La Veterinary Cannabis Society raccontata dalla dottoressa Elena Battaglia, che, oltre a farne parte, è stata la prima veterinaria a portare in Italia questo tipo di cure
Mentre in Italia ancora non viene presa in considerazione la terapia con i cannabinoidi, prova ne sia che nei grandi convegni non se ne parla quasi mai e non esiste una società specialistica a riguardo, negli USA da diversi anni esiste la Veterinary Cannabis Society o VCS.
La VCS è nata grazie a un gruppo di veterinari che avevano scoperto l’importanza dei cannabinoidi in Medicina Veterinaria già 10 anni fa, tra cui il dottor Gary Richter, la dott.ssa Trina Hazzah e il dottor Beth Mironchik-Frankenberg.
Questa organizzazione non-profit raggruppa veterinari, esperti dell’ industria della cannabis, aziende certificate che si occupano della produzione di prodotti a base di cannabinoidi, pet parent e studenti.
Di cosa si occupa la Veterinary Cannabis Society in Usa
Lo scopo è quello di allargare il più possibile la conoscenza della terapia con i cannabinoidi in veterinaria. Sul sito si possono trovare articoli e studi recenti oltre a link di video e podcast con operatori del settore.
Inoltre, si occupa di favorire a livello legislativo l’utilizzo di questa terapia nei vari Stati Americani, non essendoci, attualmente, una legge uguale per tutti.
Altro campo in cui si trova impegnata è creare degli standard per prodotti per animali che siano efficaci e senza rischi dal punto di vista della salute dell’animale. Questo è un argomento molto delicato e ancora poco discusso.
Ci sono infiniti prodotti su internet con la scritta olio di CBD, ormai. Quello che la maggior parte delle persone non sanno e purtroppo anche molti veterinari è che non tutti questi prodotti sono affidabili. Cosa significa? Significa che non tutte le aziende che li vendono fanno degli esami del prodotto. Gli esami che andrebbero fatti su ogni lotto sono le analisi quantitative dei cannabinoidi e gli esami per vedere la presenza di sostanze tossiche come metalli pesanti, pesticidi ecc.
Queste devono essere fatte da un laboratorio esterno. Purtroppo queste analisi costano e non tutte le ditte si preoccupano di farle. Quindi molte volte oltre a non avere prodotti sicuri non si sa se effettivamente i cannabinoidi presenti siano quelli pubblicizzati. Per quanto siano ormai anni e anni che queste nozioni vengono ripetute capita spessissimo di sentirmi dire che il veterinario gli ha detto di prendere un prodotto in un grow shop senza dare altre indicazioni e quindi lasciare che fosse il proprietario del grow shop a dare indicazioni su numero di gocce e tempistiche. Cosa che trovo a dir poco non professionale oltre che svalutare completamente una terapia che ormai sono anni che dimostra di efficacia.
Il veterinario dovrebbe:
- saper scegliere il prodotto più consono per il singolo caso ( cbd, cbd e cbg…);
- conoscere la ditta e sapere quale ditta può essere considerata “sicura”;
- dare indicazioni su modo di somministrazione e dosaggi;
- fare un piano terapeutico adeguato e saperlo modificare in base alle necessità del paziente.
Tornando al VCS , sul loro sito sono presenti diverse ditte che seguono stringenti standard per ottenere prodotti efficaci che possono giovare alla salute dei nostri quattrozampe. Gli studi che si possono trovare sul loro sito sono aggiornati e si possono anche trovare interviste con gli autori di questi.
I veterinari che fanno parte del gruppo si occupano di terapia con i cannabinoidi da diversi anni, hanno trattato migliaia di pazienti e sono autori di diversi studi e articoli scientifici. Sono sempre disponibili, inoltre, a relazionarsi con colleghi che necessitano informazioni.
Per i pet parents sul sito è possibile anche trovare un’elenco di veterinari che si occupando di terapia con i cannabinoidi nel mondo.
E’ anche presente un corso “introduttivo” sui cannabinoidi aperto a tutti per far conoscere le potenzialità della terapia “cannabica” negli animali. Questo ovviamente è solo un “aperitivo” di quello che può essere un vero corso sullo studio della cannabis negli animali ma dà un’infarinatura che aiuta poi a fare il passo successivo e iniziare un vero e proprio percorso di studi. Attualmente una cosa del genere in maniera approfondita è presente in Italiano sul sito di Cannabiscienza e nei vari Webinar online che periodicamente vengono fatti dalla sottoscritta e da colleghi specialisti che usano i cannabinoidi nella loro pratica clinica.
Il "far west" suii prodotti CBD in Italia
Purtroppo è ancora pochissimo e i pet parent in Italia si trovano a cercare informazioni su internet senza essere aiutati in alcuna maniera dal loro veterinario di fiducia che ancora adesso si limita o a non prendere in considerazione la terapia cannabinoide oppure a far utilizzare integratori che vogliono far credere di contenere il fito complesso o cannabinoidi in generale mentre in realtà non è così creando confusione su confusione. Infatti diverse ditte in Italia sull’ onda del CBD hanno creato prodotti che fanno credere di essere a base di cannabinoidi ma in realtà non ne contengono. E così cosa succede? Succede che i veterinari li usano per comodità, dopotutto gli è stato detto che ci sono i cannabinoidi più o meno, i pet parent li usano pensando che sia così e poi ovviamente non funzionano e si torna al punto di partenza e le persone poi pensano che la terapia con i cannabinoidi non funzioni. Ci sono poi altre aziende che mettono in giro comunicati completamente fuorvianti sull’ uso del CBD solo per “spingere” i loro prodotti e alla fine ci rimettono sempre gli animali e i loro umani.
In questo far west è sempre bene rivolgersi a esperti del settore per poter avere un trattamento “up to date” consono alla gravità della patologia dell’ animale. Nella speranza che anche da noi, presto, ci sia più considerazione sull’argomento.