In Germania il governo seleziona produttori di cannabis medica, in Italia cosa aspettiamo?

In Germania il governo seleziona produttori di cannabis medica, in Italia cosa aspettiamo?

La Germania ha deciso di sviluppare la propria industria di produzione di cannabis medica per ridurre la dipendenza dalle importazioni dal Olanda e Canada.

Il governo ha appena accettato le offerte per i contratti di fornitura da 79 potenziali coltivatori. L'autorità per la regolamentazione delle droghe del Paese, BfArM, ha dichiarato di puntare a selezionare i coltivatori tra aprile e giugno, per un volume totale di approvvigionamento di cannabis di 10.400 kg in quattro anni e il primo raccolto previsto per il 2020.

Le prescrizioni di marijuana medicinali sono disponibili in Germania dal 2017, ma tutti i farmaci sono attualmente importati e di recente il Paese aveva chiesto ed ottenuto un aumento del quantitativo di cannabis importata dall’Olanda fino a 1,5 tonnellate l’anno a partire dal 2019

In Italia la cannabis medica è legale dal 2007 e dal 2014 è attiva la produzione di cannabis medica presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Nonostante i grandi finanziamenti ad oggi la produzione dello stabilimento resta molto bassa, compresa tra i 150 e i 200 chilogrammi l'anno per due varietà. E anche le importazioni restano sotto i 1000 chili l'anno, una situazione che crea non poche difficoltà ai pazienti, che da mesi si trovano a combattere con la carenza di cannabis in tutta Italia.

Per far fronte al problema il ministro della Salute Grillo aveva previsto l'apertura della produzione di cannabis medicale anche ai privati. L'annuncio era arrivato a luglio del 2018, ma ad oggi non è stato fatto nessun passo avanti.

Il paradosso è che avendo avviato la seconda produzione di cannabis medica in Europa dopo l'Olanda, oggi, invece che essere esportatori di prodotto come sarebbe dovuto avvenire, siamo ancora alle prese con la carenza del medicinale per i pazienti, mentre rischiamo di farci sorpassare da altri paesi europei.

Mario Catania

6 febbraio 2019
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