“Il Sativex? Un passo avanti, ma non basta”

“Il Sativex? Un passo avanti, ma non basta”

sativex_bannerIl Sativex, farmaco prodotto dalla GW Pharmaceuticals, ormai approvato in 24 Paesi, continua a far discutere. Di sicuro rappresenta un miglioramento per quello che riguarda le terapie con prodotti a base di cannabinoidi e per la farmacologia applicata alla cannabis più in generale.

Ma ci sono anche altri aspetti che vanno considerati, come la limitazione per la prescrizione nel nostro Paese solo per gli spasmi nella sclerosi multipla. In generale in questo campo l’efficacia del farmaco nella spasticità della sclerosi multipla è stata dimostrata da uno studio recente, e l'azienda produttrice ha fatto sapere che il farmaco è in fase di test nel trattamento di una forma aggressiva di cancro al cervello.

Una lamentela che abbiamo ricevuto spesso, oltre al costo elevato, è il fatto che, a causa della concentrazione dei principi attivi, spesso le dosi indicate non siano adatte a risolvere il problema. Secondo il professor Giovanni Ambrosetto del dipartimento di Neurologia dell'Università di Bologna, “non è un problema di dosi o di farmaco. Dipende: si possono consigliare dalle 8 alle 12 vaporizzazioni giornaliere (di Sativex), ma andrebbe dosato a seconda del paziente. Il vero problema è che in Italia non che cultura sulla cannabis in medicina”.

Per approfondire di più il problema abbiamo fatto qualche domanda anche ad Andrea Trisciuoglio, fondatore di LapianTiamo.

Cosa pensi del Sativex?
Io partirei innanzitutto facendo a mia volta una domanda: “con che cosa si fa il Sativex? Qual è la materia prima?”. E’ questo il punto di partenza sul quale noi di LapianTiamo continuiamo ad insistere. Sarebbe molto meglio se potessimo produrre vari tipi di cannabis a secondo dei bisogni ed estrarre i principi attivi che servono a seconda della malattia e del paziente.

Quali sono i limiti di questo farmaco?
Il limite principale è che contiene solo due cannabinoidi, il THC ed il CBD, che per quante proprietà mediche possano avere, sono solo due delle centinaia di cannabinoidi conosciuti fino ad ora. Ad esempio ci sono altri cannabinoidi dalle potenzialità terapeutiche come il CBG o il CBN. Perché dobbiamo avere dei limiti quando il punto è curare dei pazienti?

Come hai visto il lancio del prodotto in Italia?
Sicuramente un passo avanti, anche se in questa operazione hanno grosso peso i colossi farmaceutici che si occupano della distribuzione del farmaco. Tra l’altro sembra quasi sia stato fatto apposta per me e Lucia (cofondatrice di LapianTiamo che con Andrea condivide anche il peso della scerosi multipla), come per darci un contentino. In generale come farmaco non gode della stima di molti pazienti anche per il prezzo elevato che si aggira intorno ai 700 euro per tre boccette.

Redazione Cannabisterapeutica.info

17 gennaio 2014
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