La mia sclerosi multipla e la forza inattesa: "La cannabis mi ha guarito l'anima e tenuto in vita"

La mia sclerosi multipla e la forza inattesa: "La cannabis mi ha guarito l'anima e tenuto in vita"

La toccante testimonianza di Stefano Balbo, affetto da sclerosi multipla, diabete e sindrome dell'uomo rigido, che della cannabis dice: "Mi ha guarito l'anima e mi ha mantenuto in vita"

Mi chiamo Stefano Balbo e vivo qui a Merano. La mia vita è stata profondamente segnata dalla sclerosi multipla (SM), una malattia autoimmune cronica che ha iniziato a farsi sentire nel mio corpo in modo subdolo, interrompendo la normale comunicazione tra il mio cervello e il resto di me. Questa è la mia storia, un percorso fatto di sfide, ma anche di una ricerca tenace per vivere al meglio, che mi ha portato a scoprire una via inaspettata: la cannabis terapeutica.

Sclerosi multipla: dai primi dolori alla diagnosi

Da giovane, ero uno sportivo nel cuore, amavo correre in bicicletta e sognavo di farne una professione. Poi, la vita mi ha portato a un concorso in polizia, e lì sono iniziati i primi dolori, che all'epoca attribuivo alle ore passate sui sedili e al lavoro fisico. Quando il dolore si è attenuato, ho ritrovato la passione per l'allenamento in palestra, ma improvvisamente quel mal di schiena strano è tornato a tormentarmi. I medici inizialmente non hanno trovato nulla di significativo, parlando forse di un'ernia dovuta ai pesi. Ma il dolore aumentava, finché una risonanza magnetica ha rivelato quei "puntini" nella mia testa, come se avessi ricevuto tanti piccoli spari: erano le lesioni, i focolai che anticipavano la sclerosi multipla.

Come se non bastasse, alla SM si è aggiunto il diabete, una conseguenza del cortisone che prendevo per la sclerosi. Il mio pancreas non ha reagito bene, e sono diventato insulino-dipendente. E poi è arrivata la Sindrome dell'Uomo Rigido, una malattia rara che mi irrigidisce a scatti, simile alla SM ma, a detta di molti, più rapida nel suo esito. Ho anche dovuto affrontare cinque episodi di cancro alla vescica, con interventi e una conseguente resistenza agli antibiotici. Convivo con un dolore spesso atroce.

La diagnosi di SM ha avuto un impatto enorme sulla mia vita. Ho perso amici, spaventati da quello che mi stava succedendo, e questa è stata una delle ferite più profonde. I miei progetti sono andati in fumo, guidare la macchina è diventato un problema, e mi sono ritrovato a dover chiedere aiuto per le cose più semplici, sempre alla ricerca di un sostegno.

La scoperta della cannabis terapeutica

Poi, un giorno, a una fiera a Milano, parlando dei miei problemi, un ragazzo mi ha suggerito di provare l'erba che dava a sua zia. Ero scettico, ma ho provato. Ho fumato tre sigarette e non ho sentito nulla di particolare, se non un sonno profondo che mi ha costretto a farmi accompagnare in albergo. Ma la mattina dopo mi sono svegliato con una fame incredibile e, soprattutto, avevo dormito senza farmaci.

Ho raccontato questa esperienza al dottor Teatini, era intorno al 2000, e lui mi ha aperto un mondo. Mi ha spiegato che c'erano già delle sperimentazioni sulla cannabis da anni, e mi ha indicato PubMed, dove si potevano trovare migliaia di ricerche scientifiche. Ho capito che la cannabis non è una medicina nel senso stretto, ma un adiuvante potente.

Grazie al dottor Teatini, sono diventato uno degli allora trenta pazienti in Italia a usare sperimentalmente uno spray a base di cannabis, con un 50% di THC e un 50% di CBD. All'epoca non capivo bene la differenza, ma ho imparato che il THC agisce sui recettori che abbiamo nella testa, mentre il CBD lavora più a livello periferico.

Ho continuato a studiare e ho scoperto che il CBD aiuta moltissime persone a sopportare il dolore, i bruciori, tutti quei sintomi che tormentavano anche me. Ero diventato resistente ai farmaci, avevo preso anche il fentanyl per un anno e mezzo, una sostanza potentissima. Con il CBD ho iniziato a stare meglio, fino a non aver più bisogno di quei farmaci così pesanti. Adesso prendo una tisana con circa 3 grammi di cannabis e un buon 25% di THC, che mi aiuta a confondere la percezione del dolore nella testa, anche se a volte mi rimbambisce un po'. Per contrastare questo effetto, uso il CBD. Quindi, a chi inizia ora, consiglio di usare una quantità maggiore di CBD.

Ho sviluppato delle routine che mi aiutano a stare meglio. Sicuramente l'uso continuativo di CBD è fondamentale. Lo acquisto da Ecopassion perché è un CBD selezionato. Ho capito che non è tanto la quantità in sé, ma la costanza che fa la differenza, perché i nostri recettori hanno bisogno di essere saturati nel tempo.

All'inizio ero un po' restio, avevo delle riserve sull'uso di questi prodotti. Ma ho letto molti studi, ho cercato informazioni su siti ufficiali come PubMed e The Lancet, dove ci sono migliaia di sperimentazioni. Mi sono detto: se continuano a fare ricerche per anni, un motivo ci sarà. Il CBD è un vero aiuto, mi permette di sopravvivere, di dormire, la mattina riesco a leggermi il giornale, ma prima devo prendere un po' di CBD per calmare i dolori. Appena sveglio, le gambe sono un po' rigide, ma con il CBD va molto meglio. Cerco di fare un po' di esercizi, di non rimanere immobile.

Ormai alcuni prodotti a base di CBD fanno parte della mia vita quotidiana, e non potrei più farne a meno. Il CBD contrasta gli effetti avversi del THC, è un prodotto sicuro e amplifica l'effetto degli altri farmaci, permettendomi di prenderne meno. Ho smesso con il fentanyl e prendo pochissima morfina.

Cosa consiglierei con il cuore ad altre persone con la sclerosi multipla? Di provare, di non avere timore, perché con il CBD non è mai morto nessuno. Il 90% del lavoro lo fa il CBD, non il THC, che serve forse nei casi più estremi come il mio.

Convivo con la parola "incurabile" da trent'anni, da quando mi hanno diagnosticato il diabete, seguito poi dalla sclerosi multipla, i problemi di cancro e infine la Sindrome dell'Uomo Rigido, che ha reso tutto ancora più difficile. Ma ho scelto di vivere, di scrollarmi di dosso quella diagnosi letta come una condanna a morte. L'uso della cannabis terapeutica mi ha aiutato in questo. Il mio passato era pieno di promesse, il mio futuro incerto, ma ho imparato a godere del presente e, per quanto possibile, ad aiutare gli altri.

So che c'è molta confusione tra l'uso terapeutico e quello ludico della cannabis, ma sono due cose ben diverse. La canapa non è solo THC, ma ha decine di altri principi attivi benefici per molte patologie, che altrimenti richiederebbero l'uso di morfina e oppiacei, con il rischio di dipendenza che la cannabis non comporta.

Io posso testimoniarlo: la canapa mi ha guarito l'anima e mi ha mantenuto in vita. E spero che la mia storia possa essere d'aiuto e di speranza per tanti altri.

9 giugno 2025
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