Cannabis in veterinaria: una terapia efficace che conquista fiducia

Cannabis in veterinaria: una terapia efficace che conquista fiducia
A cura di
LINEA SEC

LINEA SEC

Dall'antica tradizione italiana della coltivazione della canapa nasce un prodotto genuino per il benessere animale - website

Dalla diffidenza iniziale all’apertura terapeutica: il racconto della dottoressa Elena Battaglia, prima veterinaria a introdurre i cannabinoidi nella pratica clinica italiana

Ho iniziato ad usare i cannabinoidi nella pratica quotidiana nel 2016 dopo aver fatto alcune ricerche per “curare” la mia Simba da un’artrosi che le bloccava la schiena e le impediva di camminare senza provare dolore.

I primi casi trattati erano animali di persone che conoscevo da diverso tempo perché ero certa sarebbe stato più facile convincerli. In seguito ai notevoli successi ottenuti è stato più facile riuscire a “sdoganare” la terapia con i cannabinoidi per il dolore negli animali.

Solo in un secondo tempo è stato possibile espandere la terapia ad altre patologie come: pazienti dermatologici, con problemi comportamentali, con problemi gastro enterici.

Lo scetticismo iniziale

All’inizio la maggior parte dei clienti era scettica e molte volte iniziava la terapia senza la giusta convinzione per poi interrompere se non ottenevano risultati nel breve periodo, nonostante gli fosse stato spiegato che la terapia con i cannabinoidi ha bisogno di tempo e pazienza per riuscire a funzionare. Ogni animale è un caso a sé e ogni animale risponde diversamente e in tempi “personali” alla terapia.

Ancora adesso ci sono persone che rimangono scettiche e magari iniziano la terapia spinti da amici o parenti che gliel’hanno consigliata. Alcuni di questi lasceranno e torneranno alle terapie tradizionali, a volte anche erroneamente consigliati da colleghi che poco sanno della terapia con i cannabinoidi e dei notevoli benefici.

Una terapia costruita su misura 

Altri rimarranno folgorati dai risultati e dal benessere generale ritrovato dal loro amico a quattro zampe che proseguiranno e chiederanno anche per altri loro animali.

Un tempo la maggior parte dei proprietari arrivava a richiedere la terapia con il CBD perché non essendo psicoattivo li faceva stare tranquilli su eventuali effetti collaterali. Anche in questo caso purtroppo ci sono troppe persone che ignorano questo genere di terapia (colleghi inclusi) che suggeriscono che la cannabis sia pericolosa per gli animali, che dia grossi effetti collaterali, che non sia gestibile.

In realtà la terapia con la cannabis è molto più gestibile di qualsiasi altra terapia, primo perché la dose e la formulazione viene “tarata” sul paziente. Quindi dose, varietà di cannabis ed eventuali aggiunte alla formulazione (CBG- Terpeni) sono uniche per quell’animale.

Inoltre una volta prese le gocce l’effetto dura circa 6 ore, quindi qualunque tipo di effetto collaterale dopo quel lasso di tempo, e in genere anche in molte meno ore (3-4) svanisce. Quindi nel malaugurato caso che un proprietario avesse sbagliato a dare le gocce e ne avesse date troppe, al massimo il cane avrà l’effetto collaterale “sonno” per quelle 3-4 ore per poi tornare come prima.

Solo chi non conosce bene i veri effetti della cannabis può dire che sia pericolosa.

Attualmente sono centinaia i pazienti che si rivolgono a me personalmente ogni mese per trovare una terapia alternativa che sia naturale e che possa dare effetti duraturi nel tempo senza danneggiare a livello metabolico l’animale. Rispetto al 2016, grazie ai risultati ottenuti in campo umano e veterinario sono sempre più persone che cercano professionisti qualificati che siano in grado di preparare un piano terapeutico ad hoc per le esigenze del loro caro, sia che esso sia umano o animale.

Cannabis e animali: il cambio di percezione

A livello generale la percezione è cambiata. È cambiata anche tra i colleghi che si sono convinti a provare ed hanno ottenuto risultati insperati. Adesso ci sono tantissimi colleghi che prendono in considerazione la terapia con i cannabinoidi nella pratica quotidiana senza dover essere “spinti” dai proprietari. All’inizio, infatti, è andata proprio così: sono stati i proprietari di animali che informandosi hanno scoperto questo campo di utilizzo dei cannabinoidi e hanno cercato di informare veterinari, amici, conoscenti.

Il vero lavoro è stato fatto da chi l’ha provata e ha visto i benefici.

Animali oncologici

Altro discorso meritano i pazienti oncologici. Molti proprietari conoscendo l’effetto anti dolorifico della cannabis hanno cercato aiuto nel caso il loro animale fosse affetto da tumore, per poi scoprire non solo che un piano adeguato migliora la qualità di vita in generale ma allo stesso tempo i cannabinoidi rallentano i tumori permettendo una vita più lunga e più serena.

Il sistema endocannabinoide presenta recettori in tutto il corpo e quindi lo spazio di azione è ampissimo. La cannabis e il CBD lo ricordiamo non sono l’acqua di Lourdes e mentre è vero che più passano gli anni e più si scoprono altri utilizzi in campo terapeutico purtroppo non sono in grado di curare ogni malattia. A volte ci si deve “accontentare” di migliorare a livello generale, dando più un aiuto che una svolta o una cura.

La ricerca prosegue incessante anche grazie a ricercatori che si occupano esclusivamente di scoprire quali e quanti ancora cannabinoidi nasconde la pianta della cannabis.

Probabilmente tra altri 10 anni saremo qui a scrivere di ulteriori utilizzi che sono stati scoperti per curare malattie che i farmaci tradizionali non riescono a fare completamente o in parte.

21 maggio 2025
Altro da leggere
AttenzioneLe informazioni su questo sito sono presentate a solo scopo informativo, non possono costituire in alcun caso la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento. Pertanto non possono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente o la visita specialistica. Leggi il Disclaimer