaco, la stragrande maggioranza dei pazienti non riesce ad avere accesso al farmaco. Questo perché, anche una volta superato tutto l’iter burocratico, le Asl sono costrette ad importare il farmaco dall’estero, con costi finali proibitivi per i pazienti. Per questo motivo sembra che stia iniziando a muoversi qualcosa, dopo gli ennesimi appelli e petizioni dei giorni scorsi. Sembra infatti che ci sia un progetto per cominciare a coltivare il farmaco presso lo Stabilimento chimico militare di Firenze.

In Puglia, grazie anche all’impegno dell’associazione di Racale LapianTiamo, fondato da due malati di sclerosi multipla che proprio del diritto di coltivare la pianta per la produzione di farmaci hanno fatto il cuore della loro battaglia, che ha ricevuto il supporto delle istituzioni locali e regionali, è stata depositata una legge in questo senso dal parlamentare Sergio Blasi.

A Torino, per poter presentare la petizione servono almeno 300 firme di cittadini residenti. “Chiediamo al Comune – hanno spiegato il consigliere comunale Silvio Viale e Giulio Manfredi della direzione dei Radicali Italiani – di redigere un progetto per ottenere le autorizzazioni alla coltivazione della cannabis terapeutica nell’ambito delle aziende partecipate della città, ad esempio l’Istituto Bonafous e l’Ipla. Il relativo prodotto terapeutico dovrà poi essere fornito gratuitamente ai malati che lo necessitino. E su questo tema vorremmo che si arrivasse a una legislazione nazionale e non a tante leggi regionali”.

Redazione Cannabisterapeutica.info

 

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