Avrà degli effetti importantissimi, si tratta della prima revisione scientifica della cannabis e nelle raccomandazioni è stato riconosciuto il suo valore medico. Questo implica che mentre prima era inserita non solo nella tabella I, e cioè quella delle sostanze potenzialmente pericolose, ma anche nella tabella IV della convenzione sugli stupefacenti del 1961, quella in cui sono poste tutte le sostanze che non hanno valore medico, se le raccomandazioni venissero accettate, la cannabis rimane in tabella I ma viene eliminata dalla tabella IV, con un valore medico indiscutibile. A marzo 2020 è prevista la votazione di oltre 50 paesi delle Nazioni Unite, che dovranno accettarle o meno.
Invece quando parla della composizione chimica della cannabis, si va al di là dei soli cannabinoidi, visto che contiene oltre 600 sostanze e ci sono varietà di cannabis che magari, anche se hanno lo stesso contenuto di un singolo cannabinoide, hanno degli effetti completamente diversi proprio per la sua composizione…
Certamente; mettiamo il caso di un medico che la prescrive a un paziente e vede che una varietà funziona e l’altra no, nonostante la stessa concentrazione di cannabinoidi principali come THC e CBD, e non c’è nessuno che gli dica che cosa c’è di diverso nei due campioni che ha somministrato: è difficile che il dottore riesca a risalire a qual è il principio attivo che dà l’effetto farmacologico.
Nel frattempo lei, insieme ad altri ricercatori ha identificato un nuovo cannabinoide…
La nostra attività di ricerca continua. Nel cannabidiolo (CBD) estratto dalla canapa c’era un’impurezza che, oltre a una piccola percentuale di cannabidivarina (CBDV), conteneva un altro cannabinoide che chiamavamo CBDC4, che però non era mai stato identificato. E così l’abbiamo identificato e battezzato con il nome cannabidibutol (CBDB) e pensiamo che ci sia anche il corrispondente, il THCB, tetraidrocannabutol, che stiamo identificando.
Ad oggi ne sono stati identificati circa 120, pensa che ce ne siano altri importanti da scoprire?
Molti di quelli ad oggi identificati, e c’è chi parla di 120 e chi di 146, sono artefatti, nel senso che sono dovuti a come vengono estratti. Se si estrae riscaldando e in presenza d’ossigeno, ad esempio, è possibile che ci siano fenomeni di ossidazione o altro, e quindi ci sono cannabinoidi che non sono prodotti dalla cannabis, ma dalla degradazione dei cannabinoidi stessi. Ad ogni modo è possibile che ci sia lo spazio per identificarne altri, anche perché possono esserci delle varietà che possono darci delle sorprese. Alcune varietà potrebbero avere dei cannabinoidi particolari.
Mario Catania