Vulvodinia e vestibolodinia sono due patologie infiammatorie che interessano la vulva e che sono caratterizzate soprattutto da dolore e bruciore.

La diagnosi da parte dello specialista si raggiunge grazie all’esecuzione di uno Swab Test: un esame condotto per confermare e mappare il dolore, oltre che per valutarne l’intensità. Ecco di cosa si tratta nel dettaglio.

Vulvodinia e vestibolodinia: cosa sono

La vulvodinia e la vestibolodinia sono due patologie ginecologiche di natura infiammatoria accomunate dal dolore cronico della vulva, ossia l'insieme degli organi genitali femminili esterni. Tra i sintomi principali, oltre al dolore, figurano anche la sensazione di bruciore, il gonfiore, la dispareunia (ossia il dolore durante i rapporti sessuali) e l’arrossamento. 

A distinguere le due condizioni è la specifica area colpita. La vulvodinia, infatti, interessa l’intera zona vulvare (anche se, in alcuni casi, il termine viene utilizzato per indicare anche un dolore generalizzato), mentre nel caso della vestibolodinia il dolore è circoscritto all’area del vestibolo, ossia la parte compresa tra le piccole labbra.

Come si diagnosticano vulvodinia e vestibolodinia

La diagnosi si basa su una prima visita ginecologica durante la quale il ginecologo o la ginecologa effettua l’anamnesi della paziente. Si prosegue con la vulvoscopia (ossia l’ispezione della vulva) per escludere anomalie o traumi visibili a occhio nudo. 

Strumento chiave per confermare la diagnosi è infine lo Swab Test, anche noto come test per l’allodinia. 

Che cos’è lo Swab Test

Lo Swab Test è un esame non invasivo eseguito in ambulatorio. Si effettua attraverso l’utilizzo di un cotton fioc o di un tampone (swab, in inglese), che può essere inumidito o asciutto, con il quale lo specialista tocca la vulva in punti specifici per individuare la presenza o meno di dolore e le aree particolarmente coinvolte.

Durante l’esame, una donna affetta da vulvodinia o vestibolodinia percepisce una sensazione di dolore che chi non è affetto da una di queste patologie non avverte.

Come si esegue lo Swab Test per diagnosticare vulvodinia e vestibolodinia

Normalmente, l’esame coinvolge tutte le aree della vulva: le grandi e le piccole labbra (e il solco interlabiale), il perineo, il prepuzio, la clitoride e il vestibolo vulvare.

Quest’ultimo, in particolare, deve essere toccato in sette diversi punti: davanti e dietro l’uretra, alla sua destra e alla sua sinistra e sul vestibolo posteriore (indicativamente a ore 4, 6 e 8). È in quest’ultimo punto dove, solitamente, le donne affette da una di queste due patologie infiammatorie avvertono un dolore più intenso.

L’allodinia consente, quindi, di mappare il dolore — identificando con precisione l’area coinvolta e permettendo così una diagnosi più accurata — e quantificarne l'intensità. 

La cannabis come aiuto in casi di vulvodinia e vestibolodinia

Grazie alle sue numerose componenti, note per le proprietà antinfiammatorie, rilassanti e analgesiche, la cannabis può rivelarsi una preziosa alleata nella gestione del dolore e dell’infiammazione dovuti a vulvodinia e vestibolodinia.

Nei casi di Vulvodinia, inoltre, riuscirebbe a risolvere sia il problema neuropatico che l’ipertono del pavimento pelvico, perché da un lato ridurrebbe il dolore e dall’altro rilasserebbe la muscolatura regolarizzando la terminazione nervosa. Ne abbiamo parlato nel dettaglio insieme alla dottoressa Raffaella Aliperti nell’articolo dedicato alla Vulvodinia.