THC: le risposte alle domande frequenti

THC: le risposte alle domande frequenti

THC: che cos'è e come e dove agisce nel corpo umano

E' il principale degli oltre 120 cannabinoidi ad oggi identificati, il più conosicuto (ma non l'unico) per gli effetti psicoattivi e probabilmente il più utilizzato dal punto di vista clinico, visti i numerosi benefici terapeutici in patologie anche molto diverse tra loro. Parliamo del THC, nome scientifico delta-9-tetraidrocannabinolo il quale, come testimoniano le numerose domande che ci arrivano in redazione, continua a destare molta curiosità. 

Il THC fu isolato e studiato per la prima volta nel 1964 da Raphael Mechoulam, Yechiel Gaoni e Habib Edery dall'istituto Weizmann, in Israele. La sua produzione nella pianta di cannabis è il risultato di un complesso processo biochimico che coinvolge vari passaggi enzimatici. Per spiegare in modo semplice un meccanismo molto complesso possiamo dire che la pianta di cannabis produce THC attraverso un sofisticato percorso biosintetico che trasforma semplici molecole organiche in cannabinoidi.

Nonostante il motivo esatto per il quale venga prodotto non sia ancora stato compreso, secondo le ipotesi scientifiche più accreditate rappresenterebbe per la pianta una protezione dai predatori e dagli stress ambientali. 

Qui sotto rispondiamo alle domande principali. 

Cosa significa la sigla THC?

THC sta per Tetraidrocannabinolo, noto scientificamente come Delta-9-tetraidrocannabinolo. 

Che cos'è il THC?

Il THC è un composto chimico che appartiene alla famiglia dei cannabinoidi, molecole che la pianta di cannabis produce naturalmente. È un cannabinoide che possiede numerose virtù terapeutiche, utilizzato in una vasta gamma di patologie che vanno dal dolore cronico e neuropatico alle patologie neurodegenerative, passando per diverse patologie gastrointestinali e fino ad arrivare al trattamento del cancro come coadiuvante. 

THC: che cos'è, quali le proprietà terapeutiche e gli effetti sull'organismo

Come agisce il THC sul corpo?

Il THC agisce imitando sostanze naturali prodotte dall'uomo e da tutti gli animali esclusi gli insetti, conosciute come endocannabinoidi, che si legano e attivano i recettori cannabinoidi nel cervello e nel resto del corpo. Questi recettori sono parte di un più ampio sistema endocannabinoide, che gioca un ruolo cruciale nella regolazione di molteplici funzioni, tra cui dolore, umore, appetito e memoria. Quando il THC si lega a questi recettori, altera il normale funzionamento di questi sistemi, producendo vari effetti fisici e psicologici.

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In che parte del cervello agisce il THC?

Il THC agisce principalmente sul sistema limbico, che è coinvolto nella regolazione delle emozioni, della memoria e del piacere. Inoltre, influisce sulle aree del cervello responsabili della percezione sensoriale e del tempo, come il neocortex, e sui centri che regolano il movimento e la coordinazione, come il cervelletto e i gangli della base.

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Qual è la differenza tra THC e CBD?

Il THC e il CBD (cannabidiolo) sono entrambi cannabinoidi presenti nella cannabis, ma hanno effetti molto diversi sul corpo, anche dal punto di vista terapeutico. La principale differenza risiede nel modo in cui questi composti interagiscono con i recettori cannabinoidi nel cervello: il THC si lega direttamente ai recettori, attivandoli, mentre il CBD ha un'interazione più complessa, influenzando indirettamente l'attività dei recettori endocannabinoidi e di altri sistemi biologici.

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Cosa succede se una persona viene trovata positiva al THC alla guida?

Risultare positvi al THC mentre si è alla guida è un reato che può comportare la revoca della patente, sanzioni amministrative e penali e il ritiro del veicolo. La guida in stato di alterazione da sostanze stupefacenti è regolata dall'articolo 187 del Codice della strada, che prevede che il conducente fermato versi in stato di alterazione psicofisica e altresì in uno stato di assunzione di sostanza stupefacente. Questo significa che le forze dell'ordine preposte ai controlli, non devono solo verificare che il conducende sia positivo agli stupefacenti, ma anche che li abbia assunti o contestualmente o poco prima di mettersi alla guida. 
La legge non fa distinzione tra uso ricreativo e uso terapeutico. Per quest'ultimo, l'unico cenno è contenuto nel decreto Lorenzin del 2015, che regola il settore della produzione e della distribuzione di cannnabis in Italia, dove viene scritto che chi assume cannabis non dovrebbe guidare per le 24 ore successive. Questo, per un paziente che l'assume quotidinamente, significherebbe non poter guidare. Ad ogni modo, il rilascio della patente pazienti che assumono cannabis con THC, dipende dalla Commissione locale, che dovrebbe valutare caso per caso.

- Guarda il webinar tenuto sull'argomento, con l'avvocato Lorenzo Simonetti di Tutela legale stupefacenti, ed Elisabettat Biavati, presidente dell'Associaizione Pazienti Cannabis Medica, cliccando QUI.

- Leggi i casi limite di due pazienti che assumono cannabis e l'intervista al dottor Antonio Vitello, Direttore SC Medicina Legale dell’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano cliccando QUI.

 

16 febbraio 2024
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