Estratti di cannabis industriali: il punto di vista del farmacista galenista

Estratti di cannabis industriali: il punto di vista del farmacista galenista
A cura di
Farmacia Ternelli

Farmacia Ternelli

La Farmacia Ternelli è specializzata da quasi 20 anni in preparazioni galeniche di farmaci: da capsule, bustine, estratti a iniettabili. È in grado di fornire farmaci in tutta Italia, secondo le esigenze di ciascun paziente.

 

Gli estratti industriali sul mercato italiano e il paragone con gli estratti magistrali prodotti in una farmacia galenica, nel parere di Marco Ternelli, esperto galenista e preparatore di cannabis

Dal 2023 sono entrati in commercio gli estratti “semi‑industriali” di cannabis. Si tratta di soluzioni oleose già titolate in THC e/o CBD, prodotte dall’industria e destinate esclusivamente alle farmacie come materie prime (o meglio: intermedi di lavorazione) stupefacenti. Tra i nomi più ricorrenti vi sono gli estratti Tilray™ e Avextra™ oltre che Farmalabor™, entrambi arrivati tra il 2023 e il 2025 ed entrate, piano piano, nelle prescrizioni di medici e pazienti.

Dal punto di vista regolatorio restano principi attivi e non farmaci finiti: devono quindi essere riconfezionati e/o diluiti dal farmacista, che apporrà un’etichetta con lotto, titolazione reale, scadenza e posologia indicata dal medico, come un normale estratto di cannabis galenico. La comodità, quindi, è abbastanza evidente: niente estrazione, niente test HPLC post‑produzione, tempi di allestimento molto più rapidi. Ma il farmacista galenista sa bene che dietro questa apparente semplicità si nasconde un quesito fondamentale: meglio l’estratto industriale standardizzato in THC/CBD o l’estratto galenico fatto dal farmacista?

Come nasce un estratto industriale

Il processo di preparazione di un estratto industriale parte da infiorescenze di cannabis (a volte anche foglie); i cannabinoidi vengono estratti con solventi, purificati ed infine disciolti in olio MCT (Medium Chain Triglycerides). Il risultato è un liquido limpido (quasi) inodore, in cui solo THC, CBD (e tracce di CBN) rientrano nei certificati di analisi: terpeni, flavonoidi e gli acidi carbossilati (THCA, CBDA) non sono considerati e pertanto la loro presenza risulta irrilevante (se non assente) ai fini della commercializzazione.

Estratti Tilray™ e Avextra™

Il produttore canadese Tilray propone flaconi da 25 ml in tre diverse titolazioni:

1.     T25 → 25 mg/ml di THC (2,5 % p/v) con CBD <1 mg/ml;

2.     T10C10 → 10 mg/ml di THC + 10 mg/ml di CBD, ovvero 1% THC e 1% CBD

3.     T5C20 → 5 mg/ml di THC + 20 mg/ml di CBD, ovvero 0,5% THC e 2% CBD

Gli estratti T10C10 e il T5C20 presentano una concentrazione doppia rispetto agli oli standard di Bediol/FM2 (il primo) e una concentrazione tripla rispetto agli oli di Bedrolite (il 2°) pertanto possono essere venduti come tali senza necessità di diluizione da parte del farmacista. Il T25, invece, avendo una concentrazione in THC di quasi il 70% superiore alla media degli estratti contenenti THC realizzati in farmacia, necessita di maggiore attenzione: in tal caso è compito del medico valutare se richiederne la diluizione al farmacista per aggiustare la concentrazione a una più pratica e facilmente gestibile dai pazienti (es. 1,5%), riducendo così il rischio di reazioni avverse o iperdosaggi.

Per quanto riguarda Avextra, l'estratto 10/10 mg/ml (1% THC + 1% CBD) è l’unico ad oggi disponibile in commercio.

Perché l'olio di cannabis galenico preparato in farmacia è diverso

Quando prepariamo un olio di cannabis in un laboratorio galenico della farmacia partiamo dall'infiorescenza intera: filtriamo ma non rimuoviamo terpeni, cannabinoidi acidi e altri componenti del fitocomplesso. Il risultato è un preparato davverofullspectrum in cui ogni sostanza presente (inclusi terpeni, clorofille, acidi, lipidi ecc.) concorre al cosiddetto “effetto entourage”. La terapia può essere creata su misura scegliendo la varietà e variando la concentrazione finale. In cambio però servono tempo, competenze analitiche e strumentali e talvolta costi maggiori.

Perché davvero full spectrum? Per “estratto full-spectrum” si intende un prodotto derivato dalle infiorescenze di cannabis e contenente tutti i composti/le sostanze ad effetto terapeutico della pianta, presenti nel momento della lavorazione. Tuttavia, ad oggi non c’è una definizione ufficiale e una regolamentazione dei prodotti; pertanto, il claim “full spectrum” può essere utilizzato anche quando non rispecchia esattamente la realtà dei fatti:

  • c’è chi lo intende come la presenza del THC nell’estratto finale, indipendentemente dal resto;
  • chi invece lo intende per differenziare 2 estratti, uno con e uno senza THC;
  • altri ancora (più corretto) intendono la presenza di tutti i cannabinoidi, neutri e acidi, terpeni e sostanze secondarie presenti nel fiore originale e altrettanto nell’estratto finale.

Ne caso degli estratti industriali, essendo materie prime, sono regolamentati dall’AIFA che impone la standardizzazione di certi componenti attivi (es. THC e CBD), cosa che inevitabilmente comporta il fatto che ne siano trascurati altri (es. terpeni) che al contrario, nel preparato galenico non sono rimossi, ma mantenuti al fine di garantire l’effetto desiderato.

Il parere del galenista

Ci sono sempre pro e contro in ogni cosa. Gli estratti industriali rispondono alla necessità di standardizzazione, rapidità e in alcuni casi a un minor costo per il paziente a basso dosaggio. Tuttavia non sostituiscono il valore aggiunto di un olio magistrale che riproduce fedelmente il fitocomplesso della pianta. La scelta migliore resta quella concordata da medico, paziente e farmacista, bilanciando semplicità d'uso ed esigenze terapeutiche.

18 luglio 2025
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