Mentre le associazioni di pazienti continuano a denunciare le difficoltà nell'ottenere i farmaci a base di cannabis e i problemi che i regolamenti attuativi stanno dando nell'applicazione delle leggi regionali, il presidente della Toscana Enrico Rossi chiede che venga ampliato l'utilizzo della cannabis per altre patologie, oltre a quelle previste dalla legge.
La legge toscana è stata una delle prime ad ampliare i trattamenti con la cannabis previsti e ad assicurare che le cure fossero a carico delle Asl e non dei pazienti. Ma, come hanno denunciato diverse associazioni di pazienti, il primo regolamento attuativo era fortemente riduttivo rispetto alla legge: ad esempio limitava le patologie sulle quali si poteva intervenire a 4 soltanto. Oggi questo regolamente è stato cambiato, ma i medici ancora non sanno come comportarsi, tanto che sul sito dell'Ordine dei Medici di Firenze, le informazioni che vengono date ai medici che vorrebbero prescrivere farmaci a base di cannabis, fanno ancora riferimento al vecchio regolamento. Quello nuovo, oltre ad allargare il numero di patologie, prevede anche che i costi per i farmaci a base di cannabis siano a carico della Asl. Per fare questo un paziente ha bisogno di ottenere la prima prescrizione da una farmacia ospedaliera, per poi continuare il trattamento anche a casa propria.
Intanto il presidente della Regione Enrico Rossi ha lanciato una nuova proposta relativa all'ampliamento della rosa delle patologie da curare con la cannabis, nella semplificazione delle procedure di accesso al farmaco e nella predisposizione di corsi di formazione rivolti a medici e farmacisti per ridurre il divario di conoscenza che penalizza il farmaco e i pazienti. "L'unità complessa di Terapia del dolore dell'Azienda ospedaliera pisana - ha sottolineato Rossi - oggi ospita circa 500 pazienti con varie patologie ed è già un centro di riferimento nazionale''.
Oggi in Toscana con la cannabis terapeutica si curano i dolori cronici e neuropatici oltre a quelli derivanti da altre patologie come il cancro, la SLA, la sclerosi multipla, alcune neuropatie (ad esempio quelle derivanti da schiacciamento delle vertebre), la stimolazione dell'appetito nei pazienti affetti da Aids. ''Noi - dice Rossi - proponiamo l'estensione dell'uso della cannabis alla cura delle forme di dolore cronico refrattario di origine reumatologica (per esempio la fibromialgia), al morbo di Crohn, all'asma bronchiale, al glaucoma, ad alcune forme di epilessia resistenti ai farmaci, alla cura dell'ansia e dell'anoressia. La Regione si farà carico di tutte le sperimentazioni cliniche necessarie e attiverà anche un monitoraggio dell'uso clinico della cannabis in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità''.
Redazione cannabisterapeutica.info