Cannabis per prevenire il Covid-19: azienda chiede permessi per sperimentazione

Cannabis per prevenire il Covid-19: azienda chiede permessi per sperimentazione

La cannabis può aiutare a prevenire il COVID-19? Se lo è domandato un’azienda canadese che ora chiede alle autorità il via libera per la sperimentazione. Ecco tutti i dettagli.

Flora Growth Crop.: ricerca e sviluppo nel mondo della cannabis

Flora Growth Corp. è un’azienda canadese con sede a Toronto, nell’Ontario, nata con l’obiettivo di creare un collettivo globale di brand nel settore del benessere e del lifestyle che abbiano una base comune: la cannabis e i suoi derivati. Per raggiungere lo scopo, l’azienda ha dato vita all’area produttiva di Cosechemos, a Bucaramanga, in Colombia: un luogo dove il vento costante e le fonti naturali d’acqua formano l’ambiente ideale per coltivare piante ad alto contenuto di THC e alto contenuto di CBD destinate poi alla vendita all'ingrosso e all'estrazione.

A questo centro produttivo si affianca un attivissimo laboratorio di ricercae sviluppo dove un team di esperti, scienziati, biologi e formulatori lavora per realizzare una vasta gamma di prodotti in base alle esigenze del mercato e per analizzare la materia prima così da sfruttarla al pieno delle sue possibilità e potenzialità.

È in questo hub di ricerca che è nata l’idea di provare a utilizzare un prodotto a base di cannabinoidi per aiutare a prevenire le infezioni da COVID-19, un progetto, questo, alimentato anche e soprattutto dai recenti studi che hanno ipotizzato e analizzato la capacità della cannabis di inibire il virus.

La cannabis per prevenire il COVID-19

Per portare a termine il progetto, però, a inizio febbraio la Flora Growth Corp. ha dovuto richiedere l'approvazione e il via libera delle autorità di regolamentazione colombiane. La richiesta è stata inviata a INVIMA, l'agenzia colombiana per la regolamentazione degli alimenti e dei farmaci.

Una volta ottenuta l’autorizzazione, questo studio sarà condotto attraverso la divisione di ricerca di Flora Growth Corp., Flora Pharma, e la formulazione avrà luogo nel suo laboratorio colombiano certificato Good Manufacturing Practices (GMP). La società ha affermato che la ricerca esaminerà tutti i potenziali meccanismi dei cannabinoidi nella prevenzione dell'infezione dal virus COVID-19. Flora Growth Corp. ha inoltre sottolineato come la domanda sia stata inviata sulla base della nuova legislazione colombiana, che richiede alle compagnie assicurative di coprire le prescrizioni di cannabis.

“Lo scopo della nostra ricerca è quello di identificare prodotti cannabinoidi sicuri ed efficaci da utilizzare sul virus COVID-19”, ha spiegato la Dottoressa Annabelle Manalo-Morgan, scienziata e capo di Flora Pharma. “Questo ci consentirebbe non solo di arrivare più velocemente sul mercato con un prodotto immunomodulante preventivo, ma anche di esplorare le nuove possibilità di utilizzo dal punto di vista terapeutico”.

Gli altri studi su cannabis e COVID-19

Alla base della ricerca, come anticipato e come ricordato anche dal presidente di Flora Growth Corp., i numerosi studi pubblicati in merito all’applicazione dei cannabinoidi sui pazienti affetti da COVID-19. Tra le ricerche più recenti ricordiamo quelle sui cannabinoidi acidi, che potrebbero prevenire l’infezione del virus, e quelli legati alla capacità del Cannabicromene (CBC) di contrastare ARDS e infiammazione, solo per citarne alcuni.

"Siamo entusiasti che i nostri ricercatori di Flora Pharma possano basarsi su questi progressi e generare nuovi dati su come la cannabis potrebbe aiutare i consumatori di tutto il mondo sfruttando anche questa alternativa botanica naturale", ha affermato in un comunicato stampa Luis Merchan, presidente e CEO di Flora Growth Corp. “Siamo onorati di ricevere i consigli e le linee guida da INVIMA mentre iniziamo questo entusiasmante processo di ricerca. Ora, l’obiettivo della divisione Flora Pharma è cercare di ottenere prove a sostegno dell'uso di questo prodotto contro SARS-CoV-2 e di immettere sul mercato un prodotto efficace a base di cannabinoidi".

Martina Sgorlon

3 marzo 2022
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