Cannabis e autismo: risultati incoraggianti sui sintomi a breve termine

Cannabis e autismo: risultati incoraggianti sui sintomi a breve termine

I dati emergenti mostrano potenziali benefici per stress emotivo e irritabilità, ora servirebbero studi clinici approfonditi

L’uso di cannabis e dei suoi derivati come possibile supporto nei disturbi dello spettro autistico (ASD) è una tematica che la moderna ricerca scientifica sta indagando sempre di più. Gli ultimi studi in materia si stanno concentrando sui cannabinoidi - soprattutto il CBD, noto per le sue proprietà ansiolitiche e antinfiammatorie - e sui benefici che possono portare in una patologia comlessa che presenta sintomi come irritabilità, stress sensoriale o difficoltà emotive. Un recente studio pubblicato su Scientific Reports ha rilanciato il dibattito, presentando dati interessanti ma ancora preliminari.

Cannabis e autismo: analizzate quasi 6mila sessioni di pazienti

Lo studio ha raccolto e analizzato 5.928 sessioni di consumo registrate da 111 adulti con ASD tramite l’app Strainprint tra il 2017 e il 2023. Si tratta di un grande database, utile per comprendere come le persone utilizzano la cannabis nella vita quotidiana e quali effetti percepiscono subito dopo il consumo. I risultati mostrano che il 98% degli utenti ha riportato una riduzione dei sintomi a breve termine, con una diminuzione complessiva della severità stimata intorno al 73%.
I miglioramenti più evidenti riguardavano:

  • stress emotivo
  • sovraccarico sensoriale;
  • irritabilità;
  • difficoltà di regolazione emotiva.

Il sollievo, però, è stato misurato solo nei minuti o nelle ore successive al consumo.

Evidenze promettenti, ma ancora incomplete

Questi dati confermano ciò che molti pazienti e caregiver riportano da tempo: per alcune persone affette da autismo, anche a livello pediatrico, la cannabis con alti livelli di CBD, sembra alleviare ansia, agitazione e ipersensibilità sensoriale. Revisioni sistematiche recenti, come quella pubblicata su Cureus nel 2023, suggeriscono che cannabinoidi e cannabis potrebbero ridurre irritabilità, disturbi del sonno e comportamenti problematici, specialmente quando i trattamenti standard risultano inefficaci o mal tollerati.

I limiti da considerare

Lo studio di Scientific Reports presenta caratteristiche preziose sul piano osservazionale, ma non soddisfa ancora gli standard richiesti per dimostrare un’efficacia clinica:

  • dati auto-riferiti dagli utenti, senza misurazioni oggettive;
  • nessun gruppo di controllo o placebo;
  • assenza di informazioni precise su dosaggi, composizioni di cannabinoidi e durata dell’effetto;
  • popolazione adulta, mentre la maggior parte degli studi sull’autismo riguarda minori;
  • assenza di follow-up, quindi nessuna evidenza sugli effetti a lungo termine.

Gli autori stessi riconoscono che servono trial clinici randomizzati per valutare in modo rigoroso sicurezza, efficacia e protocolli terapeutici.

Gli studi precedenti

Nell'ottobre 2019 un gruppo di ricercatori brasiliani ha pubblicato uno studio scientifico su Frontiers in Neurology, spiegando che“esistono numerose prove che indicano l’efficacia del cannabidiolo puro (CBD) e dell’estratto di cannabis sativa arricchito con CBD per il trattamento dei sintomi autistici nei pazienti con epilessia refrattaria. Vi è anche un crescente supporto di dati per l’ipotesi che l’autismo non epilettico condivida i meccanismi eziologici sottostanti con l’epilessia”. Lo studio ha dunque coinvolto 18 pazienti autistici che hanno ricevuto un estratto di cannabis CBD e THC in un rapporto di 75/1. I ricercatori fanno infatti notare che: “I risultati qui riportati sono molto promettenti e indicano che l’estratto arricchito con CBD può migliorare più sintomi dell’autismo anche in pazienti non epilettici, con un sostanziale aumento della qualità della vita sia per i pazienti che per le persone che se prendono cura”.

Nel gennaio 2019 su Frontiers in Pharmacology furono pubblicati i risultati di uno studio condotta dall’unità di Farmacologia e Tossicologia Clinica del centro medico Harofeh di Assaf a Tel Aviv, in Israele, condotta da 53 bambini con un’età media di 11 anni affetti da autismo, con un trattamento costituito da un estratto di cannabis ad alto contenuto di CBD e basso contenuto di THC. La variazione generale dei sintomi è stata registrata per 51 su 53 pazienti (due pazienti non hanno presentato un rapporto sul loro miglioramento complessivo). Un miglioramento complessivo è stato segnalato nel 74,5%. Nessuna variazione è stata riportata nel 21,6% e un peggioramento nel 3,9%.

L'anno prima, in una pubblicazione su Progress in Neuro-Psychopharmacology & Biological Psychiatry i ricercatori spiegavano che: “L’uso di cannabinoidi in generale e CBD in particolare nel trattamento di numerose condizioni mediche e mentali, tra cui l’autismo, sta crescendo rapidamente. Tutte le prove attuali sono indirette e basate sull’efficacia del CBD in condizioni patologiche che potrebbero essere presenti anche in questa patologia. Quindi, la potenziale efficacia del CBD nel contesto dell’ASD è solo suggerita”. Secondo gli autori: “Il CBD ha dimostrato alcune proprietà pro-sociali negli studi pre-clinici. Inoltre, in alcune delle più comuni comorbidità dell’ASD, come disturbi del sonno, ADHD, ansia e convulsioni, il CBD può essere efficace come monoterapia o trattamento aggiuntivo”.

 

27 novembre 2025
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