La "moda" del CBD per gli animali (che rischia di fare danni)

La "moda" del CBD per gli animali (che rischia di fare danni)

Continua la nostra collaborazione con la dottoressa Elena Battaglia, veterinaria che per prima in Italia a portato le cure a base di cannabis per gli animali domestici che spiega perché nell'utilizzare il CBD per i propri animali, si debba far riferimento ad un veterinario esperto per evitare problemi, effetti collaterali o il fallimento della terapia.

Ormai sono diversi anni che mi occupo di terapia con la cannabis e il CBD negli animali. Piano piano ho visto il fenomeno prendere piede sempre di più fino ad arrivare a dei livelli che si possono definire “patologici” o comunque pericolosi per quel che riguarda la salute degli animali.

Sin dall’inizio si è cercato di far capire l’importanza di un piano terapeutico personalizzato, del seguire il paziente nel suo percorso, e che il fai da te è controindicato.

Adesso vedo che siamo in un momento a dir poco “selvaggio”, tutti pare siano esperti di CBD e terapia con i cannabinoidi anche se la maggior parte di loro conosce a mala pena le basi.

CBD per gli animali: partiamo dalle basi

E le basi, tanto per incominciare sono START LOW, GO SLOW. Eppure questa frase che sta alle fondamenta della terapia viene sottovalutata damolti cosiddetti “esperti”.Purtroppo si tende a partire con dosaggi non propriamente minimi. Questo cosa può comportare? Nella maggior parte dei casi un utilizzo eccessivo di CBD. Si parte dalla dose minima e si sale apposta per ottenere la “minima dose utile” per quel paziente.

Se uno parte da un dosaggio più alto potrebbe andare oltre la minima dose utile e nemmeno saperlo.

Il problema grosso si verifica in quegli animali che sono più sensibili al CBD. Cosa può succedere ? Di solito dormono troppo se il dosaggio non è stato tarato bene ma ci sono stati anche casi di cani “ubriachi” o comunque che non erano in grado di reggersi correttamente sulle zampe. È per questo che è sempre meglio partire dalla dose minima.

Ci sarà chi sostiene che non esiste una dose minima, in realtà non è così e ci sono diversi colleghi anche all’estero che lo hanno testimoniato. Senza contare alcuni prodotti presenti sul mercato attualmente che sono stati studiati in modo da rendere nota la dose minima al veterinario.

Interazione con altri farmaci ed effetti collaterali

Altra problematica: spesso sento dire “il CBD non ha alcun effetto collaterale”, a grandi linee è così ma nel dettaglio è sbagliato affermarlo. Frasi del genere fanno pensare , erroneamente, che il CBD possa essere usato liberamente negli animali senza pensare alle conseguenze, da chiunque. Oltre ai casi accennati prima di animali particolarmente sensibili al CBD poi c’è il problema dell'“interazione con altri farmaci”.

Un animale che intraprende la strada della terapia con il CBD deve essere seguito da un veterinario esperto, sia perché solo un veterinario esperto può capire se eventuali reazioni anomale possono essere attribuibili al CBD, sia perché, in questa maniera riesca ad ottenere il risultato migliore.

La terapia con il CBD non è standardizzata e non è standardizzabile. Cercare di usare lo stesso protocollo sempre con qualunque paziente è sbagliato. Ogni animale ha bisogno di un piano terapeutico personalizzato.

Ci sono animali che ci mettono più giorni ad ottenere dei risultati e quelli che ci mettono meno. Il fatto che un animale ci metta di più non è un buon motivo per “accelerare” la terapia ( aumentare i dosaggi accorciando i tempi). Il CBD ha bisogno di diversi giorni per iniziare ad fare effetto. Se uno “accorcia” i tempi anche in questo caso rischia di andare oltre alla minima dose utile.

Attualmente la possibilità di formazione seria esiste, sia a livello di corsi(Master di cannabis in Veterinaria di Cannabiscienza) sia a livello di libri (Principi di Cannabinologia Clinica, Cannabis Therapy in Veterinary Medicine).È fondamentare non fermarsi alle prime righe se uno vuole veramente intraprendere una terapia con i cannabinoidi.

Ci sono poi tutte quelle figure che fanno da contorno al mondo animale, che vanno dai toelettatori ai dog sitter. I più seri consigliano accuratamente al proprietario in questione di rivolgersi ad un veterinario esperto, molti altri intraprendono la strada del fai da te con ripercussioni di diverso tipo.

CBD e animali: evitare il fai da te

Spesso i proprietari finiscono con l’abbandonare la terapia perché non essendo stata data adeguatamente non funziona. Questo toglie all’ animale una possibilità che avrebbe avuto di migliorare se fosse stato seguito da un professionista. Ovviamente in questi casi i proprietari non sono stati adeguatamente informati sui tempi necessari per ottenere dei risultati.

Poi abbiamo i proprietari fai da te: "dopo tutto se non ci sono effetti collaterali"… oppure: "Perché spendere i soldi in un consulto, proviamo…" e anche qui si finisce che la terapia non funziona oppure iniziano a saltare fuori effetti collaterali.

Questo anche perché in tutti questi casi nessuno si è preoccupato di valutare le interazioni con gli eventuali altri farmaci o magari la somministrazione è fatta in modo errato. Da notare che purtroppo anche tanti colleghi, ancora adesso , pensano che non ci possano essere interazioni tra farmaci e CBD o ancora più gravi farmaci e cannabis terapeutica. È gravissimo che in tutti questi anni queste situazioni ancora esistano.

Prescrivere un piano terapeutico a base di CBD non è come prescrivere un integratore e tanto meno come prescrivere un antibiotico. Si parte dalla dose minima e si modella strada facendo la terapia per ottenere il massimo risultato con la minima quantità di gocce. La frase è START LOW GO SLOWe non "se poco fa bene, tanto fa meglio".

Anche tra colleghi vedo che purtroppo tante volte si da il CBD senza una conoscenza adeguata, più per “accontentare" il cliente, che magari vuole a tutti costi intraprendere questa nuova terapia. È inutile dare il CBD o la cannabis se non si ha un’adeguata conoscenza su come possono agire, per cosa possono essere utili e come ogni animale può reagire in base alla sua malattia e alle terapie in atto.

Tornando alla “moda”, purtroppo tante persone pensano e sperano che il CBD e la cannabis possano curare tutto. Sono fondamentali in molte patologie ma non possono guarire tutte le patologie. Io posso prescrivere una terapia a base di CBD se so che può essere utile o se, comunque, visto il caso il CBD potrebbe essere un’apporto fondamentale. Darlo senza avere un’idea di cosa aspettarsi non è un piano terapeutico, come fai a sapere se tenere quella dose? Se aumentarla? Un approccio di questo tipo non è scientifico e non aiuta nessuno.

La diagnosi è fondamentale, il contributo del veterinario indispensabile, purché sia davvero esperto di cannabinoidi, e la scelta del prodotto da utilizzare anche. Solo chi è davvero esperto è in grado di stare al passo con le nuove scoperte che vengono fatte quotidianamente nell’ambito del CBD e della cannabis terapeutica e come ci si rivolge ad un ortopedico esperto per una patologia ortopedica alla stessa maniera bisogna rivolgersi a un veterinario esperto in cannabinoidi per poter ottenere il massimo risultato dalla terapia.

Articolo a cura della dottoressa Elena Battaglia, operante presso l'omonimo studio veterinario a Spotorno

PER APPROFONDIRE:

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28 giugno 2022
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