Informazioni sulla varietà di Cannabis Terapeutica
Il Bedrocan è l’infiorescenza più conosciuta nel nostro Paese e una di quelle più utilizzate. È una genetica di cannabis prodotta dall’omonima azienda olandese, che viene poi rivenduta al ministero della Salute olandese, che a sua volta la cede alle aziende che poi la importano e la distribuiscono in Italia.
Secondo l’azienda il “Bedrocan è considerata cannabis del tipo sativa” ed è “la cannabis più ampiamente utilizzata tra quelle offerte dal ministero olandese”. Non solo perché è anche la prima infiorescenza di cannabis terapeutica che è stata resa disponibile per i nostri pazienti.
Ha un livello di THC standardizzato al 22%, mentre il CBD è presente in percentuale inferiore all’1%, rientra dunque nel novero delle varietà con alti livelli di THC, il componente psicotropo della pianta di cannabis, che ha molte proprietà terapeutiche.
Quando si utilizza il Bedrocan?
Secondo la legge italiana – il decreto ministeriale del 2015 emesso dall’allora ministro della Salute Beatrice Lorenzin - il Bedrocan, così come le altre varietà di cannabis disponibili, può essere prescritto per diverse patologie e condizioni, per le quali i trattamenti tradizionali non abbiano dato risposta.
· Analgesico in patologie che provocano spasticità associata al dolore (sclerosi multipla e lesioni del midollo spinale).
· Trattamento del dolore cronico e neuropatico.
· Antiemetico in nausea e vomito causati dalle terapie antitumorali come radioterapia e chemioterapia.
· Stimolante dell’appetito in persone affette da cachessia, anoressia o in pazienti oncologici, che hanno sperimentato una perdita di appetito.
· Trattamento del glaucoma resistente alle terapie tradizionali.
· Farmaco in grado di ridurre i movimenti involontari associati alla sindrome di Gilles de la Tourette.
Chi lo prescrive?
Oltre a queste condizioni la cannabis in Italia può essere prescritta da qualsiasi medico a patto che ci siano cenni per la patologia indicata in riviste accreditate, e sono davvero numerose le patologie per le quali ad oggi viene indicata per coadiuvarne il trattamento, come l’epilessia, patologie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer, fibromialgia, vulvodinia, fino a insonnia ed emicrania.
Quello che cambia è il costo per il paziente, che dipende dalla legge regionale, che in genere prevede che la prescrizione sia a carico del servizio sanitario per le patologie indicate da decreto Lorenzin.
Il medico può prescrivere il Bedrocan con ricetta non ripetibile - personale e non cedibile - che deve essere rinnovata. Chi prescrive il medicinale deve anche tener conto dell’eventuale presenza di comorbidità, interazioni con altri farmaci e particolari condizioni del paziente, oltre a conoscere la cannabis per bilanciare la terapia in base ai bisogni del singolo paziente.