Cannabis e animali domestici: cosa serve dai punti di vista veterinario e regolatorio?

Cannabis e animali domestici: cosa serve dai punti di vista veterinario e regolatorio?

Continua la nostra collaborazione con la dottoressa Elena Battaglia, veterinaria che per prima in Italia a portato le cure a base di cannabis per gli animali domestici che in questo articolo, parlando con un coltivatore di canapa, ha analizzato le problematiche attuali dal punto di vista regolatorio, di coltivazione e medico.

Di recente ho fatto una chiacchierata con un coltivatore di canapa, Marco Sereno di Canapa della Salute.

Sono anni che si occupa di canapa per i pet e gli ho chiesto cosa ne pensa lui della terapia negli animali e cosa manca , dal suo punto di vista, adesso dopo anni che si cerca di cambiare le cose e di fare informazione.

Canapa, CBD e mercato per gli animali

Ecco il suo resoconto:

"Prima di tutto i problemi si riscontrano a livello legislativo: sarebbe necessario regolamentare degnamente il settore della canapa, cosa che si attende ormai da anni. Servono leggi uguali per tutti in modo che non ci possano essere dubbi sulla bontà del prodotto che deriva dalla canapa. Serve poter lavorare bene e in tranquillità. I consumatori hanno bisogno di informazione e trasparenza. E’ ora di fare il salto di qualità e avere un mercato degno dell’importanza che ricopre per la salute la canapa.

Le normative dovrebbero adeguarsi alle richieste del mercato. Scrivere CBD non “certifica” che sia un buon prodotto a base di CBD e non dice nulla su quanto possa essere ricco di cannabinoidi e altri componenti il prodotto. servirebbe una normativa sul prodotto e di conseguenza sull'etichettatura.

Nella marea di CBD in commercio il padrone di animali si perde e se non viene indirizzato correttamente da un veterinario è capace che inizi una terapia senza che poi il suo animale ne possa beneficiare adeguatamente .

Nel mondo di oggi, con la frenesia della vita moderna, la vita in città, gli allevamenti intensivi (non dimentichiamo che anche gli animali “zootecnici” possono beneficiare della canapa), gli animali soffrono di stress a livello fisico e mentale e si sa che lo stress è alla base di molte patologie. I nostri “amici” conducono sempre più spesso vite non “naturali”.

Tutti i vertebrati hanno un sistema endocannabinoide che permette di gestire lo stress, finché questo non diventa troppo e in quel caso i fitocannabinoidi sono fondamentali nella loro opera di omeostasi e nella loro capacità di riequilibrare l’organismo. Purtroppo ancora adesso c’è ancora poca conoscenza a livello generale dei vari benefici dei molti componenti presenti nella pianta della canapa: cannabinoidi, terpeni, flavonoidi. Tutti insieme collaborano all’effetto “entourage” potenziandosi l’un l’altro.

Per questo bisogna che chi si occupa di canapa e CBD lavori secondo le buone pratiche per crescere delle piante che siano ricche dei vari componenti, per essere più efficaci. Nella mia azienda abbiamo scelto il metodo più naturale possibile per avere un prodotto di qualità e cioè quello del macerato. Le piante vengono seguite durante tutta la loro crescita e una volta pronte le infiorescenze, vengono selezionate le migliori per ottenere un prodotto che si avvicini il più possibile ad un prodotto doc.

Le buone pratiche sono le basi per arrivare a un prodotto il più efficace possibile e il più naturale possibile.

La canapa ha molto da offrire per animali e persone e c’è ancora tanta strada da fare per poter arrivare a conoscere l’importanza di tutti i composti presenti all’interno della pianta. E’ fondamentale che la ricerca prosegua. Bisogna lavorare insieme, ricercatori, coltivatori, veterinari per permettere che i passi fatti fin qui non vadano sprecati".

Cannabis per gli animali domestici: i problemi dal punto di vista del veterinario

A livello veterinario e di terapie si procede, a volte piano altre volte più velocemente in base agli studi che escono quasi quotidianamente e che ci informano sempre più spesso dei possibili utilizzi di CBD e cannabis.

Un problema che si continua a dover affrontare è la mancanza di informazione e lo stigma che ancora viene associato alla pianta della canapa e della cannabis.

Purtroppo i media e altri non aiutano. Sempre più spesso ultimamente si cerca di dare “fake news” sulla canapa. Poi succede che la gente ci crede e per 100 passi che abbiamo fatto in avanti torniamo indietro di 50 o più.

L’ altro problema gravissimo sono colleghi che ascoltano le “fake news” e ne danno notizia a chi magari vorrebbe utilizzare la cannabis per alleviare problematiche del proprio animale. Pochi giorni fa mi è stato riferito di un collega che a una signora con il cane in terapia con la cannabis avrebbe detto che alla lunga la cannabis avrebbe dato problemi neurologici al suo cane. Chi conosce gli ultimi passi avanti nella ricerca delle malattie neurologiche sa benissimo che non ci sia niente di più falso. Fortunatamente la signora in questione mi ha chiesto se potesse essere vero e mi sono premurata di rassicurarla, ma quante persone invece, magari non chiedono e alla fine non si approcciano alla terapia? Togliendo a tutti gli effetti tutti i benefici che può dare al loro animale.

Ogni anno dico che molti passi avanti sono stati fatti ma finché ci saranno colleghi che non si informano o peggio che si limitano a dire: “la cannabis non funziona” o “ la cannabis è pericolosa”, rimarremo fermi a dove siamo adesso.

Una cosa necessaria e fondamentale è inoltre che i veterinari che si occupano di terapia con i cannabinoidi prima di approcciarsi abbiano una conoscenza adeguata della materia per poter fare piani terapeutici veramente personalizzati ed efficaci. Purtroppo troppo spesso vedo che si tende a pensare che la cannabis e la canapa "mal che vada non fanno niente" e si somministrano terapie un pò modello “Frankenstein”.

Altro problema molto grave che non viene quasi mai preso in considerazione da proprietari e veterinari sono le interazioni dei vari farmaci con la cannabis. Molto spesso vengono associati farmaci che vengono potenziati nei loro effetti (a volte pericolosi) dalla cannabis rischiando problemi seri all’animale. Un paziente sotto cannabis non è un paziente che prende un integratore (da notare che a volte si possono avere anche interazioni tra certi integratori e farmaci). L’abbinamento farmaco-cannabis va valutato attentamente.

Per quel che riguarda invece nello specifico il mondo della canapa il problema dei vari CBD in commercio è un problema molto serio. Ancora adesso vengono consigliati oli al CBD senza che il veterinario in questione abbia visto le analisi del prodotto e quindi non sappia effettivamente se è un prodotto che non causerà danni all’animale. Non dimentichiamo che i prodotti a base di CBD possono contenere residui di pesticidi e metalli pesanti che non vanno assolutamente dati agli animali, così come alle persone.

Ci sono poi colleghi che consigliano l’utilizzo del CBD ma lasciano i proprietari senza indicazioni precise su modalità di assunzione, dosaggi ecc. Anche in questo caso la terapia parte con l’handicap. I pazienti devono essere seguiti da vicino perché ogni animale come ogni persona risponde in maniera diversa alla somministrazione di CBD e cannabis .

Attualmente ci sono vari corsi e webinar a disposizione dei veterinari per avere qualche conoscenza in più per quel che riguarda il mondo “cannabico” e anche se uno preferisce non intraprendere questa strada e cioè di specializzarsi in questo campo è sempre utile avere delle conoscenze di base per poter riconoscere un caso che potrebbe beneficiare dell’ utilizzo dei cannabinoidi nella pratica clinica.

Mi auguro che l’informazione, quella vera, prosegua nella sua opera e che presto si abbia un mercato della canapa e quindi del CBD che ci permetta di aiutare al meglio i nostri amici a quattro zampe.

Articolo a cura della dottoressa Elena Battaglia, operante presso l’omonimo studio veterinario a Spotorno

PER APPROFONDIRE:

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7 novembre 2022
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