La fibromialgia l'aveva messa in ginocchio: ballerina rinasce grazie alla cannabis

La fibromialgia l'aveva messa in ginocchio: ballerina rinasce grazie alla cannabis
A cura di
Comitato Fibromialgici Uniti

Comitato Fibromialgici Uniti

L’associazione di volontariato Comitato Fibromialgici Uniti, rappresenta e tutela gli interessi morali e materiali dei soggetti affetti da Sindrome Fibromialgica, EHS (Elettrosensibilitá), MCS (Sensibilità Chimica Multipla), CFS/ME (Sindrome da Fatica Cronica / Encefalomielite Mialgica).

Testo a cura del dr. Dr. Michele Gardarelli, Presidente del comitato Tecnico Scientifico CFU-Italia odv

www.cfuitalia.it

Cannabis e fibromialgia: la testimonianza di Alexandra

La fibromialgia è una patologia che non conosce cura né prevenzione, ma che mette in ginocchio circa 2 milioni di italiani, in particolare donne. In un mondo pieno di incertezza e dove diagnosi e trattamenti sono complessi e limitati, la cannabis potrebbe essere una valida alleata per migliorare le condizioni di vita e di salute dei pazienti.

Ecco di cosa si tratta e cosa comporta la fibromialgia e la storia di Alexandra Moschella, rinata proprio grazie alla cannabis.

Che cos’è la fibromialgia

La fibromialgia, nota anche come sindrome fibromialgica (FM) o sindrome di Atlante, è una patologia caratterizzata da dolori muscolari diffusi associati ad altre condizioni quali affaticamento, rigidità, alterazioni dell’umore, disturbi del ciclo sonno-veglia e della memoria.

La patologia, che può comparire in modo graduale e quindi aggravarsi con il passare del tempo, colpisce più frequentemente le donne in età adulta e attualmente non esiste una vera e propria cura, ma solo un approccio e una terapia di contenimento e gestione del dolore e dei disturbi correlati; allo stesso modo, non prevede misure preventive.

Ignote anche le cause scatenanti, anche se i ricercatori sostengono, sulla base dei pochi dati disponibili, si tratti di un insieme di fattori che spaziano da quelli genetici a quelli ormonali, passando per le infezioni e i traumi fisici e psicologici. Tra le ipotesi più accreditate quella legata al modo in cui il cervello processa il dolore: nei pazienti affetti, infatti, la soglia del dolore sarebbe più bassa della norma a causa di un aumento della sensibilità cerebrale agli stimoli dolorosi.

Gli studi su cannabis e fibromialgia

Grazie alle sue proprietà ansiolitiche, antinfiammatorie e antidolorifiche e alla sua interazione con il sistema endocannabinoide, la cannabis (e di conseguenza i suoi derivati) potrebbe essere una potente alleata nel trattamento contro i dolori e i disturbi legati alla fibromialgia.

Ad approfondire il tema sono diversi studi, come quello condotto in Israele e pubblicato nel 2022 che ha analizzato l’impatto del trattamento con cannabis concentrandosi in particolare sui risultati a breve termine. Per la ricerca sono state coinvolte 30 donne di età compresa tra i 18 e i 70 anni con fibromialgia resistente alla terapia.

Secondo i ricercatori “il trattamento con cannabis per 30 giorni ha mostrato un netto miglioramento della qualità di vita, della salute fisica e psicologica (1,3, p < 0,01). Le donne che assumono cannabis hanno anche riferito di avere una maggiore autostima e di dedicarsi maggiormente ad attività ricreative e di svago. Altri miglioramenti elencati riguardavano la memoria, la concentrazione, i sentimenti positivi e il sesso”.

A questo si aggiunge oggi un nuovo studio, pubblicato nel gennaio 2023 e concentrato in generale sul trattamento del dolore cronico, che punta in particolare a sottolineare l’importanza di terapie a base di cannabinoidi per contrastare il sovradosaggio degli oppioidi in caso di dolore persistente. Il team di ricercatori, che ha raccolto e analizzato i dati di oltre 8.000 pazienti tra il 2017 e il 2019, ha evidenziato infatti riduzioni fino al -51% nel consumo di oppioidi, attualmente utilizzati anche per il trattamento della fibromialgia.

La storia di Alexandra Moschella: la terapia a base di cannabis per contrastare la patologia

“Passare dall’essere una ballerina professionista di danza classica, con una propria accademia, all’impossibilità di muoversi è un cambiamento radicale, troppo difficile da accettare, soprattutto quando, come nel mio caso, ho affrontato un lunghissimo e doloroso iter per arrivare alla diagnosi della mia malattia dopo diversi anni di atroci sofferenze. Dolori fortissimi che mi costringevano all’immobilità, che non mi davano tregua h24, insopportabili soprattutto di notte, e una notevole perdita di peso mi avevano costretta a rinunciare al mio amato lavoro, ma anche alla vita sociale, con disagi e sofferenze anche per i miei familiari”.

Scrive così, su Facebook, Alexandra Moschella, ballerina alla quale, dopo una lunga ed estenuante serie di esami, nel 2017 è stata diagnosticata la fibromialgia e che oggi è “rinata” proprio grazie alla cannabis, come riportato sul suo profilo.

Alexandra, che è stata inoltre colpita da un’insufficienza renale dovuta all’assunzione di numerosi farmaci e da un esaurimento nervoso dato dall’impatto psicologico dei continui dolori e per l’impossibilità di svolgere le normali attività quotidiane, oltre a quelle professionali, ha fatto sentire la sua voce anche attraverso un servizio andato in onda sulla televisione nazionale.

“Il servizio su Rai 3 che abbiamo fatto e che di seguito pubblico, spero sia utile a sensibilizzare ulteriormente sull’argomento e a dare un aiuto, portando alla conoscenza maggiore sull’uso della cannabis terapeutica, a chi come me combatte ogni giorno e magari non sa che se è vero che una cura non c’è: c’è invece la possibilità di stare meglio e io ne sono la prova vivente. Speriamo che presto noi pazienti colpiti da questa terribile malattia possiamo ricevere dallo stato aiuti concreti per affrontarla al meglio!”.

Secondo quanto riportato, infatti, Alexandra avrebbe speso oltre 6.500 euro l’anno per medicine ed esami diagnostici, perché la fibromialgia non è inserita nei LEA, ossia i Livelli Essenziali di Assistenza.

La Cannabis contro la fibromialgia: l’opinione del Dottor Paolo Moscato

A supportare Alexandra, come da lei stessa ricordato, il Dottor Paolo Moscato, direttore dell’Ambulatorio Day Hospital di Reumatologia dell’AOU Ruggi di Salerno, che, insieme all’Ospedale San Gennaro di Napoli, è centro autorizzato per la somministrazione della cannabis a uso terapeutico per la fibromialgia.

“Da quando però ho iniziato la terapia con la cannabis, piano piano sto tornando alla normalità e di questo sarò sempre grata al Dottor Paolo Moscato, che con il suo impegno, la sua dedizione e la grandissima umanità che lo contraddistingue, mi ha dato la possibilità di riprendermi piano piano la mia vita, sostenendomi sempre e dandomi speranza anche nei momenti più bui, non facendomi mai sentire abbandonata a me stessa ma sempre seguita con scrupolosità”.

Quello per la fibromialgia “è un trattamento che segue un preciso piano terapeutico, stilato solo dopo l’accertamento della non efficacia delle cure tradizionali e che necessita di una procedura anche particolarmente complessa”, ricorda il Dottor Paolo Moscato. “La cannabis-terapia non comporta alcuna forma di dipendenza e di assuefazione e non ha effetti collaterali, ma efficaci e quasi immediati effetti sulla qualità della vita dei pazienti”.

20 marzo 2023
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