Report: la cannabis potrebbe togliere più di 4 miliardi di dollari l'anno a Big Pharma

Report: la cannabis potrebbe togliere più di 4 miliardi di dollari l'anno a Big Pharma

Se la cannabis terapeutica fosse legalizzata in tutti gli Stati Uniti (ad oggi lo è in 29 su 50 Stati più il distretto federale di Washington D.C.) per condizioni come il dolore cronico, l'ansia e le crisi epilettiche, potrebbe togliere più di 4 miliardi di dollari l'anno all'industria farmaceutica americana.

La stima arriva da uno studio pubblicato nel maggio 2017 da New Frontier Data, fornitore di dati ed analisi alle imprese del cannabis business americano. "Ogni possibilità di alternative che potrebbero portare a ridurre l'uso di farmaci potrebbe rappresentare un punto di discussione convincente da un punto di vista pubblico", ha dichiarato John Kagia, vice presidente esecutivo del settore analisi per l'azienda.

La base del lavoro di analisi è uno studio del 2016 dell'Università della Georgia che ha tracciato la spesa medica negli stati che legalizzavano la cannabis dal punto di vista medico. Secondo studi precedenti, dal 2010 al 2013 le prescrizioni sono diminuite per i farmaci in cui la cannabis medica potrebbe essere un'alternativa, con un risparmio annuo pari a 165,2 milioni di dollari solo per il 2013. Un rapporto di follow-up degli stessi ricercatori ha dimostrato che se la cannabis medica fosse legale a livello nazionale, i contribuenti potrebbero risparmiare 1,1 miliardi di dollari ogni anno sulle prescrizioni.

Kagia ha estrapolato la ricerca applicando il declino medio delle prescrizioni dell'11% alla spesa farmaceutica annuale per le più comuni condizioni per le quali viene prescritta la cannabis. Sono arrivati alle nove condizioni seguenti per esaminare nel loro studio: dolore cronico, disturbo da stress post-traumatico, disturbi del sonno, ansia, epilessia, dolore neuropatico, nausea e vomito indotta da chemioterapia, sindrome di Tourette e glaucoma.

New Frontier ha poi riesaminato i rapporti di ricerca di mercato per ogni condizione e ha calcolato la spesa farmaceutica entro il 2019, calcolando i costi totali che sono passati da 40 miliardi di dollari nel 2016 a più di 44 miliardi di dollari nel 2019. Stando all'ipotesi che la cannabis potrebbe sostituire l'11% del totale delle prescrizioni, il valore sarebbe di 18,5 miliardi di dollari: 4,41 miliardi di dollari nel 2016, 4,55 miliardi nel 2017, 4,7 miliardi nel 2018 e 4,86 miliardi nel 2019, secondo New Frontier.

Sembrano corre enormi, ma è solo una parte del mercato farmaceutico statunitense, con una spesa per farmaci prescritta di 425 miliardi di dollari nel 2015. Ma per alcune aziende, che si occupano di alcune terapie, l'effetto potrebbe essere più pronunciato.

New Frontier fa l'esempio di Pfizer Inc., che ha farmaci per condizioni come ansia, epilessia, glaucoma, depressione e crisi epilettiche. Pfizer, con sede a New York, che ha venduto 52,8 miliardi di dollari di farmaci nel 2016, potrebbe subire perdite per mezzo miliardo di dollari l'anno, secondo le stime di New Frontier.

"È ragionevole supporre che la marijuana medica abbia un effetto sulle vendite farmaceutiche, ma la stima precisa è difficile da immaginare", ha affermato Robert Mikos, professore di diritto presso la Vanderbilt University Law School commentando lo studio su The Cannabist, sottolineando che: "Penso che ci siano aziende farmaceutiche preoccupate per l'impatto che la cannabis potrebbe avere sulle loro vendite".

Dall'altra parte iniziano ad esserci anche le prime aziende farmaceutiche che iniziano a fare ricerca e finanziare studi con derivati della cannabis. La matematica di New Frontier potrebbe aver sbagliato qualche calcolo, ma ha evidenziato una tendenza che diventerà realtà negli anni a venire. "Se i dati sono accurati - ha concluso Mikos - suggeriscono che c'è una parte significativa della popolazione che potrebbe beneficiare della legalizzazione della cannabis medica".

Redazione di cannabisterapeutica.info

24 novembre 2017
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