La sofferenza dei malati e l'immobilismo delle istituzioni: i pazienti manifestano al Ministero

La sofferenza dei malati e l'immobilismo delle istituzioni: i pazienti manifestano al Ministero

I pazienti hanno finito la pazienza: le richieste che da anni vengono portate avanti nei confronti del ministero della Salute, vengono puntualmente ignorate e la situazione è sempre la stessa: disastrosa carenza di cannabis anche a causa della bassa produzione italiana, pochi medici che la prescrivono e burocrazia estremamente complessa. Per questo i pazienti italiani che usano cannabis, stanchi della situazione, domani manifesteranno davanti al ministero della Salute. Qui sotto l'articolo scritto da Santa Sarta del Comitato Pazienti Cannabis Medica.

Oggi i malati soffrono e le istituzioni non vogliono collaborare con chi soffre, anzi, restringono l’accesso a cure per pregiudizio verso la scienza. Oggi, nei confronti dei malati, manca la comprensione delle loro esigenze, delle implicazioni legate allo stigma sociale associato al tema cannabis, anche quando si tratta di medicina (si veda un recente fatto di cronaca relativo ad un sequestro di cannabis medica ad un malato con prescrizione valida e farmaco regolarmente acquistato in farmacia); manca l’informazione nei confronti delle forze dell’ordine e un sano spirito di collaborazione, per ricostruire un tessuto sociale lacerato dalla pandemia.

Per questo il 30 giugno, si terrà una manifestazione dei malati presso il Ministero della salute; una manifestazione con cui i malati chiedono con prepotente urgenza il libero accesso alla terapia.

La bocciatura presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri su richiesta dei ministeri dell’Economia, della Salute e della Pubblica amministrazione dell’articolo sulla “cannabis terapeutica” (art.57) è stata l’ennesima doccia fredda per i malati. La norma che avrebbe consentito l’avvio di progetti per la fornitura di cannabis terapeutica, è solo l’ ultimo di un atto che infligge ulteriore sofferenza ai malati; dopo il decreto con cui è stato tentato di classificare il CBD come stupefacente e la circolare che voleva limitare la possibilità della consegna a domicilio della cannabis terapeutica, ancora in piedi, tre ministri direttamente interessati, si oppongono.

Sul lato economico, si chiude la porta ad un nuovo mercato del valore minimo di 30 miliardi. Il recente accordo con San Marino, va a scapito della società Italiana e della creazione di nuovo lavoro. Anche il Senatore Gabriele Lanzi, nel suo intervento del 24/06/2021, ha ricordato che l’istat, aveva stimato l’impatto percentuale del mercato della cannabis, sul pil. La dimensione economica di un sensato processo di rilascio di licenze è un fallimento anche dal punto della salute, perchè evidenzia un approccio persecutorio e discriminante dei malati in cura con la cannabis terapeutica. Le associazioni di malati sottolineano l'urgenza della reperibilità del farmaco; le segnalazioni più tragiche arrivano dai pazienti pediatrici farmacoresistenti, che hanno trovato effettivo miglioramento nella qualità della vita a seguito dell’ uso di cannabis medica, soprattutto nei casi di epilessia.

Qui, il ministro dell’istruzione, dovrebbe avviare processi formativi all’ interno delle scuole, per evidenziare come lo stigma sociale abbia fallito nell’ approccio alla riduzione del fenomeno. Invece il ministero decide di mettere la testa sotto la sabbia. Anzichè prendere lo spunto per avviare un dibattito su un tema che necessità attenzione, si preferisce continuare a negarne l’ urgenza.

I malati chiedono semplificazioni: sono 16 i moduli da inoltrare per la richiesta di autorizzazione alla produzione di stupefacenti e dunque per la cannabis con alte percentuali di principio attivo e sono inoltrabili solo da aziende farmaceutiche! Dovrebbero servire massimo due moduli, di una pagina a testa, per il consenso dei dati e la richiesta di cannabis prescritta dal piano terapeutico e la sottoscrizione di un accordo con professionisti in ambito medico, scientifico, per la validazione qualitativa del prodotto. La collaborazione tra associazioni di malati e laboratori scientifici e galenici è una strada che può essere percorsa con celerità.

Come associazioni di malati chiediamo che il ministero si attivi al fine di:

➡️• rilasciare autorizzazioni a privati per la produzione nazionale e regionale di cannabis terapeutica, inclusi progetti sperimentali con le associazioni di pazienti.

➡️• Semplificare la burocrazia generale per chi si cura con la cannabis, nonché tutte le procedure di autorizzazione per importazioni di cannabis medicinale.

➡️• Ridimensionare il fabbisogno nazionale di cannabis per uso medico con dati effettivi, con l'intento di evitare gravissime lacune future nella fornitura annuale di cannabis medica e assicurare finalmente una effettiva continuità terapeutica.

➡️• Il rispetto di quanto previsto dall’ art 18 quater Decreto legge 16.10.2017, n. 148 chiediamo che aumenti la quotazione di produzione di cannabis, anche in diretta collaborazione con i malati.

➡️• Aggiornare periodicamente il personale medico, sanitario, sociosanitario delle strutture pubbliche con corsi di formazione obbligatoria. Ampliare le patologie riconosciute dal SSN, autorizzare e favorire la ricerca scientifica. Chiediamo quindi l'aggiornamento nelle commissione mediche locali riguardo l’esistenza di pazienti in terapia con cannabis terapeutica che da anni guidano.

➡️• Formare adeguatamente le forze dell’ordine sui diritti dei malati e sulle best practices che possono e devono essere avviate in Italia.

Santa Sarta - Presidente del Comitato Pazienti Cannabis Medica

29 giugno 2021
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