Dal fiore alla terapia: il ruolo cruciale della standardizzazione per garantire qualità, continuità e sicurezza al paziente
Negli ultimi anni la cannabis medica ha assunto un ruolo sempre più rilevante nella gestione di patologie croniche e complesse, dal dolore neuropatico all’epilessia resistente, fino a disturbi legati a sclerosi multipla, nausea da chemioterapia o insonnia severa. È passata dall’essere percepita come “pianta alternativa” a vero e proprio presidio terapeutico, riconosciuto e normato a livello nazionale.
Eppure, quando si parla di cannabis, si tende a dimenticare che stiamo trattando con una pianta naturale, e come tutte le piante, soggetta a variabilità: la quantità di cannabinoidi e terpeni può cambiare in base alla luce, al terreno, alla stagione o al lotto di produzione.
Qui entra in gioco un concetto chiave per garantire sicurezza e affidabilità della terapia: la standardizzazione. È questo processo che trasforma la cannabis da semplice infiorescenza vegetale a farmaco vero e proprio, capace di offrire al paziente sempre la stessa qualità e concentrazione di principi attivi, indipendentemente dal momento in cui la terapia viene assunta.
Ma cosa significa, nella pratica, standardizzare la cannabis medica? E perché è un passaggio così cruciale per la salute del paziente?
Dal fiore naturale al farmaco controllato
La cannabis è una pianta, e come tutte le piante presenta una grande variabilità: due infiorescenze della stessa varietà possono differire per contenuto di cannabinoidi, terpeni e flavonoidi. Per l’uso ricreativo questo non è un problema, ma in ambito medico la situazione è molto diversa: un paziente che assume cannabis per dolore cronico, epilessia o spasticità ha bisogno di sapere che ogni dose contiene la stessa quantità di principio attivo, esattamente come avviene per un farmaco tradizionale.
Che cos’è la standardizzazione
Standardizzare significa rendere costante la concentrazione di cannabinoidi (come THC e CBD) e di altri componenti attivi all’interno di ogni lotto di produzione. Questo processo coinvolge più fasi: dalla coltivazione controllata in ambienti autorizzati, alla raccolta, all’essiccazione, fino all’analisi chimica e al confezionamento. Solo quando il prodotto raggiunge i valori previsti dalle monografie ufficiali, può essere distribuito come cannabis medica.
La standardizzazione non si limita al contenuto dei principi attivi, ma include anche parametri microbiologici (assenza di contaminazioni), purezza e stabilità nel tempo. È il motivo per cui i produttori autorizzati devono operare come vere e proprie aziende farmaceutiche, con controlli rigorosi a ogni passaggio.
Perché è così importante per il paziente
Un paziente che utilizza cannabis medica spesso soffre di patologie croniche e delicate. Se un giorno la sua terapia contenesse un 18% di THC e il mese successivo solo il 14%, l’efficacia e la tollerabilità cambierebbero in modo imprevedibile, con possibili ricadute cliniche. La standardizzazione è ciò che garantisce continuità terapeutica, condizione fondamentale per la sicurezza e la fiducia del paziente.
Inoltre, la costanza del prodotto permette al medico di titolare correttamente la terapia: cioè adattare gradualmente la dose alla risposta individuale, senza il rischio che variazioni chimiche del lotto confondano i risultati.
Standardizzazione e ruolo delle farmacie galeniche
In Italia le infiorescenze di cannabis medica arrivano da produttori autorizzati (come lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze o aziende estere certificate) e vengono distribuite alle farmacie galeniche. Queste ultime preparano oli, capsule o cartine personalizzate in base alla prescrizione del medico. Anche qui la standardizzazione è cruciale: il farmacista deve lavorare su un materiale di partenza stabile e garantito, altrimenti la preparazione finale non sarebbe affidabile.
Parlare di standardizzazione nella cannabis medica significa parlare di sicurezza, efficacia e rispetto del paziente. Solo un prodotto controllato, ripetibile e stabile può entrare a pieno titolo in un percorso terapeutico moderno. Ed è proprio grazie a questa evoluzione che la cannabis, da pianta “variabile per natura”, diventa oggi un farmaco a tutti gli effetti, integrabile in modo serio e professionale nelle strategie terapeutiche.

















