"Flower power": la cannabis per migliorare la qualità di vita dei pazienti con ansia e dolore

"Flower power": la cannabis per migliorare la qualità di vita dei pazienti con ansia e dolore
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CLINN

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Clinn è il centro servizi specializzato nell'utilizzo dei cannabinoidi nel quale opera un team multidisciplinare, formato da medici provenienti da diversi campi di specializzazione professionale, accomunati da un intenso percorso di formazione ed esperienza clinica nella gestione della terapia con cannabis medica.

Disturbi d'ansia ⇒ Fai il Test

La cannabis migliora notevolmente la qualità della vita dei pazienti che la utilizzano per la propria patologia, in questo caso ansia e dolore cronico.

L'ennesima prova scientifica in questa direzione arriva da una revisione prospettica e osservazionale dei dati che arrivano dal progetto Twenty21, il primo registro multicentrico, prospettico e osservazionale del Regno Unito di pazienti affetti da cannabis, che è stata pubblicata su Biomedicines. E così i ricercatori del Royal Marsden Hospital, insieme a quelli di due cliniche londinesi e due colleghi di Khiron Life Sciences, uno di Madrid e l'altro di Bogotà, hanno analizzato i dati disponibili

Cannabis e qualità della vita in pazienti con dolore e ansia

"I nostri risultati indicano che l'inalazione controllata di fiori di cannabis di grado farmaceutico, a prevalenza di THC, è associata a un robusto miglioramento dei punteggi del dolore riferiti dai pazienti, dell'umore generale, dell'ansia, del sonno e della qualità della vita complessiva in una popolazione clinica resistente al trattamento".

E' quanto riportano gli autori nelle conclusioni dello studio - intitolato “Flower Power”: Controlled Inhalation of THC-Predominant Cannabis Flos Improves Health-Related Quality of Life and Symptoms of Chronic Pain and Anxiety in Eligible UK Patients - che ha coinvolto 344 pazienti per lo più maschi (77,6%, età media = 38,3) con diagnosi di dolore cronico (50,9%) e disturbi d'ansia (25,3%).

I ricercatori mettono nero su bianco che: "L'entità dell'effetto, maggiore nei pazienti con diagnosi di disturbi d'ansia rispetto al dolore cronico, sembrava essere massima a 3 mesi e sostenuta per almeno 6 mesi. La comparsa di effetti collaterali è stata minima, probabilmente a causa della precedente esperienza dei partecipanti con l'inalazione di cannabis. Questa evidenza supporta l'idea che la somministrazione di fiori di cannabis in un ambiente medicalizzato, sotto la supervisione di un operatore sanitario addestrato, migliora ulteriormente i risultati clinici dei prodotti a base di cannabis prescritti legalmente rispetto ai pazienti cronici che si automedicano con cannabis illegale".

Cannabis e qualità della vita: gli studi precedenti

Non è certo la prima volta che la somministrazione di cannabis ai pazienti viene identificata da uno studio scientifico con il miglioramento della qualità della vita. L'ultima pubblicazione scientifica in questa direzione, consultabile su Frontiers in Medicine, è stata curata dai ricercatori del Soroka University Medical Center e della Facoltà di Scienze della Salute della Ben-Gurion University of the Negev, in Israele. Alla luce dei dati raccolti, complessivamente, il 70,6% dei pazienti ha ritenuto il trattamento di 6 mesi un successo, con conseguente miglioramento della qualità della vita e netta diminuzione del dolore.

Stessa conclusione alla quale erano giunti i ricercatori della Johns Hopkins University che avevano collaborato con Realm of Caring per uno studio pubblicato sulla rivista Cannabis and Cannabinoid Research, che ha mostrato che i pazienti che usano cannabis medica hanno effettuato meno visite in ospedale ed utilizzato meno farmaci. In particolare i risultati dello studio hanno mostrato che i pazienti di cannabis medica hanno riportato una qualità di vita migliore dell’8% circa, una riduzione del 9% dei punteggi del dolore e una riduzione del 12% dei punteggi dell’ansia. Hanno anche riferito di usare il 14% in meno di farmaci su prescrizione, di avere il 39% in meno di probabilità di aver visitato un pronto soccorso e il 46% in meno di essere stati ricoverati in ospedale nel mese precedente all’indagine.

15 novembre 2022
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