Antidolorifici: posso sostituirli con cannabis e derivati?

Antidolorifici: posso sostituirli con cannabis e derivati?

Il dolore è un sintomo che tutti conosciamo: dal mal di testa sporadico, alla lombalgia, ai crampi addominali o, alle coliche; a situazioni più croniche: nevralgie, artrosi, IBD, tumori, ecc.

I farmaci antidolorifici e il loro utilizzo 

Si può manifestare in diversi modi e intensità e non sempre è necessario intervenire farmacologicamente. Quando necessario, i farmaci cui si ricorre con più frequenza sono: il paracetamolo, gli antinfiammatori di natura non steroidea (FANS), i cortisonici, gli antiepilettici (per il dolore neuropatico nello specifico), gli oppioidi e gli antibiotici se sono associati quadri infettivi (cistiti, polmoniti, ascessi, interventi…).

Questi farmaci sono importantissimi e risolutivi in molte situazioni, soprattutto nel breve termine, il paracetamolo e i FANS sono presenti nelle case di tutti e si possono autosomministrare in base al bisogno.

Discorso differente vale per farmaci antidolorifici meno maneggevoli, che necessitano di prescrizione medica e di indicazioni più specifiche, come gli antiepilettici e gli oppiacei: sono impiegati per il trattamento di sintomi dolorosi moderati/intensi sia acuti che cronici, da soli o in associazione.

Il CBD al posto dei farmaci antinfiammatori

Volendo contestualizzare i cannabinoidi in questo gruppo, possiamo ritenere i preparati a sola base di CBD (cannabidiolo) molto simili agli antinfiammatori, quindi FANS e steroidi, ottimi per dolori con componente infiammatoria, muscoloscheletrica/osteoarticolare, intestinale, con il vantaggio di non recare danni alla mucosa gastrica e ai reni anche se assunti sul lungo termine e di non intervenire sulla cascata della coagulazione. Questi aspetti sono tutt’altro che banali, se si considera che i principali problemi dei FANS (oltre a quelli a lungo termine, ndr) sono la gastrolesività (devono essere assunti a stomaco pieno e/o associarsi a gastroprotettori, anche se non tutti) e sono sconsigliati o controindicati in pazienti in terapia con farmaci anticoagulanti, pazienti con insufficienza renale e con ulcera gastrica.

Il THC per sostituire gli oppiacei 

Più simili agli oppiacei e agli antiepilettici sono i preparati a base di THC (tetraidrocannabinolo). Il THC è uno stupefacente, quindi il suo utilizzo terapeutico è soggetto a prescrizione medica. Questo principio attivo ha un forte potere analgesico e nonostante i potenziali effetti psicotropi, è molto spesso meglio tollerato rispetto agli oppioidi avendo un’efficacia comparabile sul controllo del dolore.

Un altro punto a favore del THC rispetto agli oppioidi è il fatto di non provocare stipsi, se non in rarissimi casi. Molto spesso i pazienti riferiscono una miglior attività intestinale dopo l’inserimento di cannabinoidi ed anche ad alti dosaggi non provoca depressione respiratoria.

Purtroppo la terapia a base di cannabinoidi è molto poco conosciuta sia dall’utenza che dal mondo medico, e per questo anche avviare il trattamento è un percorso decisamente meno immediato che la prescrizione di un FANS o di un oppioide.

Sarebbe però importante implementare le conoscenze pratiche in questo ambito, perché rappresenta una strategia terapeutica che si aggiunge alle alternative note per il trattamento del dolore, più maneggevole e meglio tollerata di molti dei farmaci prescritti in prima linea e che per altro può essere associata agli stessi con scarso rischio di interazione. Risulta inoltre adatta all’utilizzo sul lungo termine, nei quadri cronici, proprio per la scarsa tossicità, la buona tolleranza e l’efficacia terapeutica.

Dottoressa Valentina Florean, responsabile per il monitoraggio clinico di Clinn

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3 luglio 2023
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