In Canada stop ai pazienti coltivatori di cannabis terapeutica

In Canada stop ai pazienti coltivatori di cannabis terapeutica

Pazienti e associazioni lo considerano un passo indietro da una legge ritenuta soddisfacente. La nuova normativa canadese entrata in vigore da aprile 2014 blocca le licenze e ostacola pazienti e piccole coltivazioniin favore di nuovi grandi produttori autorizzati dal governo centrale. Lo avevamo già anticipato in questo articolo sul nuovo sistema canadese per la fornitura di cannabis. Ora il regolamento è entrato in vigore col nome di Marijuana for Medical Purposes Regulations (MMPR). Vediamo cosa significa per i 30mila piccoli coltivatori e i 450mila pazienti canadesi autorizzati.

La nuova normativa modifica il Marijuana Medical Access Program (MMAR) del 2001 che autorizzava, su prescrizione del medico di base, il possesso, la coltivazione e lo scambio di piccole quantità di cannabis terapeutica. Oggi non verranno più rilasciate autorizzazioni e i possessori di precedenti licenze subiranno serie limitazioni, come l’obbligo di acquistare il prodotto solo da rivenditori autorizzati dal Ministero, solo per corrispondenza e unicamente nella forma di infiorescenze essiccate.

Per adeguarsi alla nuova normativa i coltivatori che intendono dedicarsi professionalmente alla cannabis dovrebbero investire grandi somme di denaro in sistemi di sicurezza e laboratori di controllo, mentre i pazienti che hanno selezionato le varietà più adatte a necessità specifiche rischiano di veder vanificato il proprio lavoro. Molti malati delle patologie più gravi necessitano ogni giorno decine di grammi di concentrati, la cui detenzione non risulta più legale.

Nello stesso tempo, il ministero della Salute canadese si tira fuori dalla catena di fornitura, consentendo l’acquisto su prescrizione medica direttamente dal produttore o dal distributore autorizzato. Il consumo consentito ai pazienti si riduce a 150 grammi al mese, che moltiplicato per 500mila utilizzatori genera rapidamente un industria milionaria. Molti piccoli attori usciranno di scena e nuove imprese si contenderanno i pazienti, come Agrima Botanicals o MediJean.

Tramite il portavoce Jason Wilcox gli attivisti canadesi hanno presentato ricorso contro il MMPR e chiedono oggi un cambiamento della costituzione che permetta libertà di scelta fra le possibili cure mediche. Ora che i vicini Stati Uniti hanno intrapreso la strada della legalizzazione, i politici canadesi dimostrano un atteggiamento ambiguo nei confronti della cannabis terapeutica dopo aver sempre dichiarato che le scelte avrebbero dovuto compiersi in modo omogeneo fra le due nazioni.

I dispensari torneranno per un po’ in quel territorio di mezzo fra legge e realtà e serviranno ad esempio tutti coloro che non possono fornire un indirizzo per la posta. Data la costituzione federale del Canada, la nuova legge sarà applicata con discrezionalità dei singoli stati e persino delle singole contee. Nelle grandi città non cambierà nulla perché le autorità pubbliche non ritengono la cannabis medica un problema sociale. Nelle province, sindaci e sceriffi forse proveranno a discriminare la sorte di pazienti e piccoli imprenditori della cannabis.

Stefano Mariani

16 giugno 2014
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