Un digiuno per la cannabis e per i pazienti, per fare in modo che le istituzioni ascoltino

Un digiuno per la cannabis e per i pazienti, per fare in modo che le istituzioni ascoltino

Per la cannabis terapeutica in Italia è l'ennesimo momento complesso, in cui le istanze dei pazienti vengono ignorate nonostante gli appelli. L'ultimo provvedimento, in ordine di tempo, è stato il decreto del ministero della Salute che ha inserito i preparati a base di CBD nella tabella dei medicinali del testo unico sugli stupefacenti, preceduto da una circolare nella quale si scrive che le spedizioni di prodotti a base di cannabis ai pazienti sarebbero vietate, nonostante per la maggioranza di chi si cura con la cannabis, sia spesso l'unico modo per ottenerla.

Le reazioni sono state diverse: dalla lettera inviata direttamente alle istituzioni alla quale ha fatto seguito una petizione online, lanciata dal Comitato Pazienti Cannabis Meica, alla lettera aperta scritta da Fuoriluogo, Associazione Coscioni e Forum Droghe, sottoscritta da quasi 2mila persone e inviata al ministro della Salute Speranza. Si chiedevano chiarimenti, e si chiedeva di evitare passi indietro in un settore in cui le norme burocratiche spesso hanno la meglio sul diritto di cura sancito dalla nostra Costituzione.

Entrambe le missive sono rimaste senza risposta, e così il passo successivo è stato quello di organizzare un digiuno di massa, per cercare di avere l'attenzione necessaria e avviare un confronto.
"Abbiamo scritto, manifestato, cercato di coinvolgere parlamentari e giornalisti per denunciare quanto si stesse tornando indietro con decisioni spesso anti-scientifiche – continuiamo a fare contro-informazione online e su carta ma la politica non ascolta. Abbiamo quindi deciso di proseguire queste azioni lanciando un digiuno di massa per dialogare con le istituzioni e chiedere loro di aggiornare le decisioni sulla cannabis. Aggiornarle sulla base degli sviluppi politico-scientifici in corso in tutto il mondo e intonarle al buon senso di chi cerca di vivere liberamente scelte individuali, terapeutiche o professionali", si legge infatti su Fuoriluogo.it, con un invito.

"Ti chiediamo di partecipare, dichiarando la tua disponibilità a questo digiuno a staffetta che è partito il 23 ottobre, un anno dopo che Walter De Benedetto ha portato il suo caso di malato davanti al Presidente della Camera. Da allora nulla è successo. Per questo abbiamo deciso di accompagnare la lotta di Walter (potete leggere ed aderire al suo appello qui) e di troppi altri malati italiani che oggi sono ostaggio della burocrazia o delle leggi repressive del nostro paese".

La richiesta è quella di collegarsi A QUESTO LINK e di scegliere una data con poche o nessuna adesione a partire dal 12 novembre 2020.

Digiuna anche tu per la cannabis!
Redazione di Cannabisterapeutica.info

29 ottobre 2020
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