La cannabis terapeutica in Italia è legale, ma è come se non lo fosse

La cannabis terapeutica in Italia è legale, ma è come se non lo fosse
Non c'è pace per i pazienti che usano cannabis terapeutica in Italia.
O forse è giunta l’ora di cambiare prospettiva e pensiero: se è vero, come è vero, che da anni i problemi dei pazienti si trascinano senza che nessuno intervenga, e parliamo di problemi concreti come la carenza di cannabis, di medici prescrittori e di servizi più in generale che si potrebbero risolvere in poco tempo e senza un gran dispendio di soldi, è evidente che i governi che si sono succeduti e i ministeri della Salute in particolare, o hanno deciso di ignorarle completamente la tematica per motivi che a noi comuni mortali non è dato sapere, o, come ha giustamente sottolineato il dottor Lorenzo Calvinell’ultima riunione del tavolo tecnico, nelle azioni del ministero e dell’Ufficio centrale stupefacenti c’è dolo volontario.

Cannabis terapeutica in Italia: pazienti ignorati o dolo delle istituzioni?

C’è dolo nel fare una buona legge e poi obbligare gli importatori a rifornirsi solo dalla Bedrocan, quando ormai ci sono decine di aziende europee e non. C’è dolo nel non aver mai aumentato la produzione alla Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, ferma da 5 anni a circa 100 kg, quando il Portogallo, partito dopo di noi, nei primi due mesi del 2022 ne ha esportate 10 tonnellate. C’è dolo nel fare una legge in cui si dice che la cannabis debba essere a carico del sistema sanitario nazionale, senza poi implementarla. C’è dolo nell’incriminare centinaia di pazienti che, non avendo accesso alle cure per i motivi più disparati, coltivano qualche pianta per lenire le proprie sofferenze, esponendosi ad un rischio per colpa di una Stato che non è in grado di garantire loro il diritto alla salute. C’è dolo nel fare un sequestro in un posto come il The Hemp Club di Milano, che, a titolo gratuito, offre servizi a quei pazienti che non avrebbero nessuna alternativa. C’è del dolo nell’aver portato a processo Walter De Benedetto, Cristian Filippo, e tanti altri. C'è dolo nell'aver compromesso il sistema della cannabis terapeutica in Italia.

Il dolo più grande è quello che i pazienti vivono tutti i giorni in un paese in cui la cannabis terapeutica è formalmente legale, ma poi non si trovano i medici che la prescrivono, non si trova la cannabis in farmacia e, quando si riesce, si devono sborsare migliaia di euro per potersi curare. Insomma c’è del dolo nell’aver creato questa situazione per la quale la cannabis sarebbe legale, ma in fondo è come se non lo fosse. Come ha detto Marco Cappato al Monk alla manifestazione organizzata da Meglio Legale, è una cosa che sta succedendo per molti diritti, dall’eutanasia all’aborto. Vietarli farebbe sembrare i politici “cattivi”, e quindi la soluzione è autorizzare queste pratiche e sabotarle costantemente: così l’aborto è legale ma poi non ci sono i medici che lo praticano, l’eutanasia dovrebbe essere legale, ma poi le Regioni non autorizzano l’uso dei farmaci appropriati o nessuno se ne assume la responsabilità; la cannabis medica è legale ma tanto i medici che la prescrivono sono pochissimi, e, anche quando un paziente riesce ad ottenere la ricetta, in farmacia poi non la trova.Tavoli tecnici e lettere dei pazienti senza risposta

Una esponente del Comitato Pazienti Cannabis Medica, con una figlia piccola affetta da crisi epilettiche che la cannabis riesce a mitigare, ha scritto una lettera straziante al sottosegretario Andrea Costa, che ai pazienti aveva fatto gran discorsi poi risoltisi in un nulla di fatto. Naturalmente il sottosegretario non ha nemmeno risposto. E così i pazienti, dopo anni di umiliazioni che si sommano alle sofferenze immani che patiscono quotidianamente, hanno scritto all’Antitrust, sperando che, almeno da qui, possano arrivare le risposte che la politica, in anni e anni, non ha voluto o non è stata in grado di dare.

Intanto nel resto del mondo le cose proseguono: nell'ultimo mese abbiamo dato diverse notizie che cambiano completamente il quadro europeo: l’Albania e la Bosnia-Erzegovina vogliono rendere legale la cannabis ad uso medico, la Svizzera l’ha resa completamente legale, mentre la Spagna ha riformato il settore e la cannabis, che già viene prodotta da aziende con licenza governativa, inizierà a vendere in farmacia dalla fine del 2022 dietro prescrizione medica.

Noi, che avremmo un’ottima legge e che avevamo iniziato a produrla per secondi, come scriviamo da anni, per colpa del lassismo (o dell’atteggiamento doloso?) delle nostre istituzioni, non solo abbiamo perso un’occasione epocale a livello di business strategico che oggi ci avrebbe permesso, se avessimo fatto le cose per bene, di esportare cannabis in mezza Europa quando invece quella che produciamo non basta nemmeno per il fabbisogno italiano di un mese, ma continuiamo a condannare migliaia di persone al dolore e alla sofferenza, con buona pace della nostra Costituzione, del diritto, e dei più basilari principi di umanità.

Mario Catania - (E' l'editoriale della nostra ultima newsletter, se vuoi iscriverti clicca qui: https://www.cannabisterapeutica.info/newsletter/)

3 ottobre 2022
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