È l'idea nata dal tavolo tecnico voluto dal ministero dei Trasporti, che però metterebbe a rischio la privacy dei pazienti
Una tessera digitale per i pazienti che fanno uso di farmaci psicotropi per la propria patologia, come la cannabis, e che si mettono alla guida.
Pazienta alla guida: tessera o QR code
È l'idea nata dalla prima riunione del tavolo tecnico voluto dal ministero dei Trasporti, per cercare di risolvere il problema nato con l'approvazione del nuovo Codice della Strada, che prevede che basti la sola positività agli stupefacenti, anche in assenza di alterazione alla guida, per vedersi ritirare la patente.
Come raccontato da Ilfattoquotidiano.it l'idea sarebbe appunto quella di fornire ai pazienti una tessera digitale o un QR code, oppure ancora un codice da applicare sulla tessera sanitaria, in modo da facilitare i controlli delle forze dell'ordine. Un'opzione che però, da più parti, è stata bollata come discriminatoria perché lederebbe la privacy dei pazienti.
“Abbiamo chiesto di fermare il terrorismo mediatico creato tra i pazienti”, ha spiegato Elisabetta Biavati, presidente dell'Associaizone pazienti cannabis medica - unica invitata al tavolo tra le associazioni italiane di pazienti cannabis - alla testata. "Sono tutti in ansia prima di mettersi al volante per andare in vacanza”, ha raccontato Elisabetta spiegando che: “Speravo di poterli rassicurare prima delle ferie invece non sappiamo nulla sul secondo incontro”.
Il probelma della privacy
Per lei l'unica soluzione sarebbe che: “Il paziente con prescrizione, o non viene sottoposto ai test o è esentato dalla sanzione, anche dopo gli accertamenti, perché noi siamo sempre positivi a stupefacenti”.
La preoccupazione sul fronte privacy è stata conferma a Il Fatto anche da un giurista, il professor Giovanni Maria Riccio dell'Università di Salerno. “Un registro elettronico è esposto alla minaccia di un accesso abusivo o al furto dei dati, ma tesserini o ‘bollini’ ad hoc aggraverebbero la violazione. E se fossero visti da altri e qualcuno allungasse l’occhio?”, ha infatti puntualizzato.
Il professore poi contesta l'impianto generale della legge, che prevede sanzioni anche in assenza dell'alterazione alla guida, arrivando a ipotizzare che la stessa legge sia stata emanata per profilare chi in Italia faccia uso di stupefacenti.