Cannabis e CBD per trattare l'insonnia: possono aiutare a dormire meglio?

Cannabis e CBD per trattare l'insonnia: possono aiutare a dormire meglio?

Con questo articolo dedicato a cannabis e CBD nel trattamento dell'insonnia riprende la nostra collaborazione con Clinn, poliambulatorio di Milano che effettua anche il servizio di telemedicina con diversi medici specializzati in cannabis, che rispondono alle numerose domande dei pazienti nella rubrica "L'esperto risponde".

Un sonno di buona qualità è un aspetto fondamentale per il benessere psicofisico dell’individuo. Quando si chiede ad un paziente se dorme bene, la maggior parte delle volte la risposta è: no.

C’è chi non riesce ad addormentarsi, chi invece si addormenta ma ha un sonno discontinuo frequentemente interrotto, chi proprio non dorme. Con il risultato di svegliarsi la mattina non riposato e senza energie.

Se l’insonnia perdura nel tempo, gli effetti possono ripercuotersi in modo sempre più evidente sull’umore, sulla capacità di gestione dello stress, sulle difese immunitarie, sul controllo del dolore, dell’appetito, sulla concentrazione e così via.

E’ molto probabile che chiunque in almeno una fase della sua vita possa soffrire d’insonnia per diverse ragioni. Quando si prolunga nel tempo e non si riesce a trovare una soluzione in campo non farmacologico, spesso si arriva ad assumere una terapia medica.

Cannabis e sonno

La cannabis ad uso terapeutico viene utilizzata nel trattamento dell’insonnia con ottimi risultati in una buona parte di pazienti. La sua efficacia ed il tipo di infiorescenza più adatta dipende dalle cause che determinano l’insonnia, per cui la prescrizione varia da caso a caso.

La scelta di utilizzare soltanto il CBD (cannabidiolo) per trattare l’insonnia può dipendere dal dover intervenire su una forte componente ansiosa del paziente; dalla non tolleranza al THC o dalla presenza di controindicazioni alla sua prescrizione; da un’età inferiore ai 18 anni del paziente.

Cannabis per l'insonnia: CBD e THC

Il CBD è molto efficace nella gestione dell’ansia e dei disturbi comportamentali a tutte le età, ma nella pratica clinica la presenza di THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) nel trattamento dell’insonnia può portare ad una maggior efficacia soprattutto nei pazienti in cui il sonno è compromesso da dolori, da attacchi emicranici, da una scarsa gestione dello stress. Spesso sono sufficienti basse dosi di THC (pochi milligrammi assunti per via orale) associati al CBD per avere nel breve termine un sonno più regolare e ristoratore.

La via orale, per la precisione un olio, risulta spesso la formula più adatta per intervenire su durata e qualità del sonno; ingerendo la cannabis il suo effetto inizia più lentamente ma dura più a lungo. La via inalatoria va invece considerata per facilitare l’addormentamento oppure per intervenire su improvvisi risvegli notturni per il suo effetto terapeutico immediato ma più breve.

Rispetto ad altri farmaci utilizzati per indurre il sonno, la cannabis risulta più tollerabile e con minor rischio di dare dipendenza, anche se contenente THC, essendo anche più semplice da interrompere se la necessità del trattamento viene meno.

Per cui nell’ambito della cannabis medicale non esiste un'unica tipologia efficace sull’insonnia, ma esistono diverse possibilità di impostare una terapia sulla base del paziente e della sua situazione clinica.

Dottoressa Valentina Florean – Referente per il monitoraggio clinico diClinn

PER APPROFONDIRE:

– Clicca QUI per tutti gli alti articoli della sezione “L’esperto risponde” a cura di Clinn.

4 maggio 2023
Altro da leggere
AttenzioneLe informazioni su questo sito sono presentate a solo scopo informativo, non possono costituire in alcun caso la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento. Pertanto non possono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente o la visita specialistica. Leggi il Disclaimer