Il CBD potrebbe diventare un ingrediente attivo prezioso e ben integrato nelle terapie dermatologiche e cosmetiche, secondo una nuova review
"Il CBD mostra diversi effetti biologici sulla pelle, mediati dalla sua interazione con il sistema endocannabinoide (ECS) e molteplici target molecolari. Le sue proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, antibatteriche, analgesiche e antiproliferative contribuiscono al suo potenziale terapeutico nella gestione di disturbi cutanei infiammatori e immunomediati, nonché nel promuovere il ringiovanimento, l'idratazione e la protezione della pelle dai danni ossidativi e ambientali".
Sono le coclusioni di una recente revisione della letteratura scientifica ad oggi disponibile sul CBD e gli effetti sulla nostra pelle pubblicata sulla rivista scientifica Biomolecules.
Secondo i ricercatori affiliati all'Università rumeo George Emil Palade, il CBD sarebbe efficace nel trattare diversi disturbi connessi a problematiche della pelle e del cuoio capelluto.
"Evidenze precliniche e cliniche ne supportano l'efficacia nella gestione di acne, psoriasi (inclusa la psoriasi del cuoio capelluto), dermatite atopica e seborroica e dermatite allergica da contatto", scrivono i ricercatori evideziando che: "Il CBD allevia anche il prurito attraverso la modulazione neuroimmunitaria e promuove la guarigione delle ferite in condizioni come il pioderma gangrenoso e l'epidermolisi bollosa".
Dalll'acne alla psoriasi, fino al cancro della pelle
"Nei disturbi dei capelli", continuano i ricercatori, "come l'alopecia androgenetica, favorisce la rigenerazione follicolare. Il CBD si mostra promettente nella gestione dei tumori della pelle (melanoma, carcinoma squamocellulare, sarcoma di Kaposi) e dei disturbi della pigmentazione come melasma e vitiligine. Favorisce il ringiovanimento cutaneo riducendo lo stress ossidativo e aumentando il collagene e l'idratazione".
Secondo gli scienziati le sfide future riguardano "la stabilità fisico-chimica del CBD, la penetrazione cutanea e la standardizzazione normativa. Con la crescente domanda dei consumatori di prodotti per la cura della pelle naturali e multifunzionali, sono essenziali ulteriori ricerche per convalidarne la sicurezza a lungo termine, l'efficacia e le strategie di formulazione ottimali".
Se infatti, secondo la ricerca, “le prove esistenti suggeriscono che l’uso a breve termine sulla pelle umana è generalmente ben tollerato, senza segnalazioni di reazioni allergiche o irritanti", dall'altro lato, "l'uso del CBD in dermatologia e cosmetica rimane limitato da diversi fattori, tra cui caratteristiche fisico-chimiche subottimali, permeabilità transdermica limitata, assenza di formulazioni standardizzate e variabilità nei quadri normativi. Inoltre, persistono preoccupazioni sulla sicurezza e la necessità di prove cliniche più solide".
E quindi le ricerche future: "Dovrebbero concentrarsi sull'ottimizzazione dei sistemi di somministrazione, sulla chiarificazione dei meccanismi d'azione e sulla conduzione di studi clinici su larga scala per confermarne l'efficacia e la sicurezza a lungo termine".