Davide Maran in laboratorio
Più di 180 varietà di cannabis analizzate con metodo scientifico ed analitico: è il lavoro al quale si è dedicato Davide Maran, per laurea in Scienze e tecnologie erboristiche all’Università di Modena e Reggio Emilia e che sta portando avanti gli studi nel corso di laurea specialistica dell’Università degli Studi di Milano nella facoltà di Scienza del farmaco in “Safety assessment of xenobiotics and biotechnological products”. “E’ un misto tra tossicologia, farmacologia e lo studio della sicurezza di contaminanti sui farmaci”, spiega Davide.
La sua attività di ricerca inizia grazie ad un tirocinio di 200 ore presso il Centro di Ricerca CREA-CIN nella sede distaccata di Rovigo, che al tempo in cui Davide stava scrivendo la tesi era l’unico centro autorizzato in Italia ad eseguire ricerche sulla cannabis. “Grazie al dottor Gianpaolo Grassi, primo ricercatore del CREA-CIN di Rovigo ed alla sua conoscenza sulla canapa maturata in oltre 20 anni di studi, ho potuto dedicarmi allo studio analitico mediante tecniche gascromatografiche di oltre 180 accessioni di canapa, caratterizzate da variabilità agrocolturali ed ambientali”.
Separazione dei componenti principali tramite cromatografia su colonna
Successivamente le attività di ricerca sono continuate presso il laboratorio “Phyto and MORE” del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Modena e Reggio Emilia, con la professoressa Stefania Benvenuti come responsabile. Qui sono state svolte numerose indagini volte ad identificare, quantificare, separare e isolare i principali cannabinoidi.
Gli obiettivi dello studio erano principalmente 3:
Come scrive Davide: “Nella tesi sono riportati cenni di carattere storico, botanico e legislativo della Cannabis. Vengono descritte la composizione chimica, gli effetti biologici e le attività terapeutiche di questa pianta, secondo quanto riportato dalla più recente letteratura scientifica. Vengono inoltre trattate le principali metodologie estrattive e analitiche attualmente utilizzate nell’ambito della ricerca. Finalità del lavoro è quindi la riscoperta, attraverso la selezione di varietà, il controllo analitico e le tecniche di estrazione più efficaci, di alcuni principi attivi della canapa, magari meno famosi di altri ad attività psicotropa, di notevole interesse fitoterapico e nutraceutico”.
Analisi TLC CAN15 delle varietà Carmagnola (deposizione 1 e 3, rispettivamente 10 e 20 μl) e Santhica (deposizione 2 e 4, rispettivamente 20 e 10 μl)
“Provando e riprovando ho trovato un metotodo analitico per visualizzare i cannabinoidi sulle lastre TLC. E’ un metodo che consente la visualizzazione dei cannabinoidi su queste lastrine, che è differente rispetto ai metodi utilizzati comunemente. In tutte le ricerche scientifiche dagli anni ’90 in poi, viene utilizzata una sostanza che si chiama fast blue, che ha dei costi molto alti, visto che un grammo costa più di 100 euro. Dopo vari tentativi in laboratorio ho scoperto che si può utilizzare un’altra tecnica e cioè l’immersione in una soluzione di ammonio molibdato e cerio solfato con conseguente riscaldamento, che è abbastanza veloce e permette di raggiungere buoni risultati”.
Riguardo invece alle analisi in sé “nella tesi ho riportato solo le analisi principali, ma prima di arrivare a quelle conclusioni avrò fatto almeno 600 analisi per arrivare a quelle conclusione ed a quegli spettri che mostrano bene i principali cannabinoidi”.
Intanto Davide continua gli studi sulla cannabis nei laboratori dell’Università di Modena: “Abbiamo avuto da qualche mese l’autorizzazione dal polo dei farmacologi per testare degli estratti a base di CBD che abbiamo prodotto. Saranno dei test in vitro per vedere attività antiossidanti ed altre caratteristiche. Ora sto cercando un posto per il tirocinio che dovrei fare l’anno prossimo, in Italia ed in Europa si stanno aprendo nuove possibilità di ricerca”.
QUI la tesi integrale e QUI il riassunto.
Mario Catania