La cannabis terapeutica ha un impatto “trascurabile” sulle prestazioni di guida

La cannabis terapeutica ha un impatto “trascurabile” sulle prestazioni di guida

“Nessuna prova degna di nota di compromissione della guida” dopo la somministrazione di cannabis terapeutica

Un nuovo studio evidenzia che ci sono pochi cambiamenti nelle prestazioni di guida tra i pazienti che assumono prodotti a base di cannabis terapeutica. Il lavoro, condotto dai ricercatori dell'Università di Swinburne in Australia, ha esaminato gli effetti dei prodotti a base di cannabis sulle prestazioni di guida simulate in un gruppo di 40 pazienti ai quali era stata legalmente prescritta la cannabis medica.

Secondo i ricercatori non c'è: "Nessuna prova significativa di alterazione della capacità di guida" dopo l'assunzione dei prodotti a base di cannabis prescritti.

Cannabis terapeutica ed effetti sulla guida: lo studio

I partecipanti, di età compresa tra i 22 e gli 80 anni, hanno completato una valutazione iniziale della guida prima di partecipare allo studio. Hanno quindi assunto la loro dose abituale di cannabis medica (oli o fiori a base di cannabis) prima di sottoporsi a una serie di test su simulatori di guida.

Le prestazioni di guida, inclusi la deviazione standard della posizione laterale (SDLP), la deviazione standard della velocità (SDS), la velocità media e la variabilità dello sterzo, sono state valutate utilizzando il simulatore di guida Forum8 prima dell'assunzione (pre-dosaggio), e poi due ore e mezza e cinque ore dopo l'assunzione.

Ai partecipanti è stato inoltre chiesto di valutare il proprio sforzo percepito nella guida dopo ogni test, e sono stati raccolti campioni di saliva e sangue in più momenti per analizzare il contenuto di THC.

I risultati

Gli autori, nello studio pubblicato sul Journal of Psychopharmacology hanno osservato che, sebbene coloro che assumevano oli tendessero a mostrare valori di SDLP più elevati, questi rimanevano stabili nel tempo e non è stata riscontrata "alcuna prova di alterazione delle capacità per entrambi i metodi di assunzione".

La mancanza di cambiamenti nella variabilità della velocità suggerisce anche una "modesta ma sostenuta stabilizzazione del controllo del veicolo", e un aumento della velocità media cinque ore dopo l'assunzione tra i partecipanti che è indicato come una "maggior precisione nel rispettare il limite di velocità assegnato".

Gli autori affermano: "In modo critico, non è stata osservata alcuna prova significativa di alterazione della capacità di guida (ovvero un calo significativo nelle metriche delle prestazioni di guida all'interno dello scenario di guida simulata) per entrambe le modalità di consumo, rispetto al baseline."

Sono state rilevate concentrazioni di THC nei campioni di saliva fino a sei ore dopo l'assunzione. Lo studio conclude: "Concentrandosi sui pazienti che consumano prodotti contenenti THC prescritti a dosi terapeutiche, questo studio fornisce dati critici sulla sicurezza e clinicamente rilevanti che sono più rappresentativi dell'uso medico reale della cannabis e del suo potenziale impatto sulle prestazioni di guida. Sono necessari studi più ampi e controllati per validare e confermare questi risultati nel stabilire conclusioni più definitive riguardo alla sicurezza stradale".

Cannabis e patente in Italia

In Italia è in discussione un disegno di legge che riformerebbe il codice della strada, introducendo cambiamneti anche per la guida sotto l'effetto di stupefacenti. Attualmente la legge - approvata alla Camera e in attesa di essere discussa al Sennato - senza fare distinzioni tra pazienti e consumatori in genere, prevede che il conducente fermato versi in stato di alterazione psicofisica e altresì in uno stato di assunzione di sostanza stupefacente. Questo significa che le forze dell'ordine preposte ai controlli, non devono solo verificare che il conducente sia positivo agli stupefacenti, ma anche che li abbia assunti o contestualmente o poco prima di mettersi alla guida. La nuova legge eliminerebbe questa distinzione, e basterebbe quindi essere positivi agli stupefacenti, nonostante sia risaputo che la cannabis persiste nell'organismno per lungo tempo. Ne abbiamo discusso ampiamente in un webinar dedicato all'argomento (QUI) e nel relativo articolo (QUI).

26 marzo 2024
Altro da leggere
AttenzioneLe informazioni su questo sito sono presentate a solo scopo informativo, non possono costituire in alcun caso la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento. Pertanto non possono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente o la visita specialistica. Leggi il Disclaimer