Israele: studi in corso sulla cannabis come aiuto ai bambini autistici

Israele: studi in corso sulla cannabis come aiuto ai bambini autistici

Mentre le prove dei possibili benefici della cannabis nel trattamento dell'autismo ad oggi sono quasi esclusivamente aneddotiche, in Israele sono iniziati i primi due studi clinici che indagheranno questa possibilità.

Il Paese da tempo si sta ponendo come l'epicentro mondiale della ricerca sulla cannabis, con il governo che sta investendo milioni di euro per rendere più efficiente la produzione, cercare nuove varietà e creare un sistema vicino ai pazienti. L'anno scorso infatti sono stati messi a disposizione 2 milioni di euro per finanziare 13 studi scientifici sulla cannabis in medicina e su nuove metodiche per ampliare la resa delle coltivazioni. Tra gli studi biochimici e medici approvati dai ministeri ci sono l’identificazione e le specifiche di nuove varietà e nuove sostanze nei ceppi di cannabis, l’utilizzo di cannabis ed il suo effetto sulla vista, lo studio della cannabis per combattere il cancro al colon, il trattamento della sclerosi multipla utilizzando la cannabis ed infine il suo utilizzo per prevenire il rigetto degli organi trapiantati, e un test sulla capacità della pianta di ritardare lo sviluppo di batteri nocivi.

E’ il paese in cui il dottor Raphael Mechoulam, considerato il padre della ricerca sui cannabinoidi, ha isolato per primo il THC e dove ancora oggi continua le sue ricerche. E’ l’unico Paese al mondo che offre la possibilità ai militari in servizio di usare la cannabis, dopo la scoperta degli ottimi risultati nel trattamento del PTSD, la sindrome da stress post traumatico. Con i suoi 8 milioni di abitanti conta circa 30mila pazienti che fanno suo di cannabis grazie anche alle recenti politiche governative che hanno facilitato l’accesso al farmaco; nel 2016 ne sono stati dispensati circa 400 chili al mese per un totale di circa 5 tonnellate.

In questo panorama c'è un dottore israeliano, Adi Eran, a capo del dipartimento di neurologia pediatrica al Shaare Zedek Medical Center di Gerusalemme, che quest'anno ha avviato i primi due studi clinicisulle potenzialità di cannabis nel trattamentodell'autismo. Il primo è uno studio in doppio cieco su 120 bambini affetti da autismo, con gruppo di controllo che assume sostanze placebo. I risultati sono attesi per l'anno prossimo, dopo un anno intero di studio. L'altro è uno studio aperto (open label) su 60 bambini sempre affetti da autismo .

Come raccontato da Haaretz, in entrambi i casi i pazienti ricevono un estratto di cannabis ricavato da un ceppo di cannabis medica sviluppato dalla società israeliana Breath of Life Pharma, nota anche come Bol Pharma. Questo ceppo è costituito principalmente da CBD e da una piccola quantità di THC.

Dalle evidenze preliminari - ancora aneddotiche - la maggioranza dei pazienti nello studio open label ha riportato meno ansia e meno crisi. E circa un terzo ha riferito che la comunicazione è migliorata.
Aran osserva che i pazienti che hanno sia l'autismo che un'altra patologia (o patologie) hanno finora risposto meno favorevolmente di coloro che hanno solo autismo. "Questa è l'unica ricerca del suo genere nel mondo, anche se molti altri stanno cominciando a provare", spiega Aran. "Siamo fortunati ad avere accesso alla marijuana medica e ad un sistema normativo che consente e permette il suo studio".

Intanto il ministero della Sanità sta conducendo sessioni di formazioni in ospedale per i medici, fornendo loro indicazioni sui quali particolari ceppi e miscele di cannabis potrebbero funzionare al meglio per la condizione di un paziente, secondo le indicazioni del dottor Michael Dor, responsabile dell'unità di ricerca medica sulla cannabis del ministero.
Era stato proprio Dor ad approvare lo studio di Aran in collaborazione con Bol Pharma. E tutto era nato da una ricerca che ha scoperto che la cannabis è stata utile per il trattamento dei bambini con epilessia, alcuni dei quali avevano anche l'autismo e il cui comportamento correlato all'autismo è migliorato.

"Molte ricerche devono ancora essere fatte", afferma il CEO di Bol Pharma, Tamir Gedo. "Dobbiamo capire perché funziona su una persona e non su un'altra. Questo sarà il primo di molti studi ".

Abigail Dar con il figlio Yuval

Abigail Dar è una mamma che sta seguendo il proprio figlio 24enne affetto da autismo che utilizza anche la marijuana medica e dice di aver visto un numero minore di crisi aggressive. È diventata una grande sostenitrice della causa ed ha creato una pagina su Facebook per i genitori, guida un gruppo WhatsApp e fornisce lezioni che cercano di educare la gente sulla cannabis medica come un'opzione di trattamento possibile.
"Quello che mi interessa è quello che funziona veramente per i bambini", dice Dar. "Sto raccogliendo dati e monitorando chi ha ottenuto miglioramenti e come ha risposto ad un determinato ceppo. Per me, questo è il modo per comprendere veramente i cannabinoidi e ciò che funziona per i nostri bambini".
Per quanto riguarda il proprio figlio, Yuval, dice che: "Non devo più avere paura delle crisi. Adoro mio figlio, ma c'erano delle esplosioni con cui era difficile convivere".
Teme che la recente attenzione dei media possa portare i genitori a credere che due gocce di olio di cannabis possano curare il proprio figlio dall'autismo, ma non è così. "La cannabis rende tutto più gestibile. Stiamo parlando dei nostri bambini che hanno meno angoscia, irrequietezza e crisi, portando un vero e proprio cambiamento per la qualità della vita delle persone con autismo e delle loro famiglie", aggiunge Dar.

Il ceppo di marijuana che Einav riceve, lo rilassa. E' un ragazzo di 10 anni che da gennaio ha iniziato la sperimentazione con il dottor Aran. "Qui e là le crisi si verificano ancora, ma non è niente rispetto a quello a cui eravamo abituati", dice sua madre, Ronit. "L'autismo è ancora lì, fa parte di lui. Ma non c'è dubbio: la cannabis ci ha salvati".

Mario Catania

10 ottobre 2017
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