Nuove evidenze scientifiche mostrano che la cannabis terapeutica può ridurre significativamente i sintomi di ansia e depressione
Un nuovo studio condotto dalla prestigiosa Johns Hopkins University e pubblicato sul Journal of Affective Disorders aggiunge un nuovo tassello nello spiegare i benfici della cannabis nel trattamento di ansia e depressione.
La ricerca, finanziata in parte dal National Institute on Drug Abuse (NIDA) e dal Lambert Center for the Study of Medicinal Cannabis and Hemp, ha osservato 33 adulti con ansia e depressione, documentando miglioramenti “sostenuti e significativi” dei sintomi già entro tre mesi dall’inizio del trattamento con cannabis medica.
Lo studio: sei mesi di osservazione
I ricercatori hanno seguito i pazienti per sei mesi, con valutazioni al basale, dopo un mese, tre mesi e sei mesi dall’avvio della terapia a base di cannabis. La maggior parte dei partecipanti ha scelto prodotti a prevalenza di THC e, già al terzo mese, i punteggi medi di ansia e depressione erano scesi al di sotto della soglia clinica.
Gli effetti positivi sono stati mantenuti nel tempo, confermando ciò che molti pazienti riferiscono da anni: la cannabis terapeutica può rappresentare una risorsa preziosa per la gestione dei disturbi dell’umore. Le dosi più efficaci, secondo i dati raccolti, sono state 10–15 mg di THC per via orale o almeno tre puff di cannabis vaporizzata.
Una conferma anche da altre ricerche
Negli ultimi anni, la letteratura scientifica ha iniziato a documentare in maniera più sistematica ciò che i pazienti avevano già intuito. Sono ormai diversi gli studi che certificano come la cannabis medica porti ad una riduzione ad esempio dell'uso di benzodiazepine.
Secondo uno studio del 2019 pubblicato su Cannabis & Cannabinoid Research dopo un periodo medio di due mesi di trattamento con cannabis medica, il 30,1% dei pazienti aveva interrotto l'uso di benzodiazepine. Questo dato è aumentato significativamente nel tempo: dopo due prescrizioni di cannabis medica, il 44,5% dei pazienti aveva cessato l'uso di benzodiazepine. Al termine del periodo di follow-up, dopo una media di sei mesi e tre corsi di prescrizioni di cannabis medica, il 45,2% dei pazienti aveva completamente interrotto l'uso di benzodiazepine.
Un recente review su Frontiers in Pharmacologyha mostrato che il CBD riduce l’attività cerebrale legata all’ansia, modulando connettività in zone come amigdala e corteccia prefrontale.
Conclusione simile alla quale è giunto uno studio pubblicato su Nature nel 2023, nel quale è stato riscontrato un miglioramento significativo della condizione dei pazienti, sia per quanto riguarda lo stato d’ansia, sia per quanto riguarda i disturbi correlati come i cambiamenti di umore, l’equilibrio del ciclo sonno-veglia e la qualità della vita.
Un altro studio pubblicato su Frontiers in Behavioral Neuroscience supporta il potenziale pro‑neurogenico del CBD nell’ippocampo, suggerendo effetti ansiolitici e antidepressivi correlati alla crescita di nuove cellule cerebrali.
E anche il CBG, cannabigerolo, ha mostrato efficacia nel trattare l'ansia. "Rispetto al placebo, c'è stato un significativo effetto principale del CBG sulle riduzioni complessive dell'ansia e sulle riduzioni dello stress. Il CBG ha anche migliorato la memoria verbale rispetto al placebo", riportano gli autori di un importante lavoro pubblicato su Scientific Reports, evidenziando che: "Il CBG potrebbe rappresentare una nuova opzione per ridurre lo stress e l'ansia negli adulti sani".
Anche sulla depressioneè in aumento la mole di ricerche scientifiche che indagano gli effetti della cannabis. Secondo uno studio del 2024 pubbliicato sulla rivista Pharmacopsychiatry, i risultati hanno dimostrato che i pazienti hanno riscontrato un miglioramento significativo utilizzando la cannabis medica, con una riduzione significativa del tasso di gravità della loro depressione riportato. "La cannabis medica è stata ben tollerata e il tasso di abbandono è stato paragonabile a quelli nei trial clinici sui farmaci antidepressivi", hanno scritto gli autori della ricerca. "I pazienti hanno riportato una riduzione clinicamente significativa della gravità della depressione."
In un altro lavoro interessante pubblicato nel 2022 su Expert Review of Neurotherapeutics i ricercatori dell'Imperial College di Londra, insieme a quella della Sapphire medical clinics, hanno analizzato i dati di 129 pazienti del registro della cannabis medica nel Regno Unito per scrivere che: "Il trattamento con prodotti a base di cannabis medica sono stati associati a riduzioni della gravità della depressione a 1, 3 e 6 mesi. Le limitazioni del disegno dello studio implicano che non si possa dimostrare una relazione causale. Questa analisi fornisce spunti per ulteriori studi in contesti di sperimentazione clinica".