Il cannabiniode THCV fa diminuire i livelli di glucosio e può portare altri benefici nei pazienti affetti dal diabete di tipo 2.
E’ il risultato di una ricerca di scienziati delle Università di Nottingham, Oxford e Westminster pubblicata su Diabetes Care: uno studio randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo. 62 soggetti non insulino-trattati con diabete di tipo 2 hanno ricevuto questi tipi di trattamento: CBD (100 mg due volte al giorno), THCV (5 mg due volte al giorno), rapporto 1: 1 di CBD e THCV (5 mg / 5 mg, due volte al giorno) , 20: 1 rapporto di CBD e THCV (100 mg / 5 mg, due volte al giorno), o placebo abbinati per 13 settimane.
Nei risultati si può leggere che, rispetto al placebo, il THCV ha diminuito significativamente la glicemia a digiuno e migliorato la funzione delle cellule del pancreas (cellule beta HOMA2) che sono responsabili della produzione di insulina. Ha inoltre migliorato i valori di adiponectina e l’apolipoproteina A. Non c’è stata differenza tra CBD e placebo ed il CBD e ed il THCV sono stati ben tollerati.
Gli autori hanno concluso che: “Il THCV potrebbe rappresentare un nuovo agente terapeutico nel controllo glicemico nei soggetti con diabete di tipo 2”.
Le ricerche degli ultimi anni dimostrano minore incidenza di obesità e diabete fra i consumatori di cannabis e portano serie aspettative nello sviluppo di farmaci cannabinoidi contro le patologie del metabolismo.
Murray Mittleman, dell’unità di ricerca epidemiologica cardiovascolare del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, ha analizzato i dati di circa 5mila pazienti forniti dall’indagine National Health and Nutrition Examination Survey. La ricerca comprendeva soggetti fra i 20 e i 59 anni. I ricercatori guidati da Mittelman hanno incrociato dati raccolti fra il 2005 e il 2010 per analizzare le relazioni fra assunzione di cannabis e i valori di insulina, glicemia, pressione del sangue, colesterolo, massa corporea e circonferenza addominale. La ricerca è stata pubblicata sull’American Journal of Medicine e i risultati sono discussi anche nel commento pubblicato dall’American Journal of Epidemiology.
Il risultato di questo studio è stato ripreso da diverse testate mondiali per le sue dirette implicazioni cliniche. Il campione che faceva uso abituale di cannabis presentava un livello di insulina del 16% inferiore e maggiori livelli di colesterolo buono. Simili risultati, con minore evidenza, per chi aveva utilizzato ma interrotto l’uso di cannabis prima dell’indagine. Tutti gli indicatori di patologie del metabolismo o vascolari considerati nella ricerca sono risultati inferiori nei consumatori attuali o passati di cannabis. In questo gruppo risultava inoltre una minore prevalenza di pazienti affetti da diabete mellito. I ricercatori sono quindi convinti che esista una relazione diretta fra uso di cannabis e riduzione dei rischi di obesità e diabete.
La ricerca di Mittelmann è citata anche dal professor Joseph Alpert della University of Arizona e direttore dell’American Journal of Medicine. Alpert ha sottolineato come sia necessario cominciare nuove ricerche cliniche sugli effetti di THC e CBD in patologie come diabete e cancro.
Redazione cannabisterapeutica.info