Oltre CBD e THC: ecco perché i “cannabinoidi minori” sono sempre più al centro dell’attenzione scientifica e clinica
Quando si parla di cannabis a scopo medico, i protagonisti indiscussi sono da sempre THC e CBD. Ma la pianta di Cannabis sativa contiene oltre 100 fitocannabinoidi, molti dei quali poco studiati – almeno fino a pochi anni fa. Tra questi, CBN (cannabinolo), CBG (cannabigerolo), CBC (cannabicromene), THCV (tetraidrocanabivarina) e altri, stanno attirando l’interesse di ricercatori e clinici.
La domanda è: possono davvero rappresentare il futuro della cannabis terapeutica? E soprattutto: che ruolo avranno nella pratica medica?
Cosa sono i cannabinoidi “minori”?
Con “minori” non si intende che siano meno importanti, ma semplicemente presenti in concentrazioni più basse nella pianta, rispetto a THC e CBD.
Grazie ai progressi nell’estrazione e alla coltivazione selettiva, oggi è possibile isolare e studiare questi composti in modo più preciso. Ogni cannabinoide ha una firma farmacologica unica, e non tutti agiscono sugli stessi recettori o nello stesso modo.
I principali cannabinoidi minori: funzioni e potenzialità
CBG (Cannabigerolo): il “precursore” di tutti
- È il primo cannabinoide che si forma nella pianta: da lui derivano THC, CBD e altri.
- Non psicoattivo.
- Azioni note: antinfiammatorio, antibatterico, neuroprotettivo.
- Studi promettenti per: malattie infiammatorie intestinali, glaucoma, neurodegenerazione, dolore neuropatico.
- Uno studio del 2022 (Rock et al.) ha mostrato che il CBG può ridurre l’iperalgesia in modelli animali senza effetti collaterali sedativi.
CBN (Cannabinolo): il cannabinoide “sedativo”
- Deriva dall’ossidazione del THC → presente in cannabis “vecchia” o ossidata.
- Leggera affinità con i recettori CB1 → lievemente psicoattivo.
- Azioni: sedativo, miorilassante, antibatterico, analgesico.
- Studi ancora limitati ma crescenti per: insonnia, spasmi muscolari, dolore cronico notturno.
CBC (Cannabicromene)
- Non psicoattivo, ma attivo su recettori TRP (come TRPV1).
- Sembra potenziare gli effetti di altri cannabinoidi (effetto entourage).
- Possibili benefici su: infiammazione, acne, neurogenesi.
THCV (Tetraidrocannabivarina)
- Simile al THC ma con struttura più corta.
- A basse dosi: antagonista CB1 (riduce appetito).
- A dosi più alte: agonista CB1 (lievemente psicoattivo).
- Studi su: obesità, diabete di tipo 2, ansia, epilessia.
Efficacia reale o no?
Sebbene i dati preclinici siano molto promettenti, è importante essere cauti. La maggior parte degli studi su CBN, CBG e affini sono ancora su modelli animali o in vitro. Le evidenze cliniche su esseri umani sono limitate, ma in espansione.
Uno studio del 2021 pubblicato su Cannabis and Cannabinoid Research ha intervistato oltre 1.000 utilizzatori di CBG, e oltre il 70% ha riferito benefici per:
- Ansia.
- Dolore cronico.
- Infiammazione.
- Problemi gastrointestinali.
Perché i cannabinoidi minori potrebbero rivoluzionare la medicina?
- Agiscono su bersagli diversi rispetto al THC e al CBD, il che significa avere a disopsizione nuove "strade" terapeutiche.
- Possono essere meglio tollerati (non psicoattivi).
- Potrebbero essere più indicati in alcune condizioni specifiche (es. THCV per il controllo dell’appetito, CBN per l’insonnia).
- Consentono formulazioni personalizzate e sinergiche grazie all’effetto entourage (interazione tra più cannabinoidi e terpeni).
Il futuro? Promettente, ma da costruire
CBG, CBN, THCV e gli altri cannabinoidi minori non sono ancora “medicine” nel senso stretto, ma rappresentano una frontiera di grande interesse.
La loro efficacia terapeutica richiede:
- Studi clinici randomizzati.
- Regolamentazioni chiare.
- Formulazioni sicure, stabili e tracciabili.
Nel frattempo, è importante informarsi e, se si desidera sperimentare questi composti, affidarsi sempre a operatori sanitari e farmacie specializzate.