Approvate mozioni sulla fibromialgia: ora serve l'inserimento nei Lea

Approvate mozioni sulla fibromialgia: ora serve l'inserimento nei Lea
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Comitato Fibromialgici Uniti

Comitato Fibromialgici Uniti

L’associazione di volontariato Comitato Fibromialgici Uniti, rappresenta e tutela gli interessi morali e materiali dei soggetti affetti da Sindrome Fibromialgica, EHS (Elettrosensibilitá), MCS (Sensibilità Chimica Multipla), CFS/ME (Sindrome da Fatica Cronica / Encefalomielite Mialgica).

Testo a cura del dr. Dr. Michele Gardarelli, Presidente del comitato Tecnico Scientifico CFU-Italia odv

www.cfuitalia.it

Dopo le mozioni serve che i pazienti siano esentati dalla spesa per le prestazioni sanitarie

Nonostante alla Camera siano state approvate ben 6 mozioni all'unanimità, il percorso affinché la fibromialgia venga finalmente riconosciuta come patologia cronica e invalidante, è ancora lungo e complesso.

L'approvazione di 6 mozioni di diversi partiti mostra certamente l'interesse della politica nel cercare di migliorare una situazione difficile per migliaia di pazienti nel nostro Paese, ma dall'altro lato non bisogna dimenticare che una mozione non è una legge, ma più semplicemente un atto parlamentare che serve in genere a stimolare discussioni.

L'ha sottolineato direttamente Barbara Suzzi, presidente di CFU-Italia, assciazione di pazienti che da anni si batte per vedere riconosciuti di diritti dei pazienti fibromialgici, e che è stata ringraziata in Parlamento da diversi esponenti politici che si sono occupati del tema. 

“Quel che è cominciata è una discussione conclusasi con l’approvazione delle mozioni. Il che fa sperare, ma non implica alcuna novità e presuppone successivi aggiornamenti. Ringraziamo chi si è speso per noi. La discussione non è ancora finita” chiarisce infatti Barbara Suzzi.

Serve l'inserimento della fibromialgia nei Lea

Il prossimo passaggio fondamentale sarà l'aggiornamento dei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) che il governo dovrebbe approntare a breve, e che, qualora vedesse l'isnerimento della patologia, permetterebbe ai pazienti di essere esentati dalla spesa per le prestazioni sanitarie. 

"Il governo è in procinto di presentare l’aggiornamento dei Lea, sappiamo che avverrà a breve quindi era importante non perdere questa opportunità: l’occasione che la fibromialgia possa essere riconosciuta come malattia cronica e invalidante e le prestazioni rientrare nei Lea", ha puntualizzato l'onorevole Maria Elena Boschi di Italia Viva spiegando che: "Ovviamente noi vigileremo perché questo impegno venga mantenuto. Insieme a noi, vigileranno sul rispetto di questi impegni da parte del Governo le associazioni che, in questi anni, si sono battute per raggiungere questo obiettivo, a cominciare dal CFU-Italia e altre, dai pazienti, dalle loro famiglie e dai medici che li hanno assistiti". 

Fibromialgia e cannabis

L'anno scorso, durante la giornata mondiale della finromialgia, avevamo condiviso i risultati di un sondaggio commissionato dal poliambulatorio Clinn a SWG, sui pazienti dell'associaizone CFU-Italia e i risultati avevano reso evidente, insieme a diversi studi scientifici pubblicati di recente, come la cannabis possa essere una terapia efficace nel trattare diversi sintomi della patologia. 

Dai risultati era stato infatti evidenziato che: 

  • Il 35% dei pazienti con fibromialgia intervistati sta seguendo o ha seguito in passato una terapia a base di cannabis, ma riscontra difficoltà nell’approvvigionamento.
  • Per il 56% dei pazienti CFU hanno assunto cannabis medicale e gli effetti sono stati positivi: per il dolore (59%), i disturbi del sonno (55%) e la rigidità muscolo scheletrica (46%).
  • Oltre il 50% degli intervistati vorrebbe avere in futuro la possibilità di accedere a cure con cannabis terapeutica.

"Molti nostri associati", aveva dichiarato Barbara Suzzi, "confermano come le cure con cannabis terapeutica possano dare dei benefici e possono quindi rappresentare un’opportunità ulteriore all’interno di un percorso medico integrato. Purtroppo, in Italia è una patologia invisibile al servizio sanitario nazionale ed è nostra priorità far sì che la fibromialgia venga riconosciuta dal sistema sanitario nazionale”.

4 marzo 2024
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