Il Congresso americano pone fine alla “guerra” sulla cannabis terapeutica

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MPP fine guerra cannabis terapeuticaDopo anni di sforzi e battaglie sociali a colpi di informazione a sostegno dei diritti dei pazienti in America il movimento a favore della cannabis terapeutica ha raggiunto una vittoria senza precedenti. 49 Repubblicani e 170 Democratici hanno infatti approvato ieri sera un provvedimento (219-189) che impedisce alla Drug Enforcement Administration (DEA) di interferire con le leggi statali sulla cannabis terapeutica. Nonostante la cannabis sia ormai legale a livello terpaeutico in 22 Stati, le leggi federali continuavano a vietarla, mettendo a rischio la sopravvivenza dei dispensari di cannabis terapeutica, spesso sotto attacco della DEA.

La votazione sull’emendamento 25 HR 4660 proposto da Dana Rohrabacher impedirà al Diparitmento di Giustizia, dal quale dipende anche la DEA, di spendere fondi per impedire agli Stati membri di applicare le leggi sulla cannabis a livello medico.

“Il Congresso ha ufficialmente escluso dalla guerra sulla cannabis terapeutica i pazienti e fornitori del farmaco”, ha dichiarato Dan Riffle direttore delle politiche federali per il Progetto Marijuana Policy (MPP), che è stato a sostegno della legge da quando è stata introdotta nel 2003, puntualizzando che: “I dollari provenienti da tasse federali non saranno più sprecati per arrestare i pazienti gravemente malati e coloro che forniscono il farmaco”.

“Questo voto del Congresso è una grande vittoria per i pazienti”, ha aggiunto Steph Sherer, direttore dell’associazione Americans for Safe Access (ASA) . “Non dovremo più preoccuparci di quando avverrà il prossimo raid o delle accuse che ci impedivano di accedere in modo sicuro e legale alla nostra medicina. Ora è aperta la strada ad un cambiamento più profondo”.

Oltre a porre fine tutti procedimenti penali federali in corso collegati alla cannabis terapeutica, gli avvocati sostengono che l’attuale contenzioso nei confronti degli operatori dei dispensari e dei loro proprietari, come quelli scatenata a San Francisco, Oakland e Berkeley, finirà immediatamente. Il voto di ieri notte potrebbe anche avere un impatto positivo sulle condanne di imputati che attualmente scontano pene minime obbligatorie fino a 10 anni di carcere.

Redazione Cannabisterapeutica.info

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