Anche il Piemonte dice sì all’uso terapeutico della cannabis. Il provvedimento, sottoscritto da consiglieri di tutte le forze politiche che compongono la maggioranza di Sergio Chiamparino e presentato dal capogruppo di Sel Marco Grimaldi e dall’ex capogruppo del Movimento 5 Stelle Davide Bono, è stato approvato all’unanimità.
La legge riconosce il diritto dei pazienti a farsi prescrivere i farmaci cannabinoidi dai medici, da usare in ospedale e a domicilio, adeguata informazione ai medici e al personale sanitario, ma anche ricerca e sperimentazione coinvolgendo le università piemontesi. Non ultimo, in capitolo di spesa dedicato nel bilancio della Sanità, con riferimento alla ricerca e ai costi per la somministrazione delle cure che saranno a carico del Sistema Sanitario Regionale: 400mila euro verranno stanziati per il rifornimento di farmaci nel biennio 2015-16.
Il Piemonte è dunque l’undicesima Regione a legiferare in materia, ora restiamo in attesa dei regolamenti attuativi e non è una cosa da poco. Sia in Veneto sia in Toscana infatti, nonostante la buona volontà dei legislatori, i regolamenti attuativi hanno creato non pochi problemi. Sulle contraddizioni del regolamento veneto – come la possibilità di prescrivere cannabis solo in caso di spasmi dovuti alla sclerosi multipla, dopo aver dimostrato che tutte le cure tradizionali non hanno avuto effetto e con prescrizione di uno specialista ospedaliero (come avviene per il Sativex) – è stato pubblicato un comunicato sottoscritto da medici e ricercatori del settore. Il regolamento della legge toscana è stato invece cambiato sei mesi fa dopo le pressioni di associazioni ed esperti, ma la situazione è ancora complessa. Secondo una nota congiunta delle associazioni PIC e Lila: “I malati toscani lamentano che gli stessi operatori, sembrano a distanza di molti mesi ignorare o disconoscere le norme regionali e nazionali, mentre le informazioni fornite, gli stampati informativi e la modulistica di ospedali ed ASL, continuano a citare ed applicare il vecchio regolamento, tanto da poter risultare in violazione con il codice civile e penale”.
Redazione cannabisterapeutica.info