Non solo Firenze con lo Stabilimento chimico farmaceutico militare: con la crescente approvazione a livello Regionale di leggi che autorizzano terapie a base di cannabis terapeutica a carico del Servizio Sanitario Regionale, aumentano anche le realtà che chiedono di poter produrre cannabis terapeutica.
In principio fu la Puglia in cui nella legge regionale sulla cannabis terapeutica era stata inserita anche la possibilità di creare progetti pilota di produzione e coltivazione. La legge era stata approvata all’unanimità, ma, in assenza dell’autorizzazione necessaria del ministero della Salute, il progetto è rimasto fermo.
Ora accade in Piemonte dove, dopo la recente approvazione di una legge regionale, Giulio Manfredi dell’associazione radicale Adelaide Aglietta, che aveva già presentato una petizione regionale per promuovere progetti di coltivazione, torna a discutere del progetto. “La legge prevede una spesa di 200mila euro per le attività di ricerca ed autorizza ad avviare azioni sperimentali o progetti pilota con soggetti autorizzati per la produzione di preparazioni a base di canapa. L’avevamo già proposto quando eravamo stati auditi, come Associazione Aglietta, dalla Commissione Sanità del Comune di Torino: è possibile attivare un tavolo di lavoro con l’IPLA (partecipata della Regione Piemonte) e con l’Istituto Bonafous di Chieri (partecipata del Comune di Torino) per attivare il progetto pilota.
In Comune ci risposero che il primo passo doveva essere fatto dalla Regione. Da oggi nessuno ha più scuse.”
Mentre in Alto Adige il consiglio provinciale di Bolzano ha approvato una mozione della consigliera provinciale Elena Artioli (Team autonomie) che invita il presidente della Provincia a fare richiesta per “ottenere dal ministero della salute la licenza a produrre la cannabis medicale”. La mozione è stata accolta con 18 voti a favore e 11 contrari. Nella proposta originaria, la consigliera Artioli proponeva di prevedere tale produzione presso il Centro di sperimentazione agraria “Laimburg” a sud di Bolzano. Questa parte, così come le premesse del documento, è stata stralciata. L’assessore alla sanità Martha Stocker lo scorso 12 giugno aveva dichiarato: “Entro le prossime ore farò partire la richiesta ai ministeri della salute e della difesa. Non è affatto detto che accettino». Ed Elena Artioli aveva promesso battaglia: “Starò addosso all’assessore Stocker tutti i mesi per sollecitarla ad inviare la richiesta al ministero. La scelta di Laimburg rientrava semplicemente nella necessità di disporre di un terreno che sia di mano pubblica per una coltivazione di questo tipo”.
Redazione cannabisterapeutica.info