Attività fisica, intestino e riduzione dell'infiammazione: il ruolo del Sistema Endocannabinoide

Attività fisica, intestino e riduzione dell'infiammazione: il ruolo del Sistema Endocannabinoide

L’attività fisica e il sistema endocannabinoide sono strettamente collegati alla produzione di sostanze che riducono l'infiammazione a livello intestinale. È questo il risultato di un recente studio dell’Università di Nottingham, che ha analizzato il legame tra i tre elementi in una ricerca che ha coinvolto pazienti affetti da artrite ed è il primo a studiare il legame tra Sistema Endocannabinoide, l'esercizio fisico e il microbiota intestinale.

Sistema endocannabinoide, attività fisica e infiammazione

L’esercizio fisico, più o meno intenso, suscita nell’essere umano una sensazione ribattezzata “sballo del corridore” (runner’s high, in inglese) e caratterizzata da euforia e ansiolisi, ossia l’abolizione parziale o completa dell’ansia. Nonostante per anni sia stata associata al rilascio di oppioidi endogeni, come le endorfine, questa sensazione, secondo gli studi più recenti, è in realtà legata all’attivazione del sistema endocannabinoide, già coinvolto nella modulazione del metabolismo energetico sistemico, dell’infiammazione, del dolore e della biologia cerebrale.

I principali elementi coinvolti in questa piacevole sensazione sono gli endocannabinoidi, le sostanze prodotte naturalmente dal nostro corpo e che hanno effetti simili a quelli causati da alcune componenti della cannabis già note per le loro proprietà benefiche e terapeutiche e ormai da anni sfruttate in ambito medico e scientifico.

Lo studio su attività fisica e la riduzione dell’infiammazione dell’Università di Nottingham

In questo contesto, nonostante la riconosciuta capacità dell'esercizio fisico di ridurre l'infiammazione cronica — che a sua volta causa molte malattie tra cui cancro, artrite e patologie cardiache —, si sa però molto poco su come questo avvenga a livello fisiologico.

Ad approfondire il legame è lo studio dell’Università di Nottingham, pubblicato su Gut Microbes e condotto da un gruppo di ricercatori guidati dalla professoressa Ana Valdes, che ha analizzato più nello specifico la correlazione tra attività fisica e infiammazione e che, per la prima volta, ha studiato anche il ruolo dell’intestino.

Nello studio sono state coinvolte 78 persone affette da artrite: 38 di loro hanno svolto 15 minuti di esercizi di rafforzamento muscolare ogni giorno per sei settimane, mentre 40 pazienti non hanno fatto attività fisica nel periodo di ricerca.

I risultati dello studio

Al termine dello studio, i partecipanti che hanno eseguito gli esercizi non solo avevano ridotto il dolore, ma avevano anche livelli più alti di endocannabinoidi; livelli più bassi di citochine — piccole molecole di natura proteica, che, legandosi a specifici recettori che sono posti sulla membrana delle cellule, favoriscono l’infiammazione — e, nel loro intestino, più microbi coinvolti nella produzione di sostanze antinfiammatorie.

L'aumento degli endocannabinoidi, quindi, sembra strettamente collegato ai cambiamenti nei microbi intestinali e alle sostanze antinfiammatorie prodotte da quelli che nello specifico sono chiamati SCFAS (Acidi grassi a catena corta). Almeno un terzo degli effetti antinfiammatori del microbioma intestinale, quindi, è, secondo lo studio, strettamente legato all'aumento degli endocannabinoidi.

“Il nostro studio mostra chiaramente che l'esercizio non solo produce, nel nostro corpo, sostanze simili a quelle presenti nella cannabis, ma anche che questo può avere un impatto positivo su molte condizioni di salute dei pazienti”, ha spiegato la dottoressa Amrita Vijay, tra i responsabili del progetto. “Con l'aumento dell'interesse per l'olio di cannabidiolo e altri integratori quindi è importante sapere che semplici interventi sullo stile di vita, come l'esercizio fisico, appunto, possono modulare gli endocannabinoidi e contribuire a migliorare la propria condizione”.

Martina Sgorlon

17 gennaio 2022
Altro da leggere
AttenzioneLe informazioni su questo sito sono presentate a solo scopo informativo, non possono costituire in alcun caso la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento. Pertanto non possono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente o la visita specialistica. Leggi il Disclaimer