La nuova legge regionale, che permette anche ai medici di base di prescrivere i farmaci a base di cannabis, ha ricevuto oggi (11/02/2015) il via libera. Il consiglio regionale ha approvato le “Disposizioni organizzative relative all’utilizzo di talune tipologie di farmaci nell’ambito del servizio sanitario regionale” che modificano la legge regionale del 2012 sull’utilizzo dei cannabinoidi.
Potrà essere prescritta anche dal medico di famiglia, a patto che lo specialista abbia predisposto per il paziente uno specifico piano terapeutico e secondo Marco Remaschi, presidente della commissione Sanità in Regione, saranno effettuate consegne a domicilio per i pazienti impossibilitati a muoversi. La proposta di modifica che ha avuto come prima firmataria Monica Sgherri (capogruppo Rc-Ci), prevede che i costi siano a carico del Servizio sanitario regionale. Per ridurre il costo si prevedono inoltre convenzioni con centri e istituti autorizzati alla produzione o alla preparazione dei medicinali.
Un altro modo per ridurre i costi dei farmaci alla fonte è la strada della produzione, visto che fino ad oggi in Italia la cannabis a scopo medicinale veniva importata dall’Olanda. Ancora oggi, nelle Regioni in cui non è stata approvata una legge ad hoc che preveda il costo dei farmaci cannabinoidi a carico del sistema sanitario regionale, i pazienti che acquistano le infiorescenze in farmacia, arrivano a pagarle tra i 30 e i 40 euro al grammo. Secondo il presidente della Regione Enrico Rossi, l’Istituto Farmaceutico militare di Firenze già da aprile dovrebbe iniziare la produzione della cannabis non solo per la Toscana ma per tutta Italia: in questo modo il costo dei farmaci a carico del servizio pubblico divrebbero calare del 70-80%.
Secondo il Corriere la produzione inizierà a febbraio con una coltivazione sperimentale che, una volta autorizzata, sarà implementata fino a produrre 100 chili l’anno, come era stato annunciato. Il quantitativo era stato stimato in precedenza, anche sulla base del fatto che nel 2014 ne sono stati importati 56 chili. A questo proposito c’è però da sottolineare che è una stima sicuramente deficitaria: nel 2013 era stato calcolato che avessero avuto accesso al farmaco circa 60 persone, nel 2014 la situazione è senza dubbio migliorata, ma non tutti i potenziali pazienti, anzi, hanno avuto accesso alla cannabis come medicinale. Ad ogni modo la produzione entrerà a regime più avanti, con l’allestimento di nuove serre; è già pronta un’area di 600 metri quadrati nello stesso capannone e, secondo il generale Giocondo Santoni, direttore dello stabilimento: “Se parliamo di capacità produttiva complessiva dovremo aspettare almeno la fine del 2016”.
Redazione Cannabisterapeutica.info