Il governo tedesco ha approvato mercoledì un piano per limitare la vendita online di cannabis terapeutica e vietare le spedizioni
Il governo della Germania ha approvato una modifica della legge sulla cannabis medica (MedCanG), già ventilato nei giorni scorsi, che mette fine alla possibilità di prescrizioni esclusivamente online e vieta la spedizione via posta dei farmaci a base di cannabis.
Germania e cannabis medica: le nuove regole
Prescrizioni solo in presenza o con visita domiciliare: il rilascio potrà avvenire soltanto a seguito di una valutazione diretta del paziente, nello studio medico o a domicilio.
Controllo periodico obbligatorio: le prescrizioni successive potranno prevedere l’uso della telemedicina, ma solo se il paziente incontra il medico almeno una volta l’anno in presenza.
Divieto di spedizione postale per le infiorescenze: le farmacie non potranno più inviare cannabis via posta; la consegna dovrà avvenire al banco o tramite servizio di distribuzione locale.
Motivazioni ufficiali: il governo giustifica la stretta con l’esigenza di prevenire abusi e mantenere un controllo clinico più rigoroso, alla luce della rapida crescita del mercato online.
I motivi alla base del cambio di rotta
Il ministero della Salute tedesco ha motivato la riforma affermando che l’attuale modello favorisce “una preoccupante deriva” dovuta alla rapida diffusione di piattaforme telematiche che emettono prescrizioni automatiche o semplificate, senza adeguato contatto medico. Con l’aumento significativo delle importazioni, il governo punta a ristabilire limiti più rigorosi. Nel primo semestre del 2025 le importazioni tedesche di cannabis medica sono aumentate di oltre il 400% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Paradossalmente, le prescrizioni autorizzate attraverso l’assicurazione sanitaria sono cresciute solo in misura marginale, suggerendo che una parte significativa delle richieste provenga da pazienti che acquistano privatamente.
Impatti e reazioni
La decisione del governo ha acceso un dibattito vivace tra medici, pazienti e operatori del settore. Da un lato, c’è chi teme che le nuove regole possano creare ostacoli significativi per i pazienti più fragili: persone con gravi patologie croniche, con limitata mobilità o residenti in zone rurali rischiano di trovarsi in difficoltà dovendo garantire almeno un contatto periodico in presenza. Per loro, la telemedicina rappresentava una soluzione pratica e, in alcuni casi, l’unica strada percorribile per accedere a una terapia continuativa.
A esprimere preoccupazione sono anche le piattaforme digitali e le aziende attive nella telemedicina, che avevano investito nello sviluppo di servizi online in linea con la normativa precedente. Queste realtà parlano apertamente di un “passo indietro” che rischia di frenare l’innovazione e di penalizzare sia i pazienti che gli operatori che si erano adattati al nuovo scenario.
Non mancano poi gli interrogativi giuridici: diversi osservatori sottolineano che la riforma potrebbe entrare in conflitto con alcuni principi del diritto europeo, in particolare la libertà di prestazione dei servizi e il criterio di proporzionalità. Secondo questa lettura, le restrizioni tedesche rischiano di andare oltre ciò che sarebbe strettamente necessario per garantire un controllo adeguato.
















