Le attività quotidiane per la sopravvivenza ai primordi dell’umanità mettevano l’uomo primitivo d’innanzi a sfide che stimolavano momenti di stress acuto e periodi di stress cronico. Attività come procacciare il cibo o trovare un riparo generavano nel suo sistema nervoso un rilascio di dopamina mediante il reward system, il sistema della ricompensa, che è influenzato a sua volta dal Sistema Endocannabinoide. In questa sinergia, i sistemi generano nel soggetto un giudizio critico fondamentale per poter interpretare questi eventi e attività come soddisfacenti, e questo lo incoraggerà a ripeterle al fine della sua sopravvivenza. Attraverso tentativi e scelte dettate dall’istinto, l’uomo è arrivato in autonomia a capire cosa fosse opportuno e cosa non lo fosse, fissando nella sua memoria attimi ed eventi che lui stesso ricorda come sgradevoli o piacevoli e quindi tramandato nelle generazioni future e preservate nella sua evoluzione.
Oggi il reward system è intossicato da fattori esterni altamente assuefacenti quali, la nicotina, la caffeina, il gioco d’azzardo, lo swipe compulsivo sui social, i cibi raffinati e lo zucchero. Ponendo l’attenzione sulla modalità con qui vengono generate queste ricompense, sono tutte attività di appagamento rapido, molto potenti nel breve termine e che svaniscono altrettanto rapidamente creando una forte crisi di astinenza. La sensazione finale è di insoddisfazione e frustrazione sul lungo periodo. Non abbiamo nulla da imparare da questi elementi, ci lasciano intrappolati in una dipendenza fisica e mentale. Al contrario nel nostro amico primitivo le soddisfazioni derivavano da task estensive in cui la pazienza era un’arma fondamentale per poter sopravvivere.
La cronicità dello stress porta ad una serie di squilibri omeostatici che causano malattie di vario genere: psicopatologiche come ansia, depressione, insonnia, attacchi di panico o sintomi psicosomatici come mal di stomaco e mal di testa. In uno studio guidato da Tamashiro, viene anche discusso di come lo stress cronico sia associato allo sviluppo e al peggioramento della sindrome metabolica, pensiamo a malattie come il diabete, l’ipertensione, l’obesità e la dislipidemia.
Il dottor Franco Berrino, direttore del dipartimento di medicina preventiva dell’istituto tumori di Milano, ha condotto uno studio che mette in relazione dieta, malattie e infiammazione, mettendo in evidenza il potere terapeutico della pratica meditativa.
La meditazione è in grado di cambiare l’attività di decine di geni, attraverso un meccanismo epigenetico che avviene nel nostro DNA e che genera una risposta di spegnimento nei confronti dell’infiammazione e della risposta allo stress.
La dieta, a sua volta, gioca un ruolo fondamentale, scegliere i carboidrati complessi, un esempio su tutti i legumi, porta ad picco glicemico molto inferiore rispetto ai cibi raffinati, è un evento molto meno stressante per il nostro corpo.
La sedentarietà influisce negativamente sulla qualità di vita, l’attività fisica o anche una semplice corsetta è in grado di generare la famosa “runner high” una risposta che libera la molecola anandamide (AEA), l’endocannabinoide per eccellenza del corpo umano.
L’analogo esogeno naturale della AEA è il famoso Tetraidrocannabinolo (THC), presente nella pianta di cannabis.
In piccole dosi è in grado di stimolare una piacevole sensazione di benessere, e migliora umore e appetito.
Similmente, il CBD, ovvero il Cannabidiolo molecola molto discussa di recente è in grado di rimediare allo stress cronico portando la quiete nel sistema endocannabinoide, quando questo perde funzionalità a causa dello stress eccessivo e di conseguenza viene a mancare la comunicazione con il reward system creando sintomi e patologie elencate in precedenza. Sistema sottovalutato dalla medicina per anni prima di essere finalmente riconosciuto come “l’orchestra del corpo umano”.
Il CBD ha sicuramente molti target, è in grado di agire positivamente su più elementi che sono responsabili di stress e infiammazione. Le ormai appurate proprietà antinfiammatorie e antistress di questo componente della cannabis vengono mantenute se assunto regolarmente come integratore alimentare nella dieta di tutti i giorni. Ecco perché perché un aiuto per il trattamento dello stress può arrivare dalla cannabis.
Perché, come sostiene il dottor Berrino: “Abbiamo la responsabilità della nostra salute, senza se e senza ma!”
Dottor Valerio Uni