Cannabis in Sicilia: "Si continuano a violare i diritti fondamentali del malato"

Cannabis in Sicilia: "Si continuano a violare i diritti fondamentali del malato"

Pubblichiamo qui di seguito un comunicato di Cannabis Cura Sicilia Social Club, associazione nata nel 2013 e che si batte da sempre per i diritti dei pazienti, che esemplifica bene le dure condizioni dei pazienti che si curano con la cannabis nella regione, nonostante i recenti provvedimenti adottati in Regione.

Col decreto n° 18 del, 17/1/2020 (pubblicato sulla G.U.R.S. del 31/01/2020), che tratta le “preparazioni magistrali a base di cannabis ad uso terapeutico”, era arrivata la promessa di attivarsi per effettuare piani terapeutici presso i reparti di competenza, e la rimborsabilità a carico del S.S.R., in Sicilia.

A fine ottobre, Alessandro Raudino (Presidente Associazione Cannabis Cura Sicilia Social Club – con circa duemila associati, molti affetti da patologie gravi), scrive all’Asp di Siracusa per richiamare l’attenzione sulla situazione, da tempo critica, in cui si trovano centinaia di pazienti; lui compreso. Fa presente che, con regolare prescrizione e in presenza dei criteri di rimborsabilità da parte del SSR (come indicato nel decreto), si continuano a violare i diritti fondamentali del malato.

Cannabis medica in Sicilia: continuano le difficoltà

Il 20 dicembre, non ricevendo alcuna risposta ufficiale ma solo insensate giustificazioni, il Presidente Raudino torna a scrivere all’Asp di Siracusa, in merito all’erogazione gratuita di cannabis terapeutica.

Questa volta però è determinato: annuncia la volontà di diffidare il reparto di terapia del dolore, sito presso l'ospedale Rizza di Siracusa, insieme al reparto di neurologia, sito ad Augusta presso l'Ospedale Muscatello, per inadempienza ai propri doveri; dato che, un anno dopo la delibera regionale sulla gratuita della cura, nessuno di questi reparti specialistici ha attivato il servizio promesso.

Quando è giunta la minaccia di procedere per vie legali, qualcosa si è sbloccato: Alessandro è solito chiamare le farmacie galeniche della Regione per chiedere i quantitativi disponibili, e informare poi i pazienti associati che non riescono a trovare il farmaco pur avendo la prescrizione. Poco tempo dopo l’invio della PEC all’Asp, facendo il solito giro di chiamate, viene informato che, finalmente, avevano attivato il servizio di rimborso con i piani terapeutici stilati dal reparto di terapia del dolore, di neurologia, oncologia e anestesia di Siracusa.

Dati i numerosi solleciti, sia telefonici che via e-mail, considerato che l’associazione C.C.S.S.C. è da 9 anni portavoce di un elevato numero di pazienti, avremmo preferito ricevere immediatamente la risposta dall’Asp.
Ma la nostra pretesa era il rispetto dell’impegno da parte delle Istituzioni e siamo contenti che qualcosa stia concretamente cambiando. È sempre insufficiente, perché anche se risolviamo il problema delle prescrizioni e dei rimborsi, rimane quello della produzione e del limitato numero di genetiche a scopo medico.
Alimentati da questi piccoli successi, ottenuti grazie all’aiuto concreto di tanti pazienti e diversi tecnici, continuiamo nella lotta per il rispetto dei diritti dei malati, e per riconoscere l’effetto terapeutico di tutte le varietà di cannabis. A tal proposito ricordiamo che, a patto di rispettare gli standard necessari per evitare contaminazioni e agenti patogeni, tutta la cannabis è terapeutica: perché, anche se in percentuali diverse, tutti i fiori contengono cannabinoidi, e questi sono un integratore per il sistema Endocannabinoide, soprattutto dei malati.

Tutti i fiori di cannabis, oltre ai cannabinoidi, contengono circa 200 terpeni; tutti con effetti terapeutici. Purtroppo però, molte delle persone che devono decidere come regolamentare la cannabis, sconoscono totalmente determinate caratteristiche. Addirittura noti politici, continuano ad affermare che questo fiore miracoloso, sia una droga che fa male. Può far male il “metodo di assunzione” ma, usata con responsabilità, la cannabis fa solo bene: è scientificamente provato essere terapeutica per tutti i mammiferi.

"Come Associazione vorremmo far di più", racconta Florinda Vitale, fondatrice e Vicepresidente: "negli anni abbiamo investito nella specializzazione, abbiamo stretto rapporti di collaborazione con le migliori banche semi del mondo, abbiamo i migliori grower d’Europa disposti a lavorare con noi per realizzare un progetto il cui fine è quello di garantire le giuste quantità di cannabis terapeutica a chi ne ha bisogno, gratuitamente se gli spetta, o a prezzi che siano realmente accessibili a tutti.
In Italia conosciamo pazienti che ricevono gratuitamente oltre 300 grammi di cannabis al mese, mentre altre persone devono comprare a oltre 15 euro a grammo in farmacia. Queste diseguaglianze sono create da un sistema che deve cambiare.
Potremmo fornire, già dopo 12 mesi, cannabis medica certificata. Potremmo lavorare, da subito, su 16 genetiche, che potrebbero essere testate in sicurezza in base alle conoscenze scientifiche che abbiamo oggi; ma sembra che l’interesse del nostro Stato sia quello di agevolare l’importazione e le grandi aziende".
Sappiamo che ad esser standardizzato deve essere il metodo di estrazione e, grazie alle analisi di laboratorio, si può arrivare a bilanciare qualsiasi estratto. Dobbiamo iniziare a considerare la cannabis quella che è: una pianta; un fiore.
La coltiviamo e usiamo da migliaia di anni e non è mai morto nessuno. Se continuiamo a trattarla invece come qualcosa di pericoloso, di difficile da produrre, il suo valore continuerà a salire e la ricerca medica sarà sempre più lenta, a discapito dei malati.
Noi di Cannabis Cura Sicilia Social Club siamo certi che la Cannabis ci stupirà ancora, aiutandoci sempre più nella malattia, ma anche per recuperare i danni ambientali provocati dalla nostra avidità.
Il Direttivo di Cannabis Cura Sicilia, associazione no profit nata nel 2013
1 marzo 2022
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