Continua la nostra collaborazione con la dottoressa Elena Battaglia, veterinaria che per prima in Italia a portato le cure a base di cannabis per gli animali domestici. In questo articolo la dottoressa sfata i miti sulla terapia con cannabis rispondendo alle domande principali che le vengono fatte dai proprietari dei pazienti a 4 zampe.
Sempre più amanti degli animali si avvicinano all’uso del CBD e della cannabis per curare svariate patologie dei loro amici a quattro zampe.
Molti però hanno paura che questo tipo di terapia possa in qualche modo essere “pericolosa” o possa danneggiare in qualche modo il loro amato compagno. Purtroppo anni e anni di “fake news” sulla cannabis hanno creato una situazione che ha danneggiato l’utilizzo “medico” della cannabis sia in campo umano che animale. Ricordiamo che a fine 1800 e inizio 1900 la cannabis era inclusa nella Farmacopea Americana.
Bisogna ringraziare tutti coloro che, in ogni ambito del mondo della canapa/cannabis, quotidianamente alzano la voce per ricordare quanto siano importanti le qualità terapeutiche di questa pianta.
Così come capita in “umana” anche in ambito veterinario ci sono molte leggende metropolitane che creano confusione e impediscono, spesso, a molti proprietari di avvicinarsi in tempi utili alla terapia con la cannabis.
Spesso mi capita di fare consulti per persone che sono arrivate a considerare la terapia con la cannabis per i loro animali perché hanno già provato di tutto. Hanno aspettato e aspettato ma alla fine si sono fatti coraggio. Perché dico “fatti coraggio”, perché queste persone hanno idee molto confuse su quello che può e non può fare la cannabis o il CBD. Addirittura ci sono quelli che confondono CBD e cannabis.
Poi ci sono anche coloro che ci credono, che vogliono provare, però non hanno una conoscenza tale da essere sereni nell’usarla sui loro amati animali.
Ecco alcune delle domande più frequenti che mi capita di sentire:
Se uso la cannabis sul mio cane o gatto poi sarà sballato?
Il paziente ovviamente non sarà “sballato” se il piano terapeutico è stato fatto adeguatamente sul soggetto in questione. Iniziare con un dosaggio basso è fondamentale e se uno è rigoroso nell’attenersi ai dosaggi l’animale non sballerà. Ovviamente è necessario spiegare che ci vogliono circa 15 giorni di terapia, quando si usa la cannabis, per abituare il cane o il gatto al THC. Procedendo per gradi i pazienti non hanno problemi, se non raramente, un aumento delle ore di sonno.
La cannabis crea dipendenza agli animali?
Anche questa domanda è molto frequente. La cannabis non crea dipendenza; una volta che il cane/gatto non utilizzerà più la cannabis non avrà più i benefici che ne derivavano ma questo sarà l’unico effetto che si potrà notare.
Mi hanno detto che periodicamente devo interrompere l’utilizzo del CBD o della cannabis, è vero?
Assolutamente no, la maggior parte dei pazienti è in cura "a vita” per patologie come artrosi o malattie oncologiche. Esistono comunque casi in cui la terapia ha una “scadenza” proprio per il tipo di patologia. Una volta “curata” o “guarita”, si può eventualmente interrompere.
La cannabis che somministro al mio animale è apposta per animali?
L’olio di cannabis che viene utilizzato per le terapie per gli animali viene preparato con le stesse varietà che vengono utilizzate per le persone alla stessa identica maniera dal farmacista mediante preparazione galenica.
Io sapevo che la cannabis è illegale, è vero?
La cannabis che viene utilizzata per le terapie viene preparata in farmacia, è legalissima e ovviamente necessita di ricetta stupefacenti fatta da un veterinario in seguito alla preparazione di un piano terapeutico personalizzato per quel paziente.
Ho dato il CBD al mio cane e ha dormito tutto il giorno, è possibile?
No, non è possibile se la dose è stata studiata per quel determinato paziente. Il CBD difficilmente può dare effetti collaterali. Ci sono cani particolarmente sensibili, ai quali anche dosi minime per il loro peso possono dare un po' più di sonnolenza. E’ rarissimo che succeda partendo dalla dose minima per quel peso di cane. Molto spesso purtroppo i proprietari optano per il “fai da te” e si finisce che o il cane non ottiene i benefici che potrebbe ottenere oppure la dose è eccessiva per quel paziente e ci si ritrova con un animale un po' "addormentato".
Mi hanno detto che la cannabis serve solo per il dolore, è vero?
No, la cannabis non serve solo per il dolore. La terapia antidolorifica a base di cannabis è solo la punta dell’iceberg di tutto quello che di "medico" può fare questa pianta. La cannabis trova utilizzo nelle malattie neurologiche, nei pazienti oncologici per rallentare i tumori, in caso di epilessia, in animali con problemi di IBD e forme auto immunitarie, tanto per citare alcune patologie.
Ho comprato un CBD 15% per il mio carlino, ho pensato che siccome la percentuale è più alta facesse di più, può andare bene?
No, non va assolutamente bene. Quando si utilizza il CBD negli animali si parte dalla concentrazione più bassa in base al peso. Un CBD al 15% poi è solo 3 volte più concentrato di uno al 5%, ciò significa che daremo meno gocce ma non che sarà più efficace rispetto a una concentrazione più bassa. Si sceglie una concentrazione più bassa apposta per permetterci di aumentare gradatamente e trovare la dose minima utile per quel paziente.
Il veterinario mi ha detto che non ci sono studi sull’efficacia della cannabis, è vero?
Questa, lo ammetto, è la mia preferita. Fortunatamente con il passare degli anni la sento meno spesso. Ovviamente gli studi ci sono e non ci sono solo sul dolore. Ogni giorno brillanti studiosi in tutto il mondo pubblicano “paper” dove vengono evidenziate le qualità mediche della cannabis in varie patologie. Ricordiamoci che il sistema endocannabinoide è presente in tutto il nostro corpo e quindi la cannabis può agire in vari organi.
Uso olio di CBD per i miei animali, è la stessa cosa della cannabis?
L’olio di CBD non contiene THC se non delle eventuali tracce, per cui non ha effetti psicotropi. Per cannabis si intende la cannabis terapeutica che viene prescritta dal veterinario e che può contenere quantità variabili di THC.
Alla luce di queste domande ritengo sia fondamentale che nelle Università di Medicina Veterinaria si inizi a insegnare cosa sia il Sistema Endocannabinoide e tutte le possibili indicazioni terapeutiche di CBD e cannabis. Questo sicuramente permetterebbe ai veterinari di avere le idee un po' più chiare sui benefici di questa terapia e forse molti proprietari non arriverebbero alla cannabis quando ormai è tardi.
Questo purtroppo succede spesso per quel che riguarda i pazienti oncologici. Di solito da quando viene fatta la diagnosi a quando si rivolgono a me per un consulto sono passati mesi, mesi nei quali, se avessero avuto il supporto della terapia con la cannabis il cane/gatto sarebbe stato sicuramente meglio e forse, come succede in molti casi, il tumore si sarebbe rallentato.
Quotidianamente mi sento dire "a me non l’ha detto nessuno che avremmo potuto usare anche la cannabis". Senza entrare nel merito di chi non lo fa perché ancora convinto della propaganda ormai centenaria che è stata fatta contro la cannabis, la maggior parte dei veterinari ha una conoscenza non adeguata, oltremodo limitata e a volte errata dei benefici della cannabis. Non c’è ovviamente da stupirsi visto che in campo umano la situazione è la stessa, se non peggio.
A subirne le conseguenze purtroppo sono i nostri amici animali, che potrebbero avere una vita più serena e spesso più lunga grazie a CBD e cannabis.
Fortunatamente la soluzione c’è: è uscito un libro di brillanti colleghi un anno fa: Cannabis Therapy in Veterinary Medicine, ci sono dei corsi “base” a disposizione per veterinari online, c’è il Master in Veterinaria di Cannabiscienza e poi io, appoggiandomi al portale di un amico che produce CBD per animali ho creato la possibilità di “consulti pratici" per colleghi. In pratica si può avere un consulto su un determinato caso perché magari non si è ancora in grado di scegliere la varietà più indicata per quella patologia oppure si vuole imparare di più a livello pratico per poterlo usare con i propri pazienti. Il tutto è piuttosto semplice, basta indicare il tipo di richiesta e poi su appuntamento si procede con un consulto mirato che permetta di avere maggiore dimestichezza con la terapia, su come si prepara un piano terapeutico e come scegliere la varietà o le varietà migliori nei vari casi.
Ovviamente per poter acquisire dimestichezza con tutto questo ci vuole tempo ma è alla portata di qualunque collega appassionato di terapia con CBD e cannabis, in attesa che presto almeno le basi vengano introdotte a livello di università.
Articolo a cura della dottoressa Elena Battaglia, responsabile presso l'omonimo studio veterinario di Spotorno