In questi giorni è in discussione il decreto (QUI la bozza) del ministero della Salute che individua nel dicastero stesso le funzioni di “Organismo statale per la cannabis”. In generale il decreto sarà comprensivo di 6 articoli che individuano le funzioni del ministero della Salute, le quote di fabbricazione di sostanza attiva di origine vegetale a base di cannabis, le prescrizioni e le garanze dell’autorizzazione alla fabbricazione rinviando poi a un allegato tecnico le parti relative alle stime sulla produzione e ai controlli sulla coltivazioni e, all’appropriatezza delle prescrizioni, al tipo di patologie per cui è consentito l’uso di prodotti derivati dalla cannabis, al sistema di sorveglianza sulle piante e e ai costi di produzione. Secondo Giulio Manfredi (Radicali Italiani) e Igor Boni (coordinatore dell’associazione radicale Adelaide Aglietta), il decreto sarebbe in contrasto con il testo unico in materia di stupefacenti trasformando la produzione alla stabilimento di Firenze in “un monopolio totalmente illegittimo. Qui sotto le loro dichiarazioni. Nei giorni scorsi la Società Italiana Ricerca Cannabis (SIRCA) e l’Associazione Cannabis Terapeutica (ACT) hanno inviato una lettera di osservazioni sul decreto ai ministeri coinvolti nella sperimentazione e, tra gli altri, alla Federazione degli Ordini dei medici, sollevando una serie di criticità che secondo loro sarebbero “gravemente pregiudiziali all’avvio di una seria applicazione del progetto”.
“La bozza del decreto del ministero della Salute che norma le funzioni dell'”Organismo statale per la Cannabis” non tiene assolutamente conto dell’esistenza di una legge dello Stato superiore, nella gerarchia delle fonti giuridiche, al decreto ministeriale – in particolare dell’art. 17 del D.P.R. n. 309 del 1990 (Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti). Ai sensi di tale articolo, “chiunque” voglia coltivare, produrre e commerciare cannabis lo può fare previa autorizzazione del ministero della Sanità; il ministro “nel concedere l’autorizzazione, determina, caso per caso, le condizioni e le garanzie alle quali essa è subordinata, sentito il Comando generale della Guardia di finanza nonché quando trattasi di coltivazione, il ministero dell’Agricoltura e delle Foreste”.
Nella bozza del decreto Lorenzin non sono minimamente citati né la Guardia di Finanza né tantomeno il ministero dell’Agricoltura e Foreste. Ma la cosa più grave è che, mentre il testo del decreto parrebbe consentire a “chiunque”, debitamente autorizzato, di coltivare la cannabis, nell’”allegato tecnico” del decreto si prevede una sorta di “monopolio fiorentino”, individuando lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze quale unico luogo in Italia di coltivazione e produzione della “sostanza attiva”. Il “monopolio fiorentino”, disposto nell’allegato di un decreto, è illegittimo perché contrasta con l’art. 17 del DPR n.309/90. La sciatteria giuridica con cui è stato redatto il decreto Lorenzin costituisce un elemento in più per opporsi al passaggio delle funzioni sulle politiche antidroga al ministero della Salute, previsto dalla bozza della “legge di stabilità”.”
Redazione cannabisterapeutica.info