Un passo storico tra luci e ombre: accesso limitato, ma il Paese entra ufficialmente nel mercato europeo della cannabis medica
Per anni la Spagna è rimasta in una zona grigia legislativa riguardo alla cannabis medica: oggi arriva una svolta significativa con l’approvazione delle prime norme nazionali che regolamentano l’uso terapeutico della pianta. Con l’ok del governo spagnolo, il Paese si allinea ad altri Stati europei che riconoscono il valore medico della pianta e dei suoi derivati, aprendo un nuovo capitolo per pazienti, enti sanitari e imprese del settore.
Cosa prevedono le nuove regole: prescrizione, ambito e limitazioni
Le regole approvate stabiliscono che la cannabis terapeutica sarà accessibile solo in ospedali e solo tramite prescrizione da parte di specialisti, non da medici di base. I farmaci non saranno disponibili nelle normali farmacie commerciali, ma preparati come “formule magistrali” da farmacie ospedaliere autorizzate.
Le indicazioni iniziali riguardano patologie per le quali le terapie convenzionali risultano inefficaci: spasticità associata alla sclerosi multipla, epilessia refrattaria severa, nausea/vomito da chemioterapia e dolore cronico refrattario. Tuttavia non è prevista una lista chiusa definitiva: la definizione delle condizioni precise, dosaggi e modalità verrà affidata alla Agenzia Spagnola dei Farmaci (AEMPS) tramite monografie cliniche che potranno evolversi con l’avanzare delle evidenze scientifiche.
Dalle attese alle sfide: cosa resta da fare
Nonostante sia un passo importante, il nuovo corso lascia alcune incognite aperte. Alcuni pazienti denunciano che il progetto, nelle sue versioni iniziali, risulti debole rispetto alle necessità reali: le restrizioni su chi può prescrivere, le modalità di dispensazione esclusiva in ospedale e un potenziale accesso limitato potrebbero rappresentare ostacoli pratici significativi.
Un altro nodo è il rapporto con le normative europee: il decreto è già stato inviato alla Commissione Europea per il via libera e potrà subire modifiche prima dell’adozione definitiva. Sarà quindi cruciale il dialogo tra Madrid e Bruxelles per evitare ritardi o aggiustamenti sostanziali.
Con questa mossa, la Spagna si unisce a una sempre più nutrita schiera di Stati europei che riconoscono il valore terapeutico della cannabis e stanno strutturando mercati regolati. Il modello spagnolo, con la sua impostazione cauta e medico-centrata, potrebbe fungere da riferimento per altri Paesi mediterranei nel definire modalità sicure e controllate.